La pasta ripiena? È uno dei piatti più amati dagli italiani. A detta della società di ricerche Gfk Panel Services, per esempio, i nostri connazionali ne acquistano ben 49mila tonnellate l’anno, per una spesa totale di 320 milioni di euro: una quantità di gran lunga superiore ad altri tipi di pasta fresca, come quella all’uovo (12mila tonnellate) o gli gnocchi (poco meno di 24mila).
II motivo di un simile successo? Prima di tutto, la pasta ripiena è un grande classico della tradizione culinaria italiana: nel nostro Paese ne esistono centinaia di versioni differenti, dai tortelli di Parma ai tortellini bolognesi, fino agli agnolotti al plin del Piemonte e ai pansotti liguri. E poi, tortellini e ravioli sono capaci di rendere felici anche i bambini di gusti difficili.
La pasta ripiena ha un’origine antichissima: ne parla già Mastro Martino, il più celebre chef del Quattrocento, che nel suo celebre ricettario De Arte Coquinaria descrive il procedimento per preparare i «pastelli con carne», non molto diversi dai nostri ravioli. II re delle paste ripiene? È il tortellino bolognese, apprezzato in tutto il mondo. Una curiosità: a questa saporita preparazione è dedicata perfino una confraternita. Si chiama «Dotta Confraternita del Tortellino», è stata fondata nel 1965 e nel 1974 ha addirittura depositato presso la Camera di commercio di Bologna l’autentica ricetta del ripieno, a base di mortadella, lombo di maiale, prosciutto crudo, uova e noce moscata.