Gli italiani? Sono a rischio ‘fake’ anche nel carrello della spesa: a rischio un prodotto alimentare su quattro che non riporta obbligatoriamente l’origine in etichetta.
E tutto è a rischip: dai salumi alle marmellate, dai ragù al pane al latte in polvere per bambini. Lo conferma una recent eindagine della Coldiretti in occasione dell’avvio della raccolta firme sulla petizione #stopcibofalso per chiedere al Parlamento Europeo la possibilità che i consumatori possano conoscere esattamente da dove arriva il cibo che consumano a tavola.
La raccolta firme viene avviata da Coldiretti e Fondazione Campagna Amica in ogni farmers’ market d’Italia e on line sui siti www.coldiretti.it e www.campagnamica.it oltre a una serie di iniziative disseminate lungo tutta la penisola.
Molto spesso la provenienza dei prodotti venduti in Italia è estera e senza che questo sia chiaramente indicato nell’etichetta ove non sia obbligatorio.
Italia, Francia, Portogallo, Grecia, Finlandia, Lituania e Romania, hanno adottato decreti nazionali per disciplinar l’obbligo di etichettatura in alcuni prodotti come latte e derivati, grano nella pasta e riso, ma non basta. È necessario che di ogni prodotto venga segnalata correttamente l’origine e non solo il luogo di confezionamento.
Si tratta di un problema che riguarda soprattutto i salumi, la frutta trasformata, l’insalata in busta, il pane o i funghi conservati che spesso arrivano dalla Cina. Gli italiani però sembrano essere particolarmente attenti alla loro salute alimentare: per 9 italiani su 10 la sicurezza alimentare passa anche e soprattutto avendo la consapevolezza della provenienza del cibo che consumano anche in merito alla consultazione on line del Ministero delle Politiche Agricole.