L’estate si avvicina inesorabile, e con lei anche l’imminente e l’incubo della prova costume. In questi giorni non sento altro che parlare di dieta, salute, sport…. il caldo mi attanaglia nel corpo e nella mente, sono esausta da ore di nuoto, arrivo a sera e fisso il mio misero piattino per cena, mezzo vuoto con insalatina malcondita e dietetico pollo ai ferri.
Un incubo. Di birra o vino non se ne parla neanche.
Stanchi di diete miracolose, micro porzioni ed estenuanti sedute in palestra o nei centri massaggi? Sapete perchè tutto questo si sta trasformando in un vero e proprio dramma?
Facile. Perchè siamo come i bambini, le cose serie non ci piacciono, controvoglia la nostra costanza e l’impegno a portare a termine qualcosa tentenna. Personalmente devo riderci abbastanza sopra e tornare a giocare con il disagio per vivere meglio Ecco quindi la mia soluzione, scovata tra i miei giri iperbolici sul web.
Invece di fissare delusi e depressi il piatto scarno di golosità e prelibatezze, mentre sognamo maritozzi con la panna o salamelle grondanti maionese, adesso possiamo dilettarci col gioco più intuitivo che l’infanzia con la settimana enigmistica tra le mani ci ha insegnato ad amare: l’arte di unire i puntini.
Ecco a voi Connect the Dots , il piatto che nasconde un disegno visibile solo unendo i punti in ordine crescente.
L’idea è venuta a Edith Levin, creativa designer Newyorkese di origine Russe. Di progetti interessanti ne ha sfornati in abbondanza. Ma questo merita la giusta attenzione.
Il suddetto progetto propone infattivarie tipologie di prodotti: piatti, packagin, illustrazioni. Questo in particolare è ispirato ai giochi dell’infanzia, ma credo che sia perfettamente fruibile anche da chi è un po’ più grandicello e in piena crisi mistico-alimntare.
Per esempio, come in un nirvana, io ho trovato un valore aggiunto ed alternativo a questa nuova serie di piatti. Proprio perfetti per il problema dieta che affligge corpo e mente in questi giorni.
Voi che ne dite? Basteranno puntini e disegni da comporre sul piatto per distrarmi dal trangugiare tutto quello che c’è di commestibile in frigo, in modo da concentrarmi sulla stramaledetta dieta per la prova costume?
Ai posteri l’ardua sentenza.