Ricordate l’allarme lanciato qualche anno fa riguardante il morbo della mucca pazza, successivamente quello dell’aviaria attraverso polli e volatili arrivata in Italia nel 2006, ancora il latte cinese alla melamina e quello tedesco alla diossina, per concludere con i più recenti, dalla mozzarella blu che fece la sua comparsa a Torino la prima volta nel 2010 aprendo la strada a numerosi altri casi in tutta la penisola, proseguendo con il batterio killer presente nei germogli di soia per arrivare fino alla recentissima carne di cavallo nei ravioli? Bene, il susseguirsi di tutti questi episodi ha provato in qualche modo i cittadini italiani portandoli alla paura del cibo contaminato.
Come afferma la Coldiretti ben 6 italiani su 10, a seguito di quanto appena ricordato, hanno paura di consumare cibo contaminato. Ciò viene affermato in occasione dell’eliminazione dal mercato di un tipo di torte notoriamente servite presso l’Ikea di ben 23 paesi. Il ritiro è avvenuto per il rischio di contaminazione dei cibi da parte di batteri fecali. Tale diffidenza, che in realtà non dovrebbe stupire più di tanto, si deve principalmente alla comparsa negli ultimi anni di numerose emergenze sanitarie, non si è fatto in tempo ad archiviarne una che se ne presentava già un’altra. Come afferma la Coldiretti, alla globalizzazione dei mercati non è seguita anche quella riguardante la politica. Ciò ha reso possibile una mancanza di trasparenza ed onestà che si è riversata nel settore gastronomico con la conseguenza che spesso il cibo è stato paragonato ad una qualsiasi merce.
Ikea ha affermato di avere ritirato dalle caffetterie di ben 23 paesi, tra cui anche l’Italia, le torte a seguito della distruzione da parte delle dogane cinesi di un significativo quantitativo di dolci. Ciò conseguentemente alla scoperta, dopo una serie di test effettuati sul cibo in questione, del contenuto di un eccessivo livello di batteri coliformi.
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