Ceci (Cicer arietinum)
Francese: pois chiche; Inglese: chickpea, Spagnolo: garbanzo; Tedesco: kichererbse.
Caratteristiche generali
I ceci sono i semi della Cicer arietinum, pianta della famiglia delle Leguminose. Si presenta alta sino ad un metro, con fusto erbaceo dal quale pendono lunghi baccelli, che ospitano sino a 4 semi ciascuno. La pianta ha radici particolarmente fitte e in grado di spingersi fino ai 2 metri di profondità, ragion per cui tollera bene la mancanza d’acqua.
I caratteristici semi sono lisci e grandi, ed hanno colore giallo paglierino.
Varietà esistenti
Due le varietà principali di ceci: la “mediterranea“, con semi grossi e di colore giallo, e l’ “orientale“, con semi più piccoli tendenti al rossiccio.
Stagione e diffusione
La pianta di ceci è originaria del Medio Oriente. In Italia è oggi diffusa soprattutto nelle regioni centrali e meridionali.
Tra le leguminose i ceci sono al terzo posto nella produzione mondiale.
Proprietà
100g di ceci contengono (su 316 Kcal):
- 6,3 g di grassi;
- 46,9 g di carboidrati;
- 20,9 g di proteine;
Sono ricchi inoltre di Vitamina B, Vitamina C e sali minerali.
Raccolta e Conservazione
I baccelli si raccolgono solitamente a Giugno, una volta essiccati. I semi si consumano soltanto una volta secchi.
Principali impieghi in cucina
La cucina mediterranea, asiatica ed orientale fanno ampio ricorso ai ceci. In commercio possiamo reperirli secchi, lessati o in barattoli di vetro, dove sono conservati assieme all’acqua di cottura. Molto diffusi anche salati o tostati.
Ottimi per antipasti o in abbinamento a pasta, zuppe e minestre, entrano anche in creme, timballi e nelle caratteristiche polpettine “falafel” arabe.
In Sicilia si producono le caratteristiche panelle, frittelle realizzate con farina di ceci, acqua e sale, e la cui tradizione è molto antica.
In India e nei paesi limitrofi i ceci sono popolarissimi ed entrano in numerose pietanze, dal mirki bajji al tofu Burmese.
Con i ceci si produce anche un drink alcolico simile al sakè.
Note e curiosità
Apprezzati dagli Egizi (per i quali erano un cibo povero, tipico degli schiavi) e dai Romani, che usavano consumarli conditi con una punta d’olio, i ceci derivano la denominazione “arietinum” dalla forma caratteristica del seme, da cui sembra spuntare un paio di corna (arietinum allude all’ariete).
Il soprannome di Cicerone, Cicero, pare fosse da collegare alle origini della sua famiglia, molto esperta nella coltivazione di ceci.