Cuocere al microonde risparmiando tempo

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Sono finiti i tempi in cui il microonde veniva usato solo per scaldare la pasta fredda o scongelare la carne: oggi il piccolo forno ormai presente in ogni casa è diventato di fondamentale importanza. Io ad esempio per motivi di spazio e costi quando ho arredato la cucina ho rinunciato, pensavo temporaneamente, ad un normale forno, mentre ho acquistato immediatamente un forno a microonde all’avanguardia. Ho optato per un microonde della Whirlpool, dotato di tutte le funzioni, come ad esempio, il sesto senso, utilissimo per le patatine fritte, la funzione crisp e la cottura a vapore.

Dopo tentativi andati male e prove riuscite per metà ho capito quali sono le regole per cucinare ottimamente con il microonde e soprattutto ho capito che se nonc’è la necessità di cucinare grandi quantità (io ad esempio cucino per due) il forno a microonde, o perlomeno questo, può sostituire in tutto e per tutto il forno classico.

Innanzitutto come funzionano le microonde: sono onde elettromagnetiche ad alta frequenza come quelle che producono ad esempio le radio o i televisori. Queste onde hanno la capacità di attraversare materiali come vetro, carta o porcellana per essere poi assorbite dall’acqua, dall’olio e dai grassi. Le microonde in pratica eccitano le molecole presenti in queste sostanze producendo una frizione che genera calore, come quando vi strofinate le mani una contro l’altra. Nella cottura tradizionale il calore si propaga dal recipiente all’alimento, mentre nella cottura a microonde il calore è prodotto direttamente dall’interno dell’alimento e continua a cuocere anche dopo che viene tolto dal forno.

Il robot da cucina: un solo elettrodomestico per mille usi

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Il robot da cucina è un utilissimo elettrodomestico che dimezza i tempi di preparazione dei cibi con le sue molteplici funzioni. Questo tuttofare elettronico, infatti, trita, frulla, impasta, macina e può essere dunque impiegato come aiutante in moltissime ricette, dai primi (nel tritare velocemente aglio e prezzemolo, ad esempio) ai secondi (carne, preparati per soffritto) fino ai dolci (tritare le scorze degli agrumi, ottenere facilmente scaglie di cioccolato). Ma come e quando nasce il robot da cucina? Il suo lancio nel mercato e la sua ascesa ha inizio negli anni Sessanta. Una trasformazione socioculturale ne è alla base ed è quella che vede la donna abbandonare il tradizionale ruolo di casalinga e cuoca full time, per avventurarsi sempre più nel mondo del lavoro.

Brace dietetica con la pietra ollare

La steatite, conosciuta anche come pietra ollare, è una pietra con un’ottima capacità di resistenza alle escursioni termiche e per questo è spesso usata nella realizzazione di stufe. Con questo materiale vengono costruite pentole e tegami che, grazie alla capacità della pietra di mantenere a lungo il calore, permettono di cuocere ottimamente minestre, zuppe e stufati ma è usato anche per cuocere alla brace. La pietra con un apposito supporto in ferro può essere posta sopra la brace o sopra la legna che brucia, permettendo anche un considerevole risparmio di tempo. Cuocendo la carne in questo modo si evitano fumi e odori forti e, soprattutto, permette una cottura priva di grassi!

I cibi cotti sulla pietra ollare restano saporiti e non c’è il rischio che si carbonizzino come invece accade spesso sulla griglia. Per ultimare la cottura la pietra può anche essere portata in tavola: un’ottima soluzione per la tagliata! La pietra porterà al termine la cottura rilasciando lentamente il calore accumulato in precedenza ed allo stesso tempo la lascerà “al sangue” (può conservare il calore per un tempo di 30 minuti come minimo). Grazie alle proprietà della materia prima la pietra ollare è naturalmente antiaderente, facilitando così anche la cottura del pesce, soprattutto se a tranci.

Nonostante l’apparenza la pietra ollare è molto delicata, soffre gli sbalzi di temperatura e va sempre lasciata raffredare completamente prima di pulirla, al fine di evitare che si incrini e diventi così inutilizzabile. Per pulirla non devono essere usati detergenti in quanto la pietra ollare tende ad assorbire tutte le sostanze. Un trucco è quello di passare solo un po’ di carta assorbente e raschiare lo sporco al termine della cottura. La volta successiva, non appena la pietra comincerà a scaldarsi basterà passarci sopra un panno di cotone con l’aceto. Anche prima della cottura non c’è bisogno di ungere nè la pietra nè la carne.

La lavastoviglie: Consigli pratici per l’uso

La maggior parte di noi dedica poco tempo alla lavastoviglie: si caricano i piatti, si aggiunge il detegente e si gira la manopola. Ma scopriamo come, con un con un po’ di organizzazione in più, potremmo tenere lontani i segni del tempo e dell’usura delle nostre stoviglie e mantenerle linde come il primo giorno.

La maggior parte delle lavastoviglie ha un raccoglitore superiore e uno inferiore, e un cestello per le posate. Qualche modello ha anche un terzo livello solo per gli utensili più piccoli. Queste separazioni sono utilissime, utilizzatele sempre, in quanto consentono ad ogni pezzo all’interno di non essere in contatto con gli altri, cosa che dovremmo sempre cercare di evitare. Se usate un modello col cestino, dovreste alternare le posate mettendole una verso l’alto e una verso il basso, per organizzare lo spazio in modo più efficiente. Non permettete mai alle posate di acciaio (stainless steel) di venire a contatto con l’argento. Perchè questo contatto causerebbe una reazione elettrolitica che macchierebbe i vostri utensili in acciaio. E dato che la maggior parte delle posate in argento ha una lama in acciaio, vi consigliamo vivamente di non lavarle in lavastoviglie.

Sul ripiano in basso caricate i piatti, dividendo quelli grandi dai piccoli. Mettete le pentole e le padelle più grandi lungo i lati. Riempite il livello superiore di tazze, bicchieri e piattini più piccoli, facendo attenzione a disporre tutto in modo che da non toccarsi, per evitare che si scheggino.
Prima di mettere tutte le stoviglie nella lavapiatti date un’occhiata attenta a dove esce l’acqua – o se gli ugelli sono più di uno – in questo modo potrete essere sicuri di fare un buon lavoro, tenendo conto del lato verso il quale dovrete rivolgere gli oggetti per esporre il lato più sporco verso il getto dell’acqua.

Poi ricordatevi che la programmazione del ciclo di lavaggio dipende necessariamente da che tipo di utensili da cucina dovete pulire. Lavaggio intenso per pentole e tegami, un ciclo più gentile, per quello che riguarda cristalleria e porcellane.
Se lo sporco pensate che sia davvero ostinato, sciacquate sommariamente gli oggetti prima di inserire nei cestelli.

Il rame in cucina: pregi e difetti

Il rame è il materiale con cui erano fatti tutti i tipi di pentole e tegame fino ai primi del ‘900. Poi arrivò l’alluminio, più leggero, più moderno e più economico a prendere il suo posto. Oggi nonostante la grande varietà di materiali con cui vengono fabbricate le pentole, il rame resta uno di quelli più pregiati ed ogni cuoco che si rispetti ne conosce i pregi.

Il rame ha un’elevatissima capacità di condurre il calore; capacità che risulta essere anche omogenea permettendo di cuocere i cibi nel migliore dei modi, senza restare attaccati al fondo. L’acciaio, ad esempio, ha un basso indice di trasmissione termica provocando così una temperatura molto più alta sul fondo che non sui bordi, motivo per cui il cibo tende ad attaccarsi. Non fatevi però trarre in inganno: non basta solo che una pentola sia di rame per garantirvi la qualità nella cottura, ma deve essere considerato anche lo spessore della lamina. Quindi rassegnatevi: una buona pentola di rame non sarà mai leggera!

La pentola a pressione e la sposina anni ’60 (con risotto ai funghi veloce)

C’era una volta, tanto tempo fa…. Cominciavano così le favole? Ma qui non parliamo di incantesimi e fate più o meno buone, qui parliamo, ahimè della pura sopravvivenza! Ebbene sì. A che sarà servito tutto quello studio? Si chiedeva la sposina anni ’60, sommersa dai piatti sporchi e dalle domestiche incombenze. Mistero.

Come venire a capo di tanto sudiciume? Che poi domani sarà lo stesso, se non peggio, visto che aveva una velocità di riproduzione (il sudiciume, si intende) molto vicino a quella della luce. Oggi più di ieri e meno di domani. Ma non era una frase d’amore? E invece eccola lì, alle prese con detersivi spugnette e via dicendo, altro che amore e poesia del matrimonio.

E poi LUI, lo sposino, anche lui anni ’60, doveva mangiare. La sua mamma lo aveva abituato così. Tolleranza va bene, ma a un certo punto lo stomaco reclamava i suoi diritti. E allora? Un matrimonio d’amore rischiava di naufragare subito subito sommerso dalla meno romantica delle routine. Che tristezza.

Finchè un giorno…un regalo. Che avrebbe cambiato la sua vita. LA PENTOLA A PRESSIONE!

In quei tempi lontani era una vera primizia. E quella, poi. L’aspetto era più o meno quello consueto di una pentola come le altre. Il segreto era NEL COPERCHIO. Spesso e pesante, con uno strano ‘volante ‘ al centro. Volante che andava girato, con una certa forza, fino a raggiungere una chiusura perfetta. E poi c’era la valvola, se no di che pressione potevamo parlare? Una volta in funzione sussultava e fischiettava. L’effetto era inquietante. C’era chi preferiva scappare via dalla cucina, temendo esplosioni e macerie. Ma la nostra sposina, impavida, armeggiava con quella specie di disco volante con una certa disinvoltura. Armata di coraggio e di un manuale d’uso partì alla scoperta del NUOVO MODO DI CUCINARE promesso. In verità per lei più che nuovo era il primo!

Nella foto di copertina del manuale una giovane signora, capelli cotonatissimi e foulard, stile Grace Kelly in Caccia al ladro, sorrideva invitante. Le ricette erano di cucina francese, molto raffinate, ma l’esecuzione non era poi così difficile. Bastava un po’ d’attenzione. Anzi, moooolta attenzione. Beh, non era neanche così semplice… Ma vennero minestre, spezzatini, arrosti e molto altro ancora. Si specializzò in risotti, nel corso degli anni. Diciamo pure dei decenni.

REGALI SHOCK PER CUCINE CHIC

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Ce ne sono per tutti i gusti: pentole d’argento, vasetti in corno, piatti “origami”: sono oggetti unici e preziosi da regalarsi o da regalare, (ma solamente a persone molto speciali, visto i prezzi) come la tovaglietta all’americana stile trompe d’oeil, che Bose propone a 105€, o i bicchieri di cristallo intagliati per acqua e vino realizzati dall’azienda francese LALIQUE (da 100€ l’uno). Più abbordabile lo schiaccia-patate “Twin select”, di Zwilling J.A. Henckels (30€) che promette “un finissimo purè di patate con pochi e semplici gesti”: design decisamente nuovo per un utensile proposto in tutte le forme, a partire dalla vecchia e noiosa versione con la manovella!