Sta per diventare una delle tendenze del 2018: il foraging è la nova tendenza in cucina che consiste nel cercare, riconoscere, selezionare e cucinare le piante selvatiche.
Spazio quindi a piante di vario genere e non alle classiche erbe aromatiche: via libera alle alghe, agli arbusti, ai licheni, ai semi, alle radici e alle resine tutti rigorosamente selezionati in tutta sicurezza e all’insegna della sostenibilità ambientale.
La nuova tendenza del foraging sembra essersi consolidata nel corso della 13/a edizione di Taste, il salone dedicato alle eccellenze enogastronomiche che si è svolto nella città di Firenze.
A Taste si è provato in qualche modo a regolarizzare e a offrire una vera e propria geografia del foraging: quali sono in effetti i luoghi dove poter fare foraging?
Il foraging è democratico e le piante possono essere raccolti dalle Alpi alle coste italiane per arrivare al Nord Europa e il Taste è anche stata l’occasione per poter presentare alcuni degli elementi del foraging.
La società ‘4 Principia Rerum’ in provincia di Gorizia è stata la prima ad introdurre Italia la coltivazione dell’Aronia Melanocarpa, una pianta che si trova nel Nord America e in Siberia e che produce bacche ricche di polifenoli, minerali e vitamine e vanta spiccate proprietà medicinali.
Il fico nero che deriva da Caneva, in Friuli, presenta vantaggi di energetici e medicali e viene oggi utilizzato come ingrediente per la salsa ai fichi interi caramellati.
Il Prunus Cerasus, in pratica la visciola, è ottima ad esempio per la preparazione della composta di visciole o di liquori e non mancano chiaramente le bacche di Goji.
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