Nuova opportunità di lavoro nella ristorazione in Europa: c’è tempo fino al 31 agosto2017 per potersi candidare nel settore della ristorazione all’estero come conferma l’offerta di Eures Milano, società specializzata nella ricerca del lavoro in Europa. La società ha recentemente pubblicato un annuncio circa le selezioni in corso per due cuochi con esperienza presso un ristorante in Germania.
Il ristorante che assume è specializzato nella produzione di vini e in piatti regionali e stagionali: si ricercano cuochi con pregressa esperienza e alcuni precisi requisiti già specificati nell’annuncio stesso.
Chi ha detto che in estate non si può andare al ristorante? Certo, la prova costume è praticamente arrivata, ma in vacanza spesso e volentieri si moltiplicano le opportunità di andare a cena fuori al ristorante. Come cavarsela senza temere per la linea?
Il vero trucco sta nel mantenere uno stile di vita sano durante tutto l’anno, ma ecco qualche trucchetto elargito dalle nutrizioniste Floriana Di Pippa e Monica Zago di TheFork, tra le più diffuse app di prenotazione online dei ristoranti, per concedersi il lusso di andare fuori al ristorante senza danneggiare troppo la linea.
Secondo la prestigiosa rivista britannica Restaurant Magazine non ci sono dubbi: il miglior ristorante al mondo è El Celler in Costa Brava. Al primo posto tra i 50 migliori ristoranti del 2013. Ancora una volta la Catalogna torna a piazzarsi al primo posto per la sua cucina nella classifica gastronomica mondiale. Il risultato ottenuto grazie al confronto con El Bulli, del celebre Ferran Adrià, chiuso da tempo e per ben 5 anni re indiscusso oltre che dalle tre stelle attribuite dalla Guida Michelen.
E se improvvisamente venissimo derubati del senso più immediato, che alimenta il nostro immaginario e che fa salire di un buon 50% l’acquolina in bocca davanti a un bel piatto di lasagne? Una provocazione. Mangiare attiva tutti i sensi: ci entusiasmano i colori, i profumi inebriano, origliamo le croccantezze, gustiamo i sapori e soppesiamo le consistenze. Ma la vista rimane il senso di riferimento più importante per le notre esperienze anche in campo enogastronomico.
Una cena completamente al buio: gli odori si confondono, dov’è la forchetta? Il coltello sarà questo? Ce la farò a prendere il bicchiere e versare il vino?
Abituati in situazioni dove l’immagine è tutto, attivare anche gli altri sensi per esplorare il mondo e scoprire che i sensi non sono solo cinque, concentrandosi sul gusto e sui sapori.
Farsi inghiottire dal buio più nero per una notte, per una cena, per mettere alla prova i propri sensi e scoprire nuove visioni. A Milano è possibile: Dialogo nel Buio è una mostra ospitata nella sede dell’Istituto dei Ciechi di Milano, dove è possibile prenotare una cena in totale oscurità, accompagnati da guide non vedenti.
Provare a supplire al bisogno primario di mangiare, completamente al buio, senza colori e senza luce. Scoprire ascoltando, toccando ed annusando.
Riusciranno poche ore a risvegliare i sensi del gusto, dell’olfatto, del tatto, dell’udito? Come quando da piccoli si giocava a mosca cieca, riconoscere le cose, riuscire a distinguere oggetti comuni. Ma soprattutto per godere totalemte di sapori e profumi senza influenzare i nostri gusti dagli stimoli visivi, parlando e chiaccherando con i commensali senza condizionamento dell’apparenza.
Forse non tutti lo conoscono perchè in Italia non è ancora arrivato e forse non arriverà mai, ma chi è stato all’estero ed è passato davanti all’insegna Starbucks ha certamente varcato la soglia, anche solo per ritrovare l’atmosfera celebrata nei film e nelle serie televisive americane, e senza dubbio se ne è uscito con il bicchierone “usa e getta” carico di frappuccino.
Il frappuccino, una specie di frappè al cappuccino, costituisce il prodotto di spicco della catena di caffetteria. Secondo quanto ha rivelato la multinazionale il frappuccino è nato nel 1995 dall’idea di un assistente manager. Ne esiste anche una versione light, messa in vendita dal 2004 con il 54% delle calorie del normale frappuccino, ed una decaffeinata.
Il Frappuccino è uno dei simboli della globalizzazione e lo bevono in 43 paesi del mondo, dalla Russia all’Egitto, mentre in Italia per motivi che già noi di Ginger&Tomato abbiamo approfondito, gli appassionati di Starbuck’s si sono dovuti rassegnare. Ma se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto, no?
L’ultima volta che sono stata a contemplare Parigi, in novembre, ho avuto modo di cenare in piccoli ristoranti dove era possibile gustare la cucina francese. Con mia grande sorpresa, devo ammetterlo, uno dei piatti che più frequentemente trovavo nella “carte” non erano “les escargots” o la ratatouille di verdure, ma la zuppa di cipolle. Sapevo ovviamente che questo fosse uno dei capisaldi della cucina d’oltralpe, ma averla trovata in maniera così massiccia mi ha spiazzato, davvero.
Ho dovuto superare quindi una certa ritrosia iniziale, lo confesso, ma con mio grande piacere, ho scoperto un piatto gustosissimo e non assolutamente non impegnativo per la pancia di una giovane turista. Una volta tornata a casa ho cercato più volte di replicarla e dopo diversi insuccessi e ricette messe alla prova, sono riuscita a trovare quella che più si avvicinava alla zuppa di cipolle che avevo tanto gradito a Parigi.
E’ un piatto prevalentemente invernale, come si può immaginare, ed è perfetto nelle fredde serate invernali. In alcune parti d’Italia si comincia già a sentire profumo di primavera, ma secondo me siete ancora in tempo per sperimentarla.
IlmcDonald’s è ormai diventato un fenomeno sociale: migliaia di adolescenti, bambini e in buona parte anche adulti, amano mangiare il classico hamburger nel fast food più famoso al mondo. In ogni grande centro commerciale non manca il punto ristoro McDonald’s, cosicchè anche chi non è un consumatore abituale di Macmenù ed Happy meal, si trova spesso seduto ad un tavolo con davanti un vassoio pieno di patatine, ketchup e maionese. La strategia economica all’americana colpisce tutti, ma proprio tutti, anche noi italiani. Si, perchè anche i più accaniti sostenitori della buona cucina e della dieta mediterranea almeno una volta nella vita si troveranno a consumare il cibo veloce, tra un acquisto e l’altro o semplicemente perchè i bambini insisteranno per avere il loro tanto agognato happy meal con sorpresa.
Metti una sera a cena con degli amici, una cucina esotica ma dal gusto delizioso, un ambiente da mille e una notte e voilà il gioco è fatto: Kabab, ristorante persiano nel centro di Roma. Dalla strada attraverso le vetrate è possibile scorgere tante candele, luci ed un’ atmosfera davvero calda e famigliare ma non appena si entra si viene completamente travolti dalla magia dell’Antico Oriente.
Pareti pienamente decorate di formelle luccicanti e variopinte, soffitto tondeggiante rivestito in legno, un sottofondo di musica folkloristica persiana e ovviamente tante narghilè. Ma questo è solo l’inizio di questa serata magica. Non appena ci sediamo a tavola delle gentilissime signorine ci danno il benvenuto e cominciano a descriverci i piatti tipici di questa terra affascinante che è la Persia.
Tra gli antipasti (ce ne sono molti) è possibile degustare delle cotlette cioè frittelle fatte con patate, carne di manzo, uova, zafferano e cannella; l’ antipasto mast salsa di yogurt fatto con crema di yogurt, sale, mentuccia persiana e polvere d’aglio; l’ antipasto cufte fatto con carne di manzo, riso, erbe aromatiche persiane e sugo di pomodoro. Proseguiamo con il secondo che è un vero piatto unico avendo in se carne, verdura, riso e salse di accompagnamento.
Parlando di itinerari gastronomici oggi ci fermiamo in Canada, anzi in Québec. State attenti, perché rischiate di rimanere prigionieri dell’incantesimo
Tutto è cominciato nel Dicembre del 1980 quando, lei, Sarabeth riportò in vita una vecchia ricetta segreta di famiglia di una fantastica marmellata.
Da quel giorno, l’amore, la dedizione e la cura quasi maniacale per gli ingredienti e l’arte culinaria, l’hanno portata a creare dei veri e propri “regni” per la prima colazione nella città di New York.
Ogni mattina il rito dell’american breakfast si ripete sempre allo stesso modo. Caffè e spremute d’arancia freschissima, scones, muffin alla frutta, frittelle con sciroppo d’acero, french toast e crepes, torte e biscotti profumati.
Quando si parte per un viaggio a New York, avrete senz’altro lo zainetto pieno di guide che reclamano questo o quel locale, insieme a mucchi di foglietti scarabocchiati con i consigli di amici, parenti. Ignorateli. Prendete un taxi (o fate una passeggiata) e venite qui.
Per gli amanti del salato, l’esperienza si fa ancora più interessante: famose le eggs benedict con salmone, le uova superlative in ogni maniera, toast e tanti piatti che vengono serviti lungo tutto l’arco della giornata.
Nel negozio si vende tutto quello su cui l’occhio può cadere, barattoli di conserve di tutti i colori e formati, contenitori pieni di biscotti. Tra i nostri piatti preferiti, sicuramente morbidi pancake, frittelle americane, la cui ricetta è custodita gelosamente e per la quale Sarabeth non è certo famosa per niente.
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