- Kabir Fast Food: rosticceria e take-away indiano in via Mamiani; molta simpatia.
- Hamasei: storico giapponese in via della Mercede ha aperto da poco anche il sushi-bar. Costoso, ma vale la visita.
- Zenobia: ristorante arabo, piazza Dante: divertente sedersi a terra e nel weekend danza del ventre.
- Città in fiore: cinese veloce ed economico in via Cavour 273; preziosa la cortesia di Giada che saluta tutti con un regalino.
- Tra i negozi: Castroni offre un buon assortimento di ingredienti da tutto il mondo
- Se volete scoprire l’ebbrezza di curiosare per le varie botteghe di spezie, mercato più fornito è a Piazza Vittorio. Alimenti che provengono da tutto il mondo.
Ristoranti in Italia
Frappuccino all’italiana (vagamente ispirato a Starbuck’s)
Fonduta di formaggio al ristorante? Anche a Firenze…
Il Cibreo: un piatto… regale!
MacHuevo, Samurai Pork Burger, Maharaja Mac: Storia di McDonald’s dalle origini ai giorni nostri
Le Giare, un ristorante per riscoprire i sapori genuini della terra
Caffè Renzelli: un aroma antico dal cuore di Cosenza
Recensione: SORA MARGHERITA | Trattoria, Roma
SORA MARGHERITA – Trattoria
P.za delle Cinque Scole, 30 – Roma
- Telefono 06 6874216, Niente Carte di credito
- Chiusura: Aperto solo a pranzo dal Martedì al Sabato (Nel Weekend anche la sera)
- Coperti: 35
- Ambiente: Familiare
- Cucina: Tradizionale, Giudaico-romanesca
- Target: Turisti, clientela affezionata
Una piccola perla nel cuore del ghetto, al centro di Roma, così si potrebbe definire la trattoria di Sora Margherita. Una porta appena visibile, senza insegna, come le vecchie osterie di una volta, (quando è chiuso non si vede nemmeno) è un vero miracolo che sia sopravvissuta indenne fino ad oggi. Ambiente caldo e familiare, piccolissimo, con una cucina minuscola ma di qualità, che si contraddistingue per tutto ciò che è casareccio: quasi tutto fatto in casa, dalla pasta al pane. Agnolotti, fettuccine a cacio e pepe, involtini, carciofi alla giudia, la parmigiana estiva, abbacchio a scottadito o alla cacciatora, aliciotti con indivia, baccalà. Fortissima l’ispirazione della più tipica cucina romana con un’importante penetrazione della cucina giudaica (siamo nel quartiere che corrispondeva all’area del ghetto ottocentesco).
Pistacchi di Bronte nel cous cous di Pino Cuttaia
Il Pistacchio di Bronte, appartenente alla cucina tipica siciliana, viene prodotto a Bronte, Adrano, Biancavilla, Ragala e Balpassoin, tutti in provincia di Catania.
Originario dell’Iran, il pistacchio giunse in Europa intorno al I secolo d.C.. Presente in vari paesi del bacino mediterraneo, è attualmente coltivato in Spagna e in Sicilia. Il pistacchio di Bronte cresce su terreni lavici, dove altre coltivazioni non potrebbero sopravvivere. Proprio la composizione del terreno dona al pistacchio quelle caratteristiche che lo contraddistinguono. L’albero del pistacchio è coltivato su terreni collinari e può crescere a diversi metri di altezza; si utilizzano i frutti muniti di guscio sottile e chiaro. Hanno un sapore aromatico e dolce che li rende appetibili e ricercati, anche da grandi chef come Pino Cuttaia.
Peck – Milano: dal cestino storico all’ Italian Bar
Come ogni storia che si rispetti, bisogna andare indietro nel tempo, precisamente nel lontano 1883, quando Francesco Peck, salumiere di Praga, arriva a Milano e apre un laboratorio/salumeria destinato a diventare un nome importante nella gastronomia mondiale.
Nel corso degli anni l’azienda è passata tra diverse generazioni e famiglie, fino a giungere, alla metà degli anni cinquanta, nelle mani di quattro fratelli, Angelo, Mario, Remo e Lino Stoppani, che arrivarono a Milano come semplici garzoni e, grazie all’aiuto di Giovanni Grazioli (precedente proprietario di Peck) diventano i successori di questa attività.
Mojito, vini doc, sushi… sulle guglie del duomo!
A volte è proprio il caso di dirlo: fortunati i milanesi, che vivono in una città all’ avanguardia, in continua evoluzione e che offre di tutto un pò!
L’ ho pensato leggendo un articolo su Vanity Fair, riguardante la nuova “food hall” della Rinascente, nella storica sede di fronte al Duomo.
Al settimo piano, con una vista mozzafiato sulle guglie, è nato un nuovo tempio dedicato interamente al gusto, dove è possibile trovare prodotti esclusivi difficilmente reperibili altrove, per gustarli a qualsiasi ora del giorno, fino a tarda sera: otto locali dedicati alla degustazione offrono sushi e prodotti doc, mentre una sezione “market” propone oltre 1000 prodotti per un regalo speciale o per coccolarsi il palato.
Gli gnocchi di Ilario Vinciguerra
Ilario Vinciguerra, trentenne, napoletano, è il titolare dell’ “Antica trattoria Monte Coscone” a Varese ed è uno dei nuovi chef emergenti. Ilario è apprezzato per la sua cucina raffinata (oltre che per la sua simpatia), la sua creatività e la tecnica che utilizza per realizzare i suoi piatti.
Nonostante la giovane età ha gia vissuto eperienze lavorative importanti, passando dalle cucine di Don Alfonso ai grandi alberghi svizzeri. Da qualche anno ha aperto questo intimo localino sulle colline lombarde, dove propone una cucina “ardita” ma dai sapori mediterranei. Proponiamo un suo cavallo di battaglia:
Gnocchetti di zucca con cozze e maggiorana, di Ilario Vinciguerra
Ingredienti per 4 persone:
- 4 Kg di zucca campana
- 200 gr di farina tipo “00”
- 500 gr di cozze
- 1 mazzetto di maggiorana fresca
- 1 spicchio di aglio
- olio extravergine d’oliva
- sale e pepe