Le lasagne al radicchio per il pranzo di natale

Oggi vorrei consigliarvi un primo piatto per natale dal sapore delicato e, il che non guasta nel caso abbiate degli invitati che non mangiano carne, vegetariano, le lasagne al radicchio. Si tratta di un primo piatto molto delicato ma allo stesso tempo di grande gusto a base di radicchio, stracchino e scamorza affumicata. Proprio la scamorza affumicata contribuisce a dare quel pizzico di gusto in più che va a contrastare la  delicatezza dello stracchino e del radicchio.

Per la preparazione delle lasagne al radicchio dovrete procedere così: preparare un soffritto con la cipolla e l’olio nel quale fare cuocere il radicchio tagliato a listarelle. Il radicchio cotto dovrà essere frullato con il mixer con lo stracchino in modo che si ottenga una crema morbida. Ricordatevi di lasciare qualche strisciolina di radicchio per la decorazione. A questo punto arriva il momento di comporre le nostre lasagne. Dovremo creare uno strato di pasta, uno di crema di radicchio ed infine una abbondante spolverata  di scamorza affumicata grattugiata con una grattugia a fori larghi.

Faraona ripiena ai carciofi ligure. Il secondo tradizionale del Natale.

Abbiamo parlato spesso dei piatti di carne tipici del Natale. Mentre per la sera della vigilia di Natale tradizionalmente si mangia il pesce, il pranzo di Natale è un trionfo di carni, prime fra tutte il cappone, che è presente nelle ricette tradizionali di tante regioni italiane. Ma ci sono anche ricette tradizionali a base di tacchino e faraona. La faraona è la protagonista della ricetta di oggi. E’ una carne molto proteica e quindi nutriente, in più è un piatto succulento e raffinato, un secondo perfetto per le feste natalizie. Il ripieno della faraona può essere fatto in molti modi, ma quello di oggi è abbastanza leggero, a base di carciofi con un po’ di pancetta che conferisce un gusto più deciso a tutta la preparazione. Per il Pranzo di Natale la faraona è una buona scelta, molto gustosa, versatile in cucina e soprattutto di dimensioni limitate, sarà sicuramente consumata tutta durante il pranzo. La ricetta della faraona con ripieno ai carciofi non è difficilissima. L’unica noia potrebbere essere quella di dover fiammeggiare la faraona prima di cucinarla, per rimuovere penne e piume eventualmente rimaste attaccate alla pelle. E poi dovrete preparare un brodo vegetale, che servirà per bagnare la faraona mentre cuocerà in forno. Potete preparare il brodo il giorno prima per risparmiare tempo. Come accompagnamento alla faraona ripiena, servite delle fettine di polenta gratinate con un po’ di burro oppure un formaggio erborinato. Al fondo di cottura della faraona ripiena, potete anche aggiungere una cipolla tagliata a spicchi che diventerà bruna e caramellata.

Un antipasto per la vigilia di natale, le capesante gratinate al forno

Ecco pronto per voi un altro antipasto natalizio, adatto per la cena della vigilia a base di pesce: le capesante al forno. Le capesante sono delicate e vanno cotte per poco tempo, pena il fatto che diventino dure e gommose. Solitamente si puliscono staccandole dal guscio, ed è questo il caso, vanno servite nel guscio di appartenenza, quindi abbiate cura nel lavarlo bene, se necessario passate sopra una retina metallica per eliminare tutte le impurità.

La preparazione delle capesante al forno è molto semplice e veloce. Per 4 persone vi serviranno 8 capesante, ma anche 3 a testa non andrebbero male, del pane grattugiato, uno spicchio di aglio, olio, prezzemolo, sale e pepe. Insomma i classici ingredienti solitamente utilizzati nell’impaninatura tipica degli alimenti al gratin. Dopo aver pulito bene le capesante ed anche i gusci, dovrete rimettere i molluschi dentro la conchiglia e ricoprirli con un intruglio ottenuto mescolando il pangrattato con tutti gli altri ingredienti a cucchiaiate. A questo punto sarà la volta della cottura in forno a 180C° per circa 20 minuti o comunque fino a quando il pane non si sarà dorato.

Vincisgrassi marchigiani, un primo tradizionale del Natale.

Questa è la ricetta più marchigiana di tutte, e nel contempo, secondo me, la più multietnica e la più tradizionale del Natale marchigiano. Di questo piatto si è molto scritto e parlato, nell’intento di scoprirne l’origine autentica. Fino a poco tempo fa, l’ipotesi più accreditata faceva derivare la parola “Vincisgrassi” dal nome di un generale austriaco, tale Windisch Graetz che nel 1799 durante le guerre napoleoniche era di stanza ad Ancona con le sue truppe, cui, secondo la legge, il cuoco personale aveva dedicato la ricetta. Questa ipotesi ha perso però autorevolezza con il ritrovamento de “Il Cuoco Maceratese”, libro scritto nel diciottesimo secolo da Antonio Nebbia, grande cuoco di corte dell’epoca. In questo libretto Antonio Nebbia riporta una ricetta definendola “Salsa per il Princisgras” (grasso da principi). “Il cuoco maceratese”, da cui è tratta l’originale ricetta dei vincisgrassi, è un manuale di cucina del 1779. E’ il ricettario che fissa, per la prima volta, le regole dell’alimentazione nazionale moderna e offre, ancora oggi, molte opportunità di mettere in tavola le più originali e tipiche ricette dell’epoca. Questa specialità, tanto appetitosa, si allargò negli usi del popolo, e con l’uso la preparazione venne modificata a seconda dei costumi e delle mode delle varie epoche. Una ricetta originale è impossibile da definire, perché ogni marchigiano ha introdotto personalissime variazioni, che però non hanno alterato l’armonia dei sapori di questa pasta al forno.
Nella ricetta originale, ad esempio, non si parla affatto di pomodoro e besciamella
, cosa che oggi sorprenderebbe le stesse famiglie marchigiane di più lontana tradizione.

timballo anelletti forno primo palermo natale

Timballo di anelletti al forno. Il primo palermitano del Natale.

timballo anelletti forno primo palermo natale

In Sicilia la pasta non è un cibo qualsiasi. I siciliani, e tra questi ci sono anche io, amano la pasta di ogni formato e con qualunque condimento e soprattutto durante le festività natalizie o le principali ricorrenze, non rinunciano assolutamente ad una bella porzione di pasta al forno. Quella che vi propongo oggi è una ricetta tipica del palermitano ma diffusa un po’ in tutta l’isola, cioè il timballo di anelletti al forno. Gli anelletti sono dei piccoli cerchietti da cuocere prevalentemente per preparare la pasta al forno, infatti la loro forma e la capacità di trattenere i condimenti li rende perfetti per gli sformati. A vederli sembrerebbero più adatti per la pastina, invece danno il loro meglio solo con il ragù di carne. Questa  pasta al forno, conosciuta anche come “timballo di anelletti fa parte della tradizione gastronomica palermitana infatti i primi timballi nati a Palermo, furono elaborati durante la dominazione araba nel IX secolo, per poi diffondersi in tutta l’isola. Si tratta non solo di un primo, ma anche di un piatto unico perchè contiene la pasta, la carne e le verdure. Gli ingredienti principali sono il ragù di carne ed i piselli, però in Sicilia ognuno li fa a modo suo. Mia madre, per esempio, è solita mettere le uova sode affettate, le melanzane fritte e la provola ragusana. Condimento, profumo, ma soprattutto un gusto deciso e squisito: sono queste le caratteristiche dei piatti siciliani delle feste. E il timballo di anelletti al forno non si sottrae alla regola.

Un secondo di carne per natale, il rotolo di tacchino

Buon lunedì, meno un giorno alla festa dell’Immacolata, vero anticipo delle vacanze natalizie, e poco più di due settimane al giorno di natale. Beh, come avevamo preventivato il tempo sarebbe volato e ci saremmo trovati seriamente, ma soprattutto concretamente, a pensare all’organizzazione dei pranzi e cene festivi. Ed ecco qua che oggi vi propongo un secondo di carne per il pranzo di natale, il rotolo di tacchino al forno. Inutile dire che di rotoli, di tacchino e non, ne esistono centinaia di varianti, ma quello che è certo è che possiamo scegliere il ripieno che fa per noi.

Quello che vi propongo oggi prevede un ripieno di spinaci, scamorza affumicata e prosciutto crudo. Una bontà unica. Il rotolo di tacchino al forno si prepara molto facilmente: si stende la fesa di tacchino su piano, si sala, si ricopre di prosciutto crudo a fette, spinaci lessati, salatati in padella con burro e noce moscata e le fette di scamorza affumicata.

I roccocò. Biscotti natalizi della Campania.

I dolci sono qualcosa in più di una semplice dedica al palato: rappresentano un profumato appuntamento con la memoria, un frammento di vita vissuta che rievoca ricorrenze, domeniche in famiglia ed allegre feste con parenti ed amici. I biscotti poi, sono un dolce molto semplice da preparare, si conservano per lungo tempo e nella preparazione potete coinvolgere amiche e bambini e così trascorrere un pomeriggio in allegria.  Un’altro dolce natalizio. Ritorniamo nuovamente a Napoli e dopo gli struffoli parliamo dei roccocò. Anche questo è un dolce storico, pensate che risale addirittura al 1320 e la tradizione vuole che sia stato inventato dalle monache del Real Convento della Maddalena . Il roccocò è un dolce  tipico del Natale napoletano prodotto con mandorle, farina, zucchero, canditi e pisto (un mix di cannella, chiodi di garofano, coriandolo, anice stellato e noce moscata) che dà loro l’odore e il colore caratteristici. E’ come un biscotto cotto al forno ed ha una forma tondeggiante simile a quella di una ciambella schiacciata della grandezza media di 10 cm. È un biscotto particolarmente duro quindi può essere gustato ammorbidito, bagnandolo nel vermouth, nello spumante, nel vino bianco o nel marsala. Il suo nome deriva dal termine francese rocaille per via della forma barocca e tondeggiante simile a una conchiglia arrotondata. Il dolce viene mangiato a chiusura del pranzo, si inizia l’8 dicembre e si continua per tutto il periodo natalizio.

Un primo per la vigilia, il risotto ai frutti di mare

Finora come primi festivi vi ho proposto dei piatti a base di pasta. Ma non dimentichiamoci del riso e soprattutto dei risotti: così avvolgenti, cremosi e adatti per ogni occasione. Il riso del resto in alcune parti d’Italia ed anche in alcune famiglie è più consumato rispetto alla pasta. Noi in famiglia non lo mangiamo spessissimo e non saprei dire neanche il perchè, però quando lo portiamo in tavola, la sensazione di appagamento è unica.

Il risotto ai frutti di mare lo trovo adatto alla cena della vigilia di natale. Innanzitutto perchè è a base di pesce e poi perchè è un risotto ricco di sapore ed in genere è apprezzato da grandi e bambini. Per la preparazione del risotto ai frutti di mare dovrete procurarvi: dei calamari, dei calamaretti, delle vongole e delle cozze; prezzemolo a volontà che con il pesce sta sempre bene e qualche pomodorini fresco fresco che arricchirà di colore e di delicatezza il  nostro risotto.

Il Panpepato, una tradizione natalizia dell’Italia centrale.

Un dolce tradizionale tipico del ferrarese, del ternano e della provincia di Rieti, ormai preparato artigianalmente in tutta Italia e consumato durante le festività. Oggi vi parlo del Panpepato o Panpapato, preparato seguendo una ricetta tradizionale delle festività natalizie. Secondo la tradizione questo dolce è composto da mandorle, nocciole, noci, pepe, cannella, noce moscata, canditi, ricavati anche dalla buccia di arance o cedro, miele, farina, mosto cotto d’uva e cotto al forno (meglio se a legna), il tutto impastato con o senza cacao. L’origine del nome è da ricercarsi nella doppia interpretazione Pan del Papato o Pane pepato, cioè speziato; entrambe le versioni del nome sono attendibili, legate alle sue origini o ai suoi ingredienti. Le origini del “Pampapato di Ferrara” si ricollegano alla tradizione di preparare i cosiddetti pani arricchiti durante le festività natalizie. La ricetta è probabilmente nata nei conventi di clausura del Ferrarese, attorno al XV secolo, quando lo Stato della Chiesa aveva forte influenza sul territorio, ma presto divenne anche un dolce consumato dalla corte ducale degli Estensi, con un forte influsso orientale. Oggi questo dolce è un piatto tipico del Natale nell’Italia centrale, specialmente in Lazio. Un tempo veniva preparato in ogni famiglia con ricette che differivano leggermente una dall’altra, mentre oggi è essenzialmente un prodotto artigianale che a Natale si può anche regalare agli amici.

cotechino in crosta funghi

Ricette per natale 2010, il cotechino in crosta

Non poteva mancare di certo all’appello uno dei prodotti più consumati durante il periodo natalizio, il cotechino. Il cotechino è uno degli alimenti davvero più presenti sulle tavole imbandite a festa. A dir la verità non lo amo particolarmente ma devo dire che camuffato così, il cotechino in crosta, rappresenta un ottimo secondo festivo.

Il cotechino in crosta si prepara facendo bollire il cotechino in abbondante acqua salata,  e disponendolo su un rotolo di pasta sfoglia steso e ricoperto di senape. A questo punto la pasta sfoglia si arrotola, viene cosparsa di latte e semi di sesamo e va cotta in forno. Per rendere più bello esteticamente il nostro cotechino possiamo decorarlo con ritagli di pasta sfoglia a piacere e per rendere la doratura ancora più intensa, sarà bene sostituire il latte con un uovo sbattuto.

Una ricetta pugliese per il Natale 2010: l’agnello al forno con lampascioni.

Se c’è un piatto di carne tipico del Natale, fatta eccezione per il cappone, quello è sicuramente l’agnello. In moltissime regioni d’Italia infatti, accanto al tipico cappone, è tradizione mangiare l’agnello cotto al forno, accompagnato magari dalle patate. La ricetta di oggi proviene dalla Puglia. I colori, i profumi e i sapori di questa terra sono quelli del Mediterraneo, e quando pensiamo alla sua cucina immaginiamo immediatamente pasta, legumi, ortaggi, frutta, tanto pesce, poca carne e il buon olio extra vergine d’oliva. La Puglia è ricca di tutto questo. Ne nasce una gastronomia semplice, ma saporita, con ingredienti davvero eccellenti. In Puglia l’agnello al forno è il piatto principe delle feste e viene generalmente accompagnato da una specialità di questa terra: i lampascioni. Piccola premessa per chi non  conoscesse i lampascioni, sono dei cipollotti che crescono spontanei solo in Puglia. Hanno il bulbo di colore rosso-violaceo, di piccole dimensioni, hanno un sapore amarognolo ed è per questo che prima di essere consumati vanno puliti e tenuti a bagno per qualche ora e poi  fatti bollire per circa 10minuti. Il lampascione più noto è quello della Murgia. A finire sulle nostre tavole è in verità il bulbo di questo cipollotto selvatico imparentato con l’aglio che cresce, spontaneamente, nelle terre della Puglia e della Basilicata.

Il pane alle noci sulle tavole natalizie

E restando in tema noci, ieri le linguine, oggi è la volta del pane. Ho pensato che in occasione di una festa così attesa e così importante quale è il natale, potremmo “addobbare” a festa anche il pane, proponendone una versione ricca e consona all’avenimento: il pane alle noci. Il pane alle noci servito già tagliato a fette dentro cestini di vimini poste a centro tavola, fa molto atmosfera natalizia.

Ma vediamo un pò come si prepara in casa. Intanto dovrete sgusciare e tritare le noci.Setacciare la farina, sciogliere il lievito nell’acqua tiepida, versarlo sulla farina, con lo zucchero e mescolare e lavorare a lungo. Aggiungere il sale, e formare una palla da far riposare e lievitare in un luogo asciutto e lontano da fonti di calore. Quando l’impasto sarà raddoppiato di volume, lavorarlo e dargli la forma desiderata. Riporlo nuovamente a lievitare ed infine cuocerlo in forno già caldo a 220C° per circa 40 minuti.

Baccalà arracanato. Dal Molise una ricetta per la vigilia di Natale 2010.

Il Molise è una regione ricca di prodotti che la caratterizzano nell’intera Penisola. Tra i saporitissimi ortaggi che vengono coltivati nel territorio molisano: grandi peperoni carichi di sapore, dolcissimi i fichi, piccoli e di scorza neri, i grossi broccoli neri ed i meloni. Ad Isernia vengono coltivati gli spinaci, i fagioli cannellini e Monteroduni è famosa per le meravigliose pesche e albicocche, ricche di colore e sapore . Il Molise si affaccia con una costa bassa e sabbiosa sul Mar Adriatico. E’ qui che sorgono una serie di paesi come Petaccio, Termoli e Campomarino costituiti da piccole e caratteristiche stradine che d’estate si riempiono di turisti. La gastronomia dei paesi che si affacciano sul mare è tutta all’insegna del pesce. Scampi, triglie, cozze e vongole dominano nei piatti di questa zona creando con grande abilità risotti, zuppe e minestre. In una terra così ricca di sapori anche una ricetta molto comune come quella del baccalà, può diventare una specialità gastronomica.
Il baccalà arracanato, che vuol dire gratinato, è una ricetta tipica della cena della vigilia di Natale, perchè la tradizione vuole che la vigilia si mangi di magro. Semplice ma gustosissimo, questo piatto è arricchito dalla presenza delle noci e dell’uva passa che lo arricchiscono con il contrasto tra il croccante delle noci e il dolce a consistenza morbida dell’uvetta. La ricetta originale prevede che il tegame con il baccalà, sia messo a cuocere nel camino, completamente ricoperto dalla cenere. Durante il tempo di cottura, che può variare dai 30 ai 45 minuti, il baccalà va cosparso con una miscela di olio e vino e insaporito con qualche foglia di alloro.

Uno sfizio per il natale 2010, i tozzetti alle olive nere

Non so voi ma negli ultimi anni ho iniziato a regalare in occasione del natale ad amici e parenti delle ceste più o meno grandi piene di prodotti fatti in casa. Si passa dalle conserve, alle marmellate, dai cioccolatini ai biscotti, dai liquori agli sfizi salati. In particolare per questi ultimi quest’anno ho optato per i tozzetti salati, quelli alle olive nere. I tozzetti alle olive nere non sono altro che biscotti salati preparati a partire da una base fatta con uova, farina, lievito, parmigiano e sale.

A questa base si vanno ad aggiungere degli ingredienti  a piacere che possono consistere in frutta secca, tipo noci e mandorle, oppure in semi come quelli di sesamo o di papavero. Io ho scelto le olive nere che piacciono un pò a tutti, ma ovviamente vi regolerete in base ai gusti vostri e, nel caso, del destinatario dei tozzetti. Per la preparazione dei tozzetti alle olive nere dovrete mescolare dapprima la farina setacciata con le uova, aggiungere il pizzico di lievito, il formaggio grattuggiato  ed il sale.