Ricette dolci Carnevale, le frittele di mele

Sarò sincera, non è che vado proprio pazza per le frittelle di vario genere, più che altro perchè mentre le cucini se ti fai prendere la mano una tira l’altra, ma in questo periodo carnevalesco la tradizione vuole le frittelle quindi ho dovuto fare la mia parte, quelle che preferisco potendo scegliere sono le frittelle di mele, semplici e classiche che vedete in foto e che vi propongo. Lungo lo stivale ogni regione ha le sue ricette ed usanze e sono davvero molte le ricette come per esempio le chiacchiere o frappe, le castagnole, i krapfen, le zeppole. Ma veniamo alla preparazione delle frittelle di mele, anche di queste frittelle potete trovare molte versioni con dosi e ingredienti simili ma diverse tra loro.

Ricette dolci di carnevale: castagnole con crema al limone

Io dolcetti fritti sono una specialità di Carnevale. Tra chiacchiere semplici e al cacao, tortelli, krapfenzeppole e frittelle varie la scelta è davvero impressionante. Io ogni volta che si avvicina il Carnevale cucinerei per giorni, per poter  provare più o meno tutte le ricette di questo periodo, che sono davvero golosissime. Oggi parliamo delle castagnole, le frittelline tipiche del Carnevale che potete trovare in alcune versioni, con liquore all’anice o con l’alkermes, oppure addirittura con il Marsala. In questa veste forse non sono molto adatte ai bimbi, ma ai grandi piaceranno di sicuro.

Quelle di cui vi parlo sono delle gustosissime castagnole, arricchite di una morbidissima crema al limone. Il sapore del limone io lo trovo perfetto per mitigare il sapore del fritto delle castagnole, oltre al fatto che si tratta di una crema che io amo mangiare. Per farcire le castagnole senza spaccarle e rischiando di rovinarle, munitevi di una siringa da pasticcere che vi servirà per inserire la crema all’interno delle castagnole nella giusta misura. Una tasca da pasticcere infatti, rischia di fare un buco troppo grosso.

Tagliatelle? E’ Carnevale, chiamiamole stelle filanti!

Ricette a base di sughi corposi e di carne di maiale, dolci rigorosamente fritti per celebrare l’antichissima tradizione culinaria del Carnevale. Già le origini del nome parlano chiaro. Sono con molta probabilità derivanti dal latino medievale carnem levare, cioè “togliere la carne” dalla dieta quotidiana, in osservanza del divieto nella religione cattolica di mangiare la carne durante i quaranta giorni della Quaresima. Questo è il Carnevale e lo sappiamo, quindi per qualche giorno ci converrà rinunciare alla linea e lasciarci andare giocosamente e con spensieratezza al clima di festa, senza badare troppo alla linea. Poi con l’arrivo della primavera ci rimetteremo in linea. Oggi parliamo di una ricetta molto facile da preparare ma che sarà di sicuro gradimento. Si tratta di un gustoso piatto di tagliatelle, che potrete scegliere gialle e verdi o addirittura rosse come vedete nella foto, per colorare il piatto  e renderlo ancora più festoso.

Per preparare le tagliatelle di carnevale vi servirà il prosciutto cotto, dei peperoni gialli sott’olio, dei pisellini cotti e la panna da cucina per amalgamare tutto e rendere il condimento più vellutato. Un ultimo consiglio: non chiamatele tagliatelle, piuttosto chiamatele stelle filanti!

focaccia di carnevale

La focaccia di Carnevale, un piatto regionale per una festa in maschera

Organizzare una cena per Carnevale può essere davvero divertente. Per creare un ambiente festoso basterà usare molto colore per la tavola e preparare ricette gustose da assaporare in punta di dita. Con un pizzico di creatività e le giuste ricette, potrete dare vita ad un menu carnevalesco perfetto. La focaccia di Carnevale, detta anche Fucazza de Carnuale è una delle tante rivisitazioni della tipica focaccia di origine pugliese. Qui però, la pasta della focaccia è farcita con la polpa di maiale rosolata nella cipolla, i pomodori a fette, la mozzarella e una spolverata di pecorino. Questa gustosa focaccia è perfetta anche come piatto unico per festeggiare il Carnevale insieme a parenti e amici, con una portata abbondante e rustica quanto basta.

Per preparare la focaccia di Carnevale vi servirà la pasta della pizza. Se avete tempo e volete dedicarvi alla cucina potete preparare la pasta in casa. Altrimenti vi consiglio di rivolgervi al vostro panettiere di fiducia e comprare mezzo chilo di pasta di pane lievitata. Risparmierete molto tempo e il risultato sarà comunque ottimo. 

Torta di maccheroni, un primo piatto regionale per Carnevale

In Sicilia a Carnevale si mangiano in mille modi, ma soprattutto conditi con il ragù di carne e una abbondante manciata di parmigiano. Sto parlando dei maccheroni a cinque buchi, una specialità gastronomica sicuramente catanese, che non so se sia diffusa anche a Messina e Palermo, e che forse è un pochino difficile reperire in altre regioni d’Italia. Ad ogni modo a Catania non c’è festa in maschera se non si mangiano maccheroni a cinque buchi, salsiccia e chiacchiere. I maccheroni a cinque buchi sono dei grossi maccheroni che presentano cinque buchi nel tronco, quattro forellini laterali e uno grande centrale. Questo formato di pasta si presta benissimo ad essere condita con sughi corposi, come quello del ragù perchè tende a riempirsi e a diventare davvero “casereccia”. Mi ricordo ancora quando la faceva mia nonna, la presentava in tavola anche con il sugo di carne, oppure con la salsa di solo pomodoro concentrato. L’importante è che l’intingolo abbia davvero gusto.

Considerato che questo formato di pasta non sarà facile da trovare in giro, potete benissimo sostituire i maccheroni a cinque buchi con un formato di pasta corta molto grossa, rigatoni, paccheri o quello che preferite. La ricetta che vi propongo è semplice ma gustosissima e ricca, tanto che potreste benissimo presentarla come piatto unico.

zeppole

Le zeppole di Carnevale, una golosità per tutti

zeppole

Le ho sentite chiamare in tanti modi, zeppole di Carnevale, zeppole di San Giuseppe, addirittura ciambelle di San Biagio! Non so, voi come le chiamate? Per me, sin da bambina, insieme alle frappe (chiacchiere) e alle castagnole rappresentano i dolci simbolo del carnevale. A Carnevale infatti vedevo sempre questa ampia cesta, posta sul bancone della pasticceria, interamente riempita da centinaia di ciambelle che nel giro di un paio d’ore andavano letteralmente a ruba! E anche mia mamma le preparava in gran quantità e le distribuiva a parenti e amici.

Quelle che sto per proporvi sono le zeppole con le patate nell’impasto. Di ricette delle zeppole infatti ne troverete diverse, alcune contengono farina 00 e semolino insieme, ma secondo me questa versione con le patate è quella dal risultato più soffice e delicato. Le zeppole di questa versione sono quelle con il burro di Salvatore de Riso, tratta dal libro “Dolci del Sole”, un vero capolavoro del famoso pasticcere dove potete trovare anche una eccellente ricetta della torta caprese al limone.

Ricette di Carnevale, i tortelli fritti

Questi tortelli di Carnevale sono dolcetti fritti tipicamente lombardi. Questi fantastici tortelli di Carnevale, per la precisione sono milanesi ma non ha importanza perché sono diventati di fama nazionale, grazie alla gioia che regalano a grandi e bambini nel giorno di Carnevale. Sinceramente credo però, che non ci sia bisogno di aspettare la primavera per gustarsi dei buonissimi tortelli. Saranno perfetti anche per i compleanni, i party con gli amici, oppure grazie alla semplicità nella preparazione anche come dessert a fine pasto. La particolarità di questi dolcetti sta soprattutto nel fatto che si possono mangiare in mille modi, farciti con la crema pasticcera , con il miele, la marmellata e tante altre farciture.

L’impasto dei tortelli ha una consistenza piuttosto fluida per cui viene immerso nell’olio caldo a cucchiaiate. Durante la frittura, i tortelli di Carnevale aumentano di volume rimanendo cavi all’interno, cosa che vi permetterà, se volete renderli ancora più golosi, di riempire i tortelli di Carnevale con svariate creme come la pasticcera, la chantilly, la crema al cioccolato o al limone.

Una ricetta per carnevale, i krapfen

Carnevale è alle porte e dobbiamo prepararci per bene, esplorando tutto il variegato mondo delle ricette che si preparano in questa occasione. Abbiamo già parlato di frappe, chiacchiere e castagnole che sono i dolci più conosciuti. Oggi parliamo di un dolce di origine straniera, il krapfen.  Si tratta di un dolce nato nel ‘600 e di origine austriaca. E’ un dolce  fragrante, dal ripieno di crema bianca o di marmellata di albicocche, e conosciuto anche come “Faschingsk krapfen auf Grazer art”, cioè “dolce di Carnevale alla moda di Graz”, poiché veniva preparato per le feste di Carnevale, quando i krapfen erano fritti e venduti nelle strade. Da Graz fu presto esportato a Vienna, e poi si diffuse nel Lombardo-Veneto e soprattutto in Trentino, dove nei centri dolomitici si mangiano ancora oggi i migliori krapfen che si possono trovare in Italia.
Quello che un krapfen deve assolutamente avere per essere considerato tale è il ripieno di crema (che bisognerebbe introdurre prima di friggere il dolce, affinché tutta la pasta ne assorba l’aroma) anche se volendo potreste riempirli con la marmellata di albicocche,cioccolata, ecc… e la copertura di zucchero al velo che li rende una vera delizia da leccarsi i baffi.

Il tiramisù ai frutti di bosco con gli avanzi di pandoro

E come penultima ricetta della serie “cucinare con gli avanzi” oggi è la volta del pandoro. Ammetto che è molto difficile che in casa mia avanzi il pandoro, lo preferisco di gran lunga al panettone e, una volta finite le feste ne mangio ogni giorno una fetta a colazione, al posto dei soliti biscotti. Però non a tutti piace ed allora ho pensato di riciclarlo in un tiramisù ai frutti di bosco. La scelta del classico tiramisù era ormai scontata e per una volta ho voluto sostituire il caffè alla frutta, in questo caso degli allettanti frutti di bosco, che ahimè, non avendo trovato freschi, ho dovuto scegliere surgelati. Poco male, dovranno avere il tempo di scongelarsi e di perdere tutta l’acqua in eccesso per non inondare la crema di mascarpone.

La preparazione del tiramisù di pandoro e frutti di bosco è sostanzialmente uguale a quella della maggior parte dei tiramisù: si bagna la base, in questo caso le fette di pandoro, in una bagna di latte e liquore (se vi piaciono gli alcolici, altrimenti andrà bene anche del semplice latte zuccherato). A parte si prepara la classica crema di mascarpone e uova montando i tuorli a parte con lo zucchero e gli albumi a neve ferma con un pizzico di sale. Ai primi si andrà ad aggiungere il mascarpone e del liquore oppure del succo di frutti di bosco ottenuto frullandone una parte.

Il Mandorlato di Cologna Veneta. Un dolce veneto squisito per Capodanno.

Il Mandorlato di Cologna Veneta è davvero una specialità italiana conosciuta un po’ dovunque. Un dolce che somiglia molto al torrone ma è decisamente più morbido e profumato, con una sottilissima sfoglia di ostia nella parte inferiore. Anche se il suo nome viene spesso riferito, in modo generico, a vari tipi di torrone, il mandorlato o mandolato è una specialità preparata in Veneto che caratterizza tutte le fiere e le sagre del periodo di Natale, a partire dal 21 novembre (festa della Madonna della Salute) per arrivare a fine anno.
La ricetta originale di questo dolce sembra risalire al XIII sec. ai tempi della signoria degli Scaligeri a Verona. Più precisamente alcune fonti sostengono che sia nato solo nel 1852 a Cologna Veneta, dove lo speziale Antonio Finco, volendo offrire agli amici un dolce genuino avrebbe inventato il mandolato. Successivamente un altro speziale colognese, Italo Marani, perfezionò la ricetta ottenendo il prodotto di colore bianco e consistenza croccante tanto amato oggi.
Il mandorlato si prepara con mandorle, miele, zucchero, albume d’uovo e una sottilissima cialda sulla faccia inferiore. È caratterizzato dalla superficie irregolare non coperta dall’ostia, che lascia vedere il mosaico di mandorle immerso in un lucido strato bianco. Il Mandorlato richiede una preparazione particolare, soprattutto per quanto riguarda il dosaggio degli ingredienti e in particolare la loro cottura, che ne determina la qualità e la differenza tra mandorlato e mandorlato. Miele, zucchero, albume d’uovo e mandorle tostate, il tutto fuso in caldaie di rame dove viene continuamente mescolato a temperatura costante, per essere poi versato in stampi dalla tradizionale forma rotonda.

Un secondo per capodanno, il clafoutis di verdure e brie


Il clafoutis, un piatto di origine francese che nasce come dolce ed in questa veste siamo abituati a conoscerlo. Ma forse non tutti sanno che può costituire un gustoso ed originale secondo a base di verdure e formaggi. Il clafoutis alle verdure e brie infatti, che ho conosciuto in occasione di una cena a casa di amici giusto nel periodo natalizio, è stato servito come secondo insieme ad un piatto di carne ed è stato talmente apprezzato da me, e dagli altri commensali, che ho deciso di proporlo durante il cenone di capodanno.

Le verdure previste per la preparazione del clafoutis di verdure e brie sono le zucchine, gli asparagi e le fave, sicuramente non proprio di stagione, io ho utilizzato delle verdure surgelate, ma se non vi piacesse l’idea potete sostituirle con altri ortaggi. La ricetta del clafoutis alle verdure e brie è una ricetta che proviene dalla prova del cuoco. Si prepara facendo appassire in una padella lo scalogno tritato con un filo d’olio ed aggiungendo a questo soffritto le zucchine, gli asparagi e le fave per qualche istante.

Fichi a crocetta. Un fine pasto sfizioso per Capodanno.

Quanta frutta secca abbiamo mangiato in questi giorni? Quantità industriali, direi. Non c’è tavola italiana delle feste che non preveda a fine pasto, quando la tavola è già sparecchiata e  si sorgeggia l’amaro di fine pasto, una bella cesta piena di frutta secca di tutti i tipi, pistacchi, mandorle e fichi secchi. Oggi vi propongo una ricetta facilissima e sfiziosa, tipica della cucina calabrese delle feste. I fichi a crocetta sono i classici fichi secchi, ripieni di frutta secca (mandorle , noci) e poi cotti per poco tempo in forno finchè non diventano ben dorati. Si chiamano fichi a crocetta per il modo in cui generalmente si servono, accostati gli uni agli altri in modo da formare una specie di piccola croce. I fichi a crocetta però, si possono servire anche singolarmente, ripeni e richiusi ad uno ad uno. Nati nella Roma antica furono poi riproposti nel Medioevo e vengono tutt’oggi tramandati di generazione in generazione e vengono consumati solo nelle feste, soprattutto in quelle del Natale e non mancano nel menù di Natale della Calabria. La procedura originale per prepararli prevede che si facciano seccare i fichi bianchi e maturi per qualche giorno al sole. Una volta secchi si riempiono del ripieno e poi si cuociono in forno. Non appena cotti basterà tuffarli in un misto di zucchero a velo e cannella. Una variante ancora più golosa prevede che i fichi si inzuppino ad uno ad uno nel cioccolato fondente fuso, così servirete ai vostri ospiti una vera specialità alla fine del pasto di Capodanno.

Un contorno per Capodanno, i carciofi con salsa agli agrumi

E non poteva di certo mancare il contorno perfetto per capodanno: i carciofi. Ma questa volta non si tratta nè di carciofi ripieni,  nè di carciofi fritti, bensì vorrei farvi conoscere (se non li conoscete già) i carciofi con salsa agli agrumi. Si tratta di un contorno strepitoso che chi ama i carciofi apprezzerà di sicuro. I carciofi agli agrumi non sono altro che carciofi lessi accompagnati da una salsina deliziosa di arance e limoni, il tutto arricchito con erba cipollina e prezzemolo tritato.

La ricetta in se e per se è abbastanza veloce, l’operazione che richiederà più tempo è sicuramente quella della pulizia degli carciofi. Non so voi ma io odio pulirli, ogni volta mi pungo con le loro spine e, se non faccio attenzione utilizzando abbondante limone, le mani rimangono nere per ore. A parte questo piccolo sfogo, vale sicuramente la pena prepararli. Dopo aver pulito i carciofi ed averli messi a riposare in acqua e limone, sarà la volta di preparare l’emulsione di agrumi. In una ciotola quindi andremo a versare il succo di un’arancia, di un limone, l’erba cipollina, una manciata di prezzemolo tritato ed un pizzico di sale ed infine, se piace, del peperoncino.