Adesso mi attirerò un po’ di antipatie, ma approfittando della grandissima e meritoria manifestazione di degustazione vino organizzata da Andrea Formigli della Vinoteca Al Chianti, domenica scorsa ho utilizzato la domenica di sole fiorentino per andare ad assaggiare qualche vino interessante. Come sempre in questi eventi il numero delle etichette altissimo (ben TRECENTOSETTANTADUE) scoraggia un assaggio casuale dettato dalle voglie del momento, ma esige una certa programmazione. Avendo a disposizione già da qualche giorno il catalogo dei vini presenti, ho deciso che mi sarei concentrato sulla Sicilia, soprattutto perchè in genere di questa regione si trovano solo banali e scontatissimi Nero d’Avola che mirano solo a solleticare il naso con profumi dolci e fruttati molto intensi e ammalianti ma che presto stancano, soprattutto per la poca duttilità nell’abbinamento cibo-vino.
Per i bianchi invece il problema semmai sono vini un po’ troppo alcolici e giocati sempre sul frutto giallo/fiore giallo (ginestra e pesca in genere) da uve grillo e inzolia o chardonnay pesanti e ricchissimi di profumi tropicali spesso un po’ stucchevoli.
Invece domenica scorsa ho trovato a distanza di pochissimi assaggi, anzi praticamente accanto come vedete dalla foto, 4 esempi di vino bianco siciliano da prendere a modello per non stancare i palati sempre più esigenti.
Ecco quindi il Grappolo del Grillo di De Bartoli IGT 2005 (famoso produttore di Marsala straordinari) che ci regala un Grillo quasi ossidato, dai profumi quasi sussurrati balsamici ed eterei con un leggero fiore di camomilla e gelsomino che fa quasi a meno del fruttato tipico di questo vitigno. E a seguire un decisamente più classico ma ben eseguito Enigma di Fatascià IGT 2004 da Catarratto, Grillo e Inzolia con frutta in evidenza ma un corredo speziato molto intrigante.
Ritorno all’immediatezza per un raro Etna DOC bianco Tenuta Scilio 2007 da uve Carricante e Catarratto minerale, sapido e giocato su toni molto floreali. Chiusura alla grande con un produttore ormai classico come Benanti che con il suo Bianco di Caselle Etna DOC 2007 stupisce per cosa riesce ad ottenere dal vitigno Carricante in purezza con note iodate e quasi di leggero zafferano unite a frutta tropicale matura.
Come vi ho anticipato, non certo i classici nomi che si possono trovare ovunque, ma che vale sicuramente la pena di ricercare per capire quanto sia grande la Sicilia quando produce vini che ne esaltino il terroir e le potenzialità vere. E che non mirino esclusivamente alla realizzazione di vini piacevoli, immediati e di facile presa sul consumatore da wine bar.