Da Modica a Torino, il gusto degli Italiani è unito dal cioccolato. Il cuore di tutto è racchiuso nel chicco di cacao, frutto originario del Messico, che nei secoli ha raggiunto le sponde di tutto il mondo. La leggenda Azteca narra che la nascita della pianta del cacao sia legata alla morte di una principessa che sacrificò la propria vita per non svelare ai nemici il nascondiglio del tesoro lasciatole dal suo sposo partito per la guerra. Dal sangue della giovane innamorata ebbe vita una pianta il cui frutto custodiva i semi di cacao: amari come la sofferenza, forti come la virtù e rossi come il sangue.
I primi chicchi di cacao furono importati dai dominatori Spagnoli intorno al 1519, ed è proprio durante la loro dominazione in Sicilia, che il cacao fu introdotto in Italia e precisamente nella “Contea di Modica”, la Contea più grande del Regno di Sicilia, dove si avviò la lavorazione artigianale del cioccolato che si è conservata fino ai nostri giorni.
La cioccolata divenne una tra le bevande più alla moda nelle “botteghe del caffè” della Venezia del settecento. Da allora la creatività dei maestri cioccolatieri di tutta l’Italia si è sbizzarrita. Così nel XVIII secolo, a Torino, prese forma il primo cioccolatino, inventato da Doret. Sempre a Torino nel 1852 nacque il celebre Gianduiotto, cioccolatino fatto con cacao e nocciole tritate e tostate.
A Perugia venne creato il Bacio Perugina, precedentemente chiamato “Cazzotto” perché la forma di questo cioccolatino ricordava quella di un pugno chiuso. La storia narra che sia nato dall’idea di mescolare con altro cioccolato i frammenti di nocciole scartate durante la lavorazione dei cioccolatini, mentre la leggenda vuole che i Baci siano nati dalla passione di Luisa Spagnoli, moglie di uno dei fondatori della Perugina, per il suo amante, a cui usava scrivere brevi messaggi d’amore mandandoli avvolti attorno ai cioccolatini.
Nel 1946 ai pasticcieri di Alba fu venduta una crema di cioccolato e nocciole, inventata dal giovane Pietro Ferrero, che conquistò subito il palato dei golosi e nel giro di qualche anno venne venduta come
Nutella, oggi apprezzata in tutto il mondo.
Ancora oggi è possibile trovare a Modica il cioccolato prodotto con l’antica metodologia Azteca, l’Antica Dolceria Bonajuto, infatti, continua a lavorare il cacao come da tradizione. La tipicità del cioccolato modicano consiste nel tipo di lavorazione, così detta a freddo, che grazie alle basse temperature, attorno ai 35 – 40 C°, permette di evitare il concaggio, lunga omogeneizzazione in speciali “conche” a temperatura controllata in continuo rimescolamento, mantenendo inalterati gli aromi originari del cacao. La lavorazione, semplice e priva di prodotti estranei al cacao, consiste nella formazione di una massa di cacao semi macinato e non privato del burro di cacao, che viene riscaldata per renderla liquida e miscelarla con lo zucchero semolato e le spezie, cannelle e vaniglia. In questa fase il composto è mantenuto ad una temperatura tale da permettere che lo zucchero rimanga cristallizzato. Amalgamato il tutto, si stende sugli stampi e si batte per far assumere la forma voluta. In questo modo si ottiene la tipica cioccolata di modica, caratterizzata dal colore nero scuro e dal suo aspetto rustico, quasi grezzo, con i granelli di zucchero brillanti e dal gusto vellutato, persistente e deciso che ne fanno un prodotto unico nel suo genere.