Al via dal 21 al 24 settembre la quindicesima edizione di Taste of Roma 2017, il festival-festa degli chef che si terrà presso i nei Giardini Pensili dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Rivolta a un pubblico gourmand e specialista, appassionato della tavole e buongustaio che non rinuncia alla sperimentazione dei sapori, la nuova edizione sarà proposta all’insegna del connubio fra cucina e musica: le proposte sono sempre di alto livello, complice la vivacità della ristorazione capitolina fra nuove aperture, nuove tendenze e premi ai ristoranti.
Si chiama Altrove ed è il primo ristorante caporalato-free nato a Roma, nel quartiere Ostiense, vicino alla sede di Eataly con cui ha collaborato per i pasti della “Giornata del rifugiato”.
Si tratta di un progetto lanciato dal Cies Onlus – Centro Informazione ed Educazione allo Sviluppo – che attraverso MaTeMù, il centro di aggregazione giovanile, ha lanciato un percorso gratuito di formazione per i rifugiati per diventare aiuto-cuoco, aiuto-pasticcere e operatore di sala-bar.
Vi consigliamo il flan di cardi con salsa d’acciughe, un secondo piatto – contorno che presenta come ingrediente principale il cardo, non troppo usato nella cucina italiana, ma caratterizzato da un sapore amarognolo.
Un truc à grignoter. Niente di più facile da imparare a Parigi. Durante trasferte parigine è facile imbattersi in luoghi di corruzione come boulangeries e pâtisseries, un mondo meraviglioso di prodotti e dolci da panetteria.
La scoperta è stata Le Pain Quotidien. Armonioso accordo tra la meraviglia della pasticceria e della panetteria. Qui si uniscono tradizione e innovazione: tutto altamente biologico ma con un gusto e una ricerca del particolare.
Il primo Le Pain Quotidien nasce in Belgio e ce ne sono più di 50 sparsi nel mondo.Gustoso e ricco è il brunch nel week-end, le specialità sono pane e dolci fatti in casa, insalate e yogurtbiologico.
Una catena di locali dove il brunch assume un sapore ancora più delizioso: tutti i prodotti sono artigianali e fatti sul posto, esposti in ceste di vimini o su tavoli di marmo, si può portare a casa o gustare su tavoloni di legno in comune.
La filosofia è quella di fornire gli ingredienti da agricoltura biologica. In questo modo si assicurarano che i prodotti proposti siano di altissima qualità. Anche nella location seguono un ideale comune: il locale è arredato in legno riciclato, lampade a basso consumo e di prodotti per la pulizia e l’imballaggio ecologico. Basso impatto per il bene della nostra salute e della nostra terra.
Da un po’ Le Pain Quotidien è arrivato anche in italia, precisamente a Roma in Via Tomacelli 24/25. La location è strategica, in pieno centro storico di Roma. L’ambiente e il design sono caratterizzati da legno come elemento principale. Il locale rimane all’occhio molto caldo e particolare.
Il Ristorante Maharajah, ha due piani, per un totale di cinque sale finemente allestite, che si sono via via raffinate nel corso degli anni. Micky Sehgal è un indiano del nord (ha un viso da Rajasthan, ma non ci giurerei) trapiantato a Roma e ha il bernoccolo degli affari. Sua moglie, un’affascinante signora in sari, sempre profumatissima e con il fare insistente della “mamma indiana” la sua deliziosa controparte. Un ottimo location nel cuore di roma – tra l’altro con un nome davvero evocativo, per un ristorante indiano – e un servizio curato nel dettaglio (camerieri del Bangladesh, cugini stretti degli indiani, ma difficilmente distinguibili per un profano).
Un ottima cucina Tandoori (grigliate di pollo e pesce), Rogan Josh, Malai Kofta, lenticchie bianche e nere. Potrete prendere ciò che volete. Fatevi consigliare e prendete il menu vegetariano o non vegetariano: il ristorante è costoso, ma data la qualità e la quantità dei piatti il trattamento è davvero onesto. Maharaja Pulao (riso “rinforzato”) come accompagnamento per i vostri piatti cremosi, siano essi Dal (lenticchie), o Palak (spinaci), Aloo Gobi (patate e cavolfiore), Paneer (formaggio) o melanzane, fate posto sulla tavola, vi riempiranno di piccoli contenitori di rame. Una vera festa del palato. Chicken Vindaloo (pollo piccantissimo) tra i miei preferiti. I vari “curries”, Samosa e Pakora quelli preferiti da mia moglie. Che le lenticchie spesso se le è fatte confezionare per portarne un po’ a casa.
In un secentesco palazzo a due passi dalla celebre chiesa (e Piazza) Santa Maria in Trastevere, i figli di Dario Cappellanti raccolgono in modo sublime l’eredità del padre, cucina ad indirizzo romano-giudaico, con carciofi, carni tradizionali e specialità di pesce.
Eccellente la pasta e ceci (preparata sapientemente dalla cuoca Iole, moglie del proprietario, una signora dai modi gentili) i gnocchetti con la fontina, gli agnolotti al ragout, gli affettati di manzo (la carne secca su tutte) e il brasato al Barolo. Piatti stagionali (come il tartufo di Alba) e fritture leggerissime precedono un carrello dei dolci ricco di sorprese: da citare le “palle del nonno” (dolce di pastella fritta con l’interno di ricotta e cioccolato) e la zuppa inglese, preparati, ovviamente, espressi.
Se vi trovate a passare per la splendida Roma o se siete fortunati da abitarci e siete amanti della cucina orientale qui di seguito vi consigliamo una serie di locali degni di nota per gustare le migliori specialità orientali. Potete iniziare con:
Kabir Fast Food: rosticceria e take-away indiano in via Mamiani; molta simpatia.
Hamasei: storico giapponese in via della Mercede ha aperto da poco anche il sushi-bar. Costoso, ma vale la visita.
Zenobia: ristorante arabo, piazza Dante: divertente sedersi a terra e nel weekend danza del ventre.
Città in fiore: cinese veloce ed economico in via Cavour 273; preziosa la cortesia di Giada che saluta tutti con un regalino.
Tra i negozi: Castroni offre un buon assortimento di ingredienti da tutto il mondo
Se volete scoprire l’ebbrezza di curiosare per le varie botteghe di spezie, mercato più fornito è a Piazza Vittorio. Alimenti che provengono da tutto il mondo.
Li chiamano locali mutanti e si stanno diffondendo in tutta Italia. All’estero già li conoscono da tempo mentre da noi è solamente da qualche anno che in città come Milano e Roma si sono affacciati. Chiamateli solamente caffetterie oppure ristoranti e sbaglierete di grosso!
Li chiamiamo in questo modo in quanto cambiano destinazione d’uso nel corso della giornata. Sono, in genere, locali aperti dalla mattina fino a notte fonda; intorno alle nove offrono deliziose colazioni sia internazionali che italiane, durante la mattinata è poi possibile prendere un aperitivo oppure verso mezzogiorno un lunch sedendosi comodamente ad un tavolino con offerte molto variegate nel menù.
Dalle 18.00 poi si comincia con degli aperitivi aspettando la cena che, di certo, non deluderà anche i palati più raffinati. E poi? Pensate che sia finita? Vi sbagliate di nuovo in quanto i locali mutanti rimangono aperti fino a notte fonda accompagnando i loro ospiti a ritmo di danze e musica dal vivo.
Metti una sera a cena con degli amici, una cucina esotica ma dal gusto delizioso, un ambiente da mille e una notte e voilà il gioco è fatto: Kabab, ristorante persiano nel centro di Roma. Dalla strada attraverso le vetrate è possibile scorgere tante candele, luci ed un’ atmosfera davvero calda e famigliare ma non appena si entra si viene completamente travolti dalla magia dell’Antico Oriente.
Pareti pienamente decorate di formelle luccicanti e variopinte, soffitto tondeggiante rivestito in legno, un sottofondo di musica folkloristica persiana e ovviamente tante narghilè. Ma questo è solo l’inizio di questa serata magica. Non appena ci sediamo a tavola delle gentilissime signorine ci danno il benvenuto e cominciano a descriverci i piatti tipici di questa terra affascinante che è la Persia.
Tra gli antipasti (ce ne sono molti) è possibile degustare delle cotlette cioè frittelle fatte con patate, carne di manzo, uova, zafferano e cannella; l’ antipasto mast salsa di yogurt fatto con crema di yogurt, sale, mentuccia persiana e polvere d’aglio; l’ antipasto cufte fatto con carne di manzo, riso, erbe aromatiche persiane e sugo di pomodoro. Proseguiamo con il secondo che è un vero piatto unico avendo in se carne, verdura, riso e salse di accompagnamento.
SORA MARGHERITA – Trattoria
P.za delle Cinque Scole, 30 – Roma
Telefono 06 6874216, Niente Carte di credito
Chiusura: Aperto solo a pranzo dal Martedì al Sabato (Nel Weekend anche la sera)
Coperti: 35
Ambiente: Familiare
Cucina: Tradizionale, Giudaico-romanesca
Target: Turisti, clientela affezionata
Una piccola perla nel cuore del ghetto, al centro di Roma, così si potrebbe definire la trattoria di Sora Margherita. Una porta appena visibile, senza insegna, come le vecchie osterie di una volta, (quando è chiuso non si vede nemmeno) è un vero miracolo che sia sopravvissuta indenne fino ad oggi. Ambiente caldo e familiare, piccolissimo, con una cucina minuscola ma di qualità, che si contraddistingue per tutto ciò che è casareccio: quasi tutto fatto in casa, dalla pasta al pane. Agnolotti, fettuccine a cacio e pepe, involtini, carciofi alla giudia, la parmigiana estiva, abbacchio a scottadito o alla cacciatora, aliciotti con indivia, baccalà. Fortissima l’ispirazione della più tipica cucina romana con un’importante penetrazione della cucina giudaica (siamo nel quartiere che corrispondeva all’area del ghetto ottocentesco).
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