Le origini del gelato si perdono nella notte dei tempi. Già gli antichi romani mescolavano il ghiaccio tritato finemente con il miele insieme ad un’altra porzione di ghiaccio mescolato con succo di frutta. In questo modo realizzavano una sorta di crema ghiacciata che divenne molto popolare. Furono invece gli Arabi a creare un gelato raffinato e leggero a cui aggiunsero lo zucchero e nuovi succhi di frutta, tra cui quelli agli agrumi. Ma fu soltanto nel Rinascimento che l’arte di fare il gelato si diffuse e diventò di moda in tutte le corti italiane dell’epoca. I “Favolosi dolci ghiacciati” di Bernardo Buontalenti a base di zabaglione e frutta, ebbero uno straordinario successo, e le sue ricette da Firenze si diffusero in breve tempo in tutta Europa.
La ricetta del gelato comincia a modificarsi: ai succhi di frutta vengono aggiunti latte, uova e panna e – strano vero – la prima ricetta trascritta del gelato come lo conosciamo oggi la troviamo nell’Enciclopedia Britannica, alla fine del ‘600.
Oggi il gelato è diventato un alimento sempre più presente nella dieta mediterranea. Si consuma come dolce di fine pasto, ma anche a merenda o addirittura come sostituzione di un intero pasto, quando fa troppo caldo. La produzione di massa inoltre, costringe alla distinzione tra gelato artigianale e gelato industriale. Il primo è preparato con materie prime fresche, contiene una maggiore quantità di latte e di panna ed è preparato nel rispetto della ricetta tradizionale. Il gelato industriale invece è prodotto molti mesi prima del consumo, e generalmente è “soffiato”, perché prodotto con l’introduzione di aria durante la fase di gelatura, che lo rende più soffice. Gli italiani però non hanno dubbi: il gelato artigianale copre il 55% del mercato, grazie alla la storia, la tradizione, l’abitudine di mangiare il gelato da passeggio nel cono e la professionalità degli addetti che realizzano un prodotto eccellente, vero vanto tutto italiano!
Photo Credit| Thinkstock