La pasta? Non fa ingrassare. Dopo anni e anni in cui la pasta è stata bandita dalle diete con l’accusa di far lievitare il punto vita, adesso arriva la meritata riabilitazione.
La differenza sta nel fatto che la pasta non è un carboidrato come tutti gli altri: non essere un carboidrato “raffinato che viene velocemente assorbito nel flusso sanguigno, la pasta è un carboidrato che presenta un basso indice glicemico aumentando di poco i livelli di zucchero nel sangue come ha confermato il recente studio St. Michael’s Hospital, in Canada, pubblicato su BMJ Open.
Lo studio conferma che la pasta può entrare tranquillamente a far parte di una dieta sana ed equilibrata anche a basso indice glicemico. I partecipanti allo studio non hanno mostrato aumento di peso o aumento del grasso corporeo che potesse essere imputato alla pasta e hanno mangiato in media 3,3 porzioni di pasta alla settimana invece di altri carboidrati.
La ricerca mostra ha hanno addirittura perso mezzo chilo in 12 settimane riabilitando la pasta dall’accusa di far ingrassare. È anche vero che in questa occasione il consumo di pasta è stato associato ad altri tipi cibi a basso contenuto glicemico, ma i risultati sono decisamente positivi.
Per migliorare il consumo di pasta è è anche bene tenere in considerazione alcuni consigli.
Meglio scegliere la pasta di grano duro, adatta anche ai diabetici o a chi è a dieta.
Meglio la pasta al dente con indice glicemico più basso.
La pasta può essere consumata di sera, ma moderatamente, soprattutto se siamo stressati o se soffriamo di insonnia.
E per chi è celiaco o sensibile al glutine, ma anche di colite, concessa la pasta di riso integrale, di quinoa e di grano saraceno.
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