I palermitani li conosceranno bene, gli altri sicuramente sotto un altro nome, ma tranquilli, non sono impazzita e non ho cominciato a scrivere le parolacce: i cazzilli non sono altro che le crocchette (anzi crocchè, come vengono definite sempre a Palermo) di patate, inseparabili compagne delle panelle, dentro dei sofficissimi panini che vengono serviti strabordanti di bontà, quando ci si reca dal panellaro. Ogni volta che mi trovo a Palermo, una tappa fondamentale è proprio questa, è diventata un’abitudine ormai. I cazzilli devono il loro nome alla loro forma fallica e, come dicevo prima, vengono spesso accompagnati dalle panelle. In definitiva patate e farina di ceci, due alimenti “poveri” alla base di quello che potremmo definire cibo da strada.
Un consiglio: le patate da utilizzare per la preparazione dei cazzilli palermitani devono essere farinose: dato che nel composto non vanno le uova, si dovrà ottenere un purè di patate abbastanza denso che vi permetta di poter creare delle crocchette di forma ovale da friggere in olio bollente. Si dice che il vero cazzillo non vada infarinato ma solo passato nell’albume e per facilitare l’operazione di formatura delle crocchette è importante ungersi le mani con dell’olio oppure renderle umide con dell’acqua da tenere in una ciotola vicino al piano di lavoro.