Un contorno per natale, i peperoni alle mandorle in agrodolce

 

Non si tratta di peperonata, nè di caponata, ma di un contorno originale e delizioso: i peperoni alle mandorle in agrodolce. I peperoni alle mandorle sono contraddistinti da una nota agrodolce, racchiudono insieme consistenze diverse (quella morbida dei peperoni e quella croccante delle mandorle) e costituiscono un contorno perfetto se inserito nel menù natalizio. Per la preparazione dei peperoni con le mandorle dovrete procurarvi 6 peperoni di colori diversi, sceglieteli ovviamente in base alle vostre preferenze, l’ideale sarebbe utilizzarne due rossi, due verdi e due gialli.

Per la preparazione dei peperoni alle mandorle in agrodolce procedete così: innanzitutto scottate qualche minuto in acqua bollente i pomodori precedentemente incisi sulla buccia. Scolateli e privateli della pellicina esterna e dei semini e tagliateli a pezzetti tenendoli da parte. Successivamente tagliate i peperoni precedentemente puliti, privati dei filamenti esterni e dei semi, a falde e cuoceteli in abbondante olio extra vergine di oliva.

Profumi di Sicilia per il Natale 2010. L’insalata di arance e aringhe.

L’insalata di arance e aringhe affumicate, è una ricetta tipica delle tante borgate marinare sparse sugli splendidi litorali siciliani. Un piatto di origini povere perchè le arance in Sicilia si potevano rimediare praticamente ovunque, tanto che la costa di Palermo era denominata Conca d’Oro proprio per la moltitudine di alberi di arance carichi di frutti dorati. Le aringhe sono un pesce azzurro, mai particolarmente valutato dai mercati (per fortuna) e quindi di basso costo e alla portata praticamente di tutti, a dispetto del grande valore nutrizionale delle sue carni ed è un piatto molto comune nelle tavole di Natale di tante regioni italiane, dal Lazio alla Calabria. Questa ricetta, tipicamente siciliana, è particolarmente delicata e gustosan ed è ideale da proporre durante il periodo natalizio, per dare un tocco di originalità ed eleganza alla tavola, ma la si può gustare comunque per tutto il periodo in cui si trovano le arance sul mercato. Esistono diverse ricette arabe che contengono le arance come ingrediente base e c’è da immaginarsi che a seguito delle invasioni arabe in Sicilia, qualcosa di questa popolazione ci sia rimasto! Questa insalata ha un gusto particolare, il sapore “forte” dell’aringa viene ammorbidito dalla succosa e dolce arancia. Ideale anche come aperitivo “diverso” abbinato ad un vino bianco dal bouquet profumato.

Il casatiello napoletano, una ricca torta rustica

Chi lo conosce già al solo sentirne pronunciare il nome sarà invaso da una voglia irrefrenabile, a chi non lo avesse mai sentito pronunciare invece si aprirà davanti un nuovo mondo: sto parlando del casatiello napoletano, una torta rustica dalle origini napoletane, preparato prevalentemente nel periodo pasquale (ma io non mi lascerei perdere l’occasione di proporlo anche durante il periodo natalizio), a base di pasta lievitata.

La preparazione del casatiello napoletano prevede una lunga lievitazione e, come ripieno, una valanga di formaggi e salumi misti, insomma, il trionfo della rusticità! Per la sua preparazione vi consiglio di utilizzare una parte di farina manitoba, come già detto, più ricca di glutine che conferirà al nostro casatiello una morbidezza unica. Mentre per il ripieno c’è da sbizzarrirsi: potete variare a vostro piacimento tra provolone dolce o piccante, fontina, caciocavallo, grana, etc, mentre per quanto riguarda i salumi potete scegliere tra salame, prosciutto e pancetta. L’impasto prevede che venga amalgamata la farina con lo strutto, il pepe ed il lievito, e dell’acqua tiepida.

risotto radicchio

Una ricetta natalizia light: il risotto al radicchio trevigiano.

Il risotto al radicchio rosso è un primo piatto saporito e gustoso, l’ideale per chi sta facendo i conti con i sensi di colpa post abbuffate natalizie. Purtroppo il pranzo di Natale si sa, è un’occasione per fare il pieno di calorie e di prelibatezze iper caloriche, per questo cominciare con un primo un po’ più leggero potrebbe essere una buona idea. Lo so che è difficile tornare alle nostre sane abitudini dopo tante pietanze prelibate e soprattutto dato che ci sono ancora cioccolattini, panettoni e frutta secca in giro per casa, ma ricordatevi che i benefici di un’alimentazione sana funzionano sin dal primo pasto, quindi forza e coraggio! Questa è la ricetta del risotto al radicchio rosso trevigiano, un piatto originario del Veneto ma che ormai spadroneggia sulle tavole di tutt’Italia con le relative varianti, come il risotto al radicchio e pancetta oppure speck. Questo è un piatto gustoso e molto colorato che si presta molto bene ad alcune varianti come ad esempio quella di mantecarlo con il gongorzola o il taleggio. Inoltre è adatto anche a chi soffre di intolleranze al glutine. Quella che vi propongo è la ricetta per preparare il risotto in pentola, se invece avete il Bimby e volete risparmiare un bel po’ di tempo e di fatica potete seguire questa ricetta. Quando preparerete il risotto ricordatevi sempre di tenere da parte qualche bella foglia di radicchio per impiattare il risotto, farete davvero un figurone!

Un primo per natale, i tortellini al forno

Rieccoci con un altro piatto in linea con la tradizione natalizia, i tortellini al forno. I tortellini al forno costituiscono un primo piatto ricco e molto gustoso, degno di un pranzo di natale che si rispetti. I tortellini al forno prevedono la presenza di zucchine, patate, prosciutto cotto e mozzarella con abbondante parmigiano grattugiato, il tutto condito con passata di pomodoro. Si tratta del classico piatto che piace a tutti, grandi e bambini, e difficilmente si riesce a resistere dal fare il bis.

La preparazione dei tortellini al forno, tra l’altro, è molto veloce. Infatti utilizzando i tortellini già pronti e cuocendo la passata di pomodoro in anticipo, impiegherete pochissimo tempo per la preparazione di un piatto tanto ricco quanto semplice. Le zucchine e le patate dovranno essere cotte a parte, le prime con un filo d’olio e sale a fette, le seconde lesse in abbondante acqua a pezzi. Una volta cotte sarà la volta dei tortellini che dovranno essere scolati al dente per completare poi la cottura direttamente in forno.

Strangolapreti alla trentina. La cucina degli avanzi perfetta per il Natale.

Lunedì 13. Il Natale è sempre più vicino e noi continuiamo a esplorare il variegato mondo della gastronomia regionale del Natale in Italia. Quella di oggi è una ricetta del Trentino, molto simile a quella dei canederli di cui abbiamo già parlato. Si tratta degli strangolapreti,  un piatto tradizionale della cucina trentina dell’epoca del Concilio di Trento. Derivano dagli strozzapreti (piatto d’origine toscana), modificati in quanto secondo la tradizione locale, erano il piatto preferito dei Prelati durante il Concilio di Trento. Con questo nome si faceva riferimento agli gnocchi che avrebbero dovuto soffocare i preti che con ingorda voracità ne mangiavano in abbondanza, data la loro propensione a trattarsi molto bene a tavola. Gli strangolapreti somigliano a dei grossi gnocchi verdi ottenuti impastando del pane raffermo, latte, spinaci (oppure erbette, ortiche, bietole o coste), uova, grana trentino, farina bianca, cipolla, sale, pepe, noce moscata, confezionati a forma di pallina, di cucchiaio o di gnocco e cotti in acqua calda salata. Rispetto alla ricetta antica, quella odierna prevede il latte in modo da ammorbidire l’impasto e rendere gli gnocchetti più soffici e meno “strozzanti”.
Una volta preparati vengono conditi con burro insaporito talvolta con cipolla tagliata a pezzi grossi (che si butta prima di servire) oppure con salvia.

Gli strangolapreti insieme ai canederli, sono il simbolo della cucina trentina, la quale da un lato è il risultato di frequentazioni secolari con il mondo di lingua tedesca dal quale ha mutuato molte ricette come quella dello strudel, e dall’altro di antiche tradizioni povere di origine contadina, che hanno favorito la nascita di piatti semplici e nutrienti, fatti di ingredienti poveri. Una vera cucina degli avanzi, ma gustosissima.

pollo arancia,

La salsa all’arancia e Grand Marnier per accompagnare gli arrosti di natale

Oggi vorrei proporvi una salsa da preparare nel periodo di natale che secondo me vi tornerà utile: la salsa all’arancia e Grand Marnier. La salsa all’arancia e Grand Marnier è una di quelle cremine liquide perfette per accompagnare la carne, ideale quella di maiale, di vitello e naturalmente di anatra. E’ molto veloce e facile da preparare ed ha un delizioso sapore all’arancia aromatizzato al Grand Marnier.

Daltronde questo liquore, essendo un miscuglio di vari cognac, distillato prevalentemente con essenze d’arancia, si sposa benissimo con questo agrume.  La preparazione della salsa all’arancia  e Gran Marnier si prepara a partire da una base di caramello preparato versando in una padella zucchero, burro ed acqua. A questo andranno aggiunti il succo di arancia e l’aceto. La salsa andrà fatta ridurre e andranno aggiunte le scorza di arancia tagliate molto finemente e fatte bollire a parte e il fondo di cottura della carne utilizzata nella ricetta.

Un primo per la vigilia di Natale, i ravioli di branzino

E continuando a proporvi idee e ricette per i giorni di festa, oggi ci buttiamo sul pesce, in particolare su un primo perfetto da inserire nel menù della vigilia di natale: i ravioli di branzino. Cosa c’è di meglio che preparare e gustare un buon piatto di pasta fresca con un ripieno di pesce ed una salsina di accompagnamento che è la fine del mondo?

Il branzino (o spigola) è un pesce molto conosciuto ed apprezzato in cucina, la sua pulizia consta di due operazioni: innanzitutto la tagliatura delle pinne e poi la desquamatura, che dovrà essere effettuata con delicatezza affinché la pelle non si rovini. I ravioli di branzino si preparano così: dopo aver preparato la pasta all’uovo in casa, si passa al ripieno: si trita la  polpa di branzino al mixer con i tuorli, la noce moscata, la maggiorana, la mollica di pane, il parmigiano, sale e pepe. Si ottiene così un composto compatto che andrà disposto a mucchietti sulla pasta. Con la pasta si ricaveranno tanti ravioli della forma prescelta.

Tegole valdostane e Caffè mandolà. Un dolce perfetto per concludere il pranzo di Natale.

I biscotti si sa, sono i protagonisti del Natale. In tutte le regioni italiane c’è una ricetta speciale, di  biscotti tipici delle feste, da mangiare in compagnia di parenti e amici dopo il pranzo di Natale, magari accompagnati dal caffè o da un bicchierino di liquore per i grandi. I biscotti piacciono a tutti, accontentano anche i bambini specie se sono decorati e colorati e non sono pesanti, specie se consideriamo che i pranzi di Natale sono occasioni in cui generalmente si fa il pieno di grassi e calorie. Quella che vi propongo oggi è la ricetta delle tegole valdostane, un biscotto sottile, a base di mandorle e albume d’uovo, la cui forma ricorda quella tipica delle tegole delle case valdostane, appena ricurve. Questi dolci sono relativamente antichi. La tradizione vuole che siano stati inventati intorno agli anni Trenta, quando alcuni pasticceri di origine valdostana andarono in Normandia e scoprirono questi squisiti biscotti. Furono colpiti dal buon sapore delle tegole e siccome richiamavono nella forma proprio le tegole della Valle d’Aosta, decisero di produrle nei laboratori di Aosta. Le tegole ottennero un grande successo e da allora entrarono nel patrimonio culinario valdostano. Questi biscotti, che sono molto secchi e croccanti, si accompagnano generalmente al caffè mandolà. Si tratta di un caffè molto lungo al quale si aggiungono il burro e le mandorle tritate. Dopo una leggera bollitura si serve in tavola per accompagnare i biscotti. Il risultato è un dolce perfetto per completare un pasto e per accontentare anche chi, a fine pasto, non sa proprio rinunciare al piacere di un buon caffè. La ricetta nel dettaglio del Caffè mandolà la trovate in fondo.

Secondi di natale, bocconcini di maiale al pepe verde

Se siete alla ricerca di un secondo di carne da inserire nel menù natalizio, vi consiglio i bocconcini di maiale al pepe verde, un piatto estremamente gustoso ed invitante che farà la felicità di chi ama questo tipo di carne.  I bocconcini di maiale al pepe verde sono molto gustosi ed hanno un sapore intenso. Daltronde non potrebbe essere altrimenti vista la lista degli ingredienti previsti nella ricetta: maiale e pepe verde in primis, panna, senape, rosmarino e brandy, il tutto a fondersi in una salsina cremosa ed avvolgente che accompagna i nostri bocconcini.

Il pepe verde, ricavato da una pianta asiatica, è una spezia molto utilizzata in cucina, con il filetto costituisce un abbinamento ideale. Il pepe verde, se fatto fermentare, diventa il conosciutissmo pepe nero, mentre fatto maturare del tutto, si trasforma in quello bianco. Ma veniamo alla preparazione dei nostri bocconcini di maiale al pepe verde: innanzitutto i bocconcini di carne vanno fatti rosolare in una padella con il burro, il pepe verde ed il rosmarino. Una volta ben cotti, (è importante farli cuocere bene) vanno tenuti da parte al coperto.

Crostini di fegato alla toscana. Un antipasto tradizionale del Natale.

Quando si parla di cucina toscana delle festività natalizie, non si può non citare i crostini di fegato, che ormai sono una parte per niente secondaria di un vero pasto natalizio toscano, accompagnati, se gradito, da un buon vino rosso, Chianti ovviamente! L’origine dei crostini risale a tempi molto antichi, quando la tavola da pranzo non era apparecchiata con piatti singoli, ma i cibi erano serviti in grandi vassoi dai quali ognuno prendeva ciò che desiderava e lo portava direttamente  alla bocca. Da molti anni i crostini di fegatini sono irrinunciabili negli antipasti di quasi tutta la Toscana. Si preparano spesso durante le occasioni speciali e più in generale durante il pranzo di Natale.
 I crostini vengono preparati con molte varianti diverse ed è rarissimo assaggiarne due uguali. C’è chi li tosta e chi li frigge, altri li lasciano al naturale, c’è chi bagna i crostini nel brodo, chi nel Vin Santo e chi li serve freddi e chi li preferisce solo con i fegatini. E’ con questa ricetta dei famosi crostini di fegato che si intravede la vera anima della cucina fiorentina, perfetta simbiosi della povera cucina contadina, fatta di gustose zuppe di pane, legumi, verdure e uova, aromatizzata dall’anima borghese con le erbette, le spezie e i vini. Preparare questa ricetta è semplicissimo ma l’effetto è gustosissimo. Preparate un soffritto di cipolla a cui aggiungerete i fegatini, i capperi e un filetto d’acciuga. Appena cotto tritare il composto e spalmatelo sui crostini fritti, al naturale o bagnati appena in un brodo vegetale.

Ricette di natale, l’insalata russa ai gamberetti

Oggi vi propongo un classico piatto di natale in versione rivisitata. Sono sicura che tutti conoscano l’insalata russa, un piatto che si consuma freddo, a base di verdure tagliate a piccoli e pezzi amalgamati alla maionese. Ecco, quella di oggi è arricchita con gamberetti. L’insalata russa ai gamberetti trovo sia più stuzzicante di quella classica e ben si abbina ad un menù a base di pesce, come quello della vigilia di natale. Si prepara a partire da una base di tonno, patate, piselli, giardiniera e maionese.

Gli ortaggi andranno lessati le patate in particolare andranno anche schiacciate ed amalgamate al tonno ed al resto degli ingredienti. Con l’impasto ottenuto si formerà una cupola la quale andrà ricoperta con gamberetti e decorata a piacere o con i piselli o con quello che suggerisce la nostra fantasia. Con l’insalata russa ai gamberetti possono essere farciti anche i vol au vent da servire come antipasto. Volendo, potete aggiungere all’impasto dei cetriolini sott’aceto, io non amandoli particolarmente non li ho utilizzati.

Trippa milanese,

Ricette tradizionali per il Natale 2010: la trippa al sugo e formaggio.

Gli amanti del filetto e delle bistecchine oggi storceranno il naso alla sola lettura del titolo di questa ricetta. E in realtà per essere sincera, neanche io amo mangiare le frattaglie, ma non posso negare che conosco tantissime persone che le mangiano con gusto e che le definiscono squisite. Un motivo ci sarà! Basterebbe forse superare per un attimo l’ostacolo dei pregiudizi e lanciarsi all’assaggio di un piatto che in Italia è molto diffuso e apprezzato. La trippa è costituita da diverse parti dello stomaco del bovino e non dell’intestino come molti credono. Si mangia diffusamente in tutta l’Italia, dalla Toscana al Piemonte, dall’Abruzzo alla Lombardia in particolare durante i pranzi delle festività natalizie. A lungo considerata un cibo del popolo e poco raffinata, la trippa ha subito a lungo molte ingiustizie gastronomiche, che la hanno relegata nell’elenco dei cibi grassi, poco digeribili e poco sani. In realtà la trippa, così come tutte le interiora, è un patto molto nutriente e gustoso, ricco di ferro e vitamina C. E c’è chi è tanto convinto della prelibatezza di questo piatto da creare addirittura un’Accademia della trippa, un punto di riferimento per la valorizzazione, la salvaguardia e la promozione della trippa, della sua storia e delle sue ricette.

Questa ricetta è un gioco da ragazzi. Preparate un bel soffritto di cipolla, carote e sedano, aggiungete la trippa tagliata a listarelle e poi il pomodoro. Una volta cotto il tutto, servite con una bella spolverata di parmigiano reggiano. I vostri commensali apprezzeranno sicuramente questa prelibatezza.