Circa il 25% degli alimenti, almeno uno su quattro, non riportano obbligatoriamente l’origine in etichetta: è allerta cibo falso che viene spacciato per italiano secondo la Coldiretti visto che gli alimenti di origine incerta possono essere dannosi.
Obiettivo della raccolta firme sulla petizione #stopcibofalso della Coldiretti è la richiesta al Parlamento Europeo che i consumatori abbiano sempre la possibilità di conoscere da dove arriva il cibo che portano in tavola.
Obiettivo è riportare l’etichetta a tutti gli alimenti dopo che l’Italia, affiancata anche da Francia, Portogallo, Grecia, Finlandia, Lituania e Romania abbiano effettuato la richiesta.
L’obbligo di indicare l’origine è una battaglia storica della Coldiretti e in Italia, dal 13 febbraio 2018, è stato introdotto l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta e del riso, dal 19 aprile 2017 l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati, dal 7 giugno 2005 per il latte fresco, dal 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy e, dal 1° gennaio 2008, l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro. Ma quali sono gli alimenti a rischio falso alimentare? Ecco la lista nera della Coldiretti.
Fiori del cappero
Nonostante la bandiera italiana sulla confezione possono provenire dal Marocco
Frutta trasformata per confetture e conserve)
Viene segnalato solo ed esclusivamente il luogo di confezionamento
Funghi conservati
Spesso arrivano dalla Cina, uno dei paese ai vertici mondiali per gli allarmi alimentari.
Spicchi di carciofi in olio di girasole
Nonostante la dicitura «Prodotto e confezionato in Italia», la materia prima potrebbe essere importata dall’Egitto
Pane
Viene segnalato anche in questo caso solo il luogo di confezionamento
Insalata in busta
Viene segnalato anche i questo caso solo il luogo di confezionamento
Pomodori secchi
Nonostante la bandiera italiana sulla confezione, potrebbero provenire dalla Turchia
Salumi
Viene segnalato solo il luogo di confezionamento
Ragù
La carne di cavallo viene spacciata per vitello
Prosciutto
Due su tre venduti oggi in Italia provengono da maiali allevati all’estero e l’etichetta non riporta obbligatoriamente indicare l’origine
Succo d’arancia
In etichetta viene segnalato solo il luogo di confezionamento, ma oltre 200 milioni di chili di succo di arancia straniero trattato finisce nelle bevande all’insaputa dei consumatori.