Come preparare un’insalata che non sia “noiosa”?

insalata

Il difetto principale delle diete secondo me è che sono noiose ed influiscono così sul nostro umore. “Cosa hai mangiato ieri sera?” “Mmm…un’insalatina verde…” Vuoi mettere con “mi sono mangiato un bel piatto di spaghetti alla carbonara!” Tutta un’altra cosa! Il punto sta nel far diventare appetitosa anche una misera insalata. Ma come? Con un po’ di colore, un po’ di fantasia e l’abbinamento giusto!

Cominciamo dalla materia prima: l’insalata. Intanto nessuno ha detto che esiste solo la lattuga. Parola d’ordine “variare“:dalla lattuga romana alla valeriana, dal radicchio all’indivia, dalla cicoria alla rucola, ognuna ha un suo sapore ed una sua consistenza.

Seconda parola d’ordine: “abbinamenti“. Ad un’insalata potete aggiugere anche alimenti più sostanziosi come la carne (una bella insalata di pollo?), il pesce, il formaggio, le uova e, perchè no, anche la frutta.

Surimi al naturale

Spesso lo abbiamo usato come condimento per la pasta o freddo come antipasto.
Ma cos’è di preciso il surimi?
Il surimi è un prodotto di origine giapponese e nasce dalla secolare esperienza di questo popolo nella conservazione dei prodotti ittici.
E’ costituito dalla polpa di pesce di Merluzzo da cui vengono ricavati alcuni strati compatti che serviranno a formare quei piccoli cilindri arrotolati dal caratteristico colore arancione sull’esterno e bianco all’interno; i vari strati sono poi tenuti insieme da stabilizzanti, polifosfati e zuccheri.
Ultimo passaggio, il congelamento a -20 gradi.

Tomato ketchup in insalata di avocado

Non è vero che si sposa solo con hamburger e patatine. La più colorata e gustosa delle salse è un jolly della cucina, che regala sapore anche a carne, pesce e verdure: la salsa più divertente della dispensa. La più amata dai bambini, che impazziscono per il colore rosso e per il sapore agrodolce. Ma dov’è nato il ketchup? La ricetta che conosciamo oggi, a base di pomodoro, aceto e zucchero, è stata inventata negli Stati Uniti. La prima versione, però, è d’origine asiatica. il nome, infatti, deriva da «kecap», salsa malese a base di pesce.

Occidentale od orientale, il ketchup ha comunque qualità riconosciute. «Consumato in quantità moderate, circa un cucchiaio a pasto, non fa litigare con la bilancia: 100 grammi forniscono meno di 100 calorie», spiega la dottoressa Diana Scatozza, specialista in scienza dell’alimentazione. «In più, è facilmente digeribile perché privo di grassi». E il suo ingrediente base, il pomodoro, è la principale fonte di licopene, una sostanza dalle proprietà antiossidanti. Dunque, largo al ketchup. Da riscoprire oltre al consumo tradizionale, con hamburger e patatine: questa salsa, infatti, può essere protagonista di piatti a base di pesce, carne e verdure.
Volete la prova? Portate in tavola la ricette che vi proponiamo! Facile, ultrarapida e all’insegna del gusto.

Il Guacamole, per condire con un pò di brio

Cosa farete per la sera di San Valentino? Nessuna idea, non vi va di uscire ed andare in qualche bel locale alla moda, poca intimità e molta confusione?
No, meglio non uscire, è una serata speciale, ci si può lasciare andare, magari si fa un brindisi in più, così per sciogliere un po’ le inibizioni e poi chissà …

Allora sorprendetevi e sorprendete il vostro partner organizzando una romanticissima cenetta a due, uno di fronte l’altro occhi negli occhi.

La prima cosa da fare è curare tutto nei minimi particolari, la casa, le luci, la musica e la tavola. Cercate di essere ricercati ma non troppo, nel modo di apparecchiare, la semplicità è sempre premiata.

Utilizzare gli avanzi di un pollo arrosto, un consiglio veloce

Tante volte, capita, ritirandoci tardi la sera dopo una giornata faticosa, di non avere voglia metterci ai fornelli per preparare qualcosa da mettere sotto i denti , ed allora la soluzione più semplice che ci viene in mente è quella di prendere un pratico e veloce pollo arrosto, accompagnato, chissà, da qualche patatina.
Puntualmente ne avanza un po’, ed il giorno dopo ci chiediamo cosa possiamo farne, perché, si sa, il pollo arrosto è buono quando è caldo, riscaldato non è più lo stesso, e le patatine? Non ne parliamo, si afflosciano e diventano mollacchie.

Ebbene ecco un pratico consiglio per recuperare gli avanzi della sera prima, preparando un piatto unico, completo e gustoso: l’insalata di pollo.

Certamente non è una novità, ma è un piatto che ognuno fa a modo proprio, ed io vi propongo la mia versione, semplice e leggera pronta in dieci minuti e pratica, perché si può portare comodamente a lavoro, per uno snack veloce e nutriente.

Koriatiki salada (insalata greca) e Tzatziki. Sapori mediterranei

Mare di cristallo, uliveti centenari, profumati alberi da frutto, paesaggi divini, sapori antichi: tutto questo e molto di più è la Grecia.

E’ impossibile visitare questo paese e non rimanerne affascinati. Certo, chi di noi non ha studiato la Grecia a scuola? La sua geografia, la sua antichissima storia, un’arte che ha fatto da modello ispiratore alle forme artistiche di tutto il mondo negli ultimi due millenni… La verità, però, è che puoi studiare questo paese sui libri per tutta la vita e per tutta la vita scoprire cose nuove, ma se non ci si è stati di persona, se non si è raccolta un’arancia da uno dei centinaia di alberi che corrono lungo le strade di campagna, se non si è osservato l’orizzonte da uno scoglio alto decine di metri e circondato solo dal mare con alle spalle un tempio che decine di secoli prima era stato eretto in onore di un dio e che ancora oggi suscita un sentimento di sacralità anche nell’uomo più scettico, se non… allora non si può comprendere il vero spirito della Grecia.

Ma non voglio dare l’impressione che questo paese sia “solo” storia, arte, filosofia ed archeologia; infatti, un aspetto della cultura greca a cui i suoi abitanti sono molto legati è la cucina. I piatti variano molto da regione a regione e cercano di sfruttare appieno le risorse che la propria terra ha da offrire: così troveremo dei piatti semplici e gustosi come la KORIATIKI SALADA (insalata greca) ed il pesce fresco cotto sui bracieri sulle isole, mentre in zone più interne, dove abbondano i pascoli, succulenti piatti di carne, formaggi e verdure (da notare che le verdure non mancano mai sulle tavole dei greci) come la famosa MOUSSAKA e YOUVETSI ME HILOPITTES (spezzatino di agnello con quadrucci all’uovo). In tutte queste ricette c’è comunque un filo comune, quello dell’olio extravergine d’oliva che non è di qualità inferiore al nostro e che, come in Italia, è considerato il re della tavola!

Insalata Olivier, Insalata Italiana, Insalata Imperiale: La vera storia dell’insalata Russa

insalata russa

L’insalata russa è un piatto ormai entrato di fatto nella cucina italiana; è un contorno gustoso e semplice, adatto per tutti i periodi dell’anno. Può essere usata anche come antipasto ed è composta principalmente da verdure e maionese. Ma quali sono le origini di questa ricetta? Si chiama insalata russa perchè è un piatto tipico della cucina russa? In Germania ad esempio è curiosamente conosciuta come insalata all’italiana

Nel settecento era chiamata insalata alla genovese perchè molto spesso faceva la sua bella figura ai banchetti dell’aristocrazia ligure. Alcuni però sostengono che la ricetta originale sia nata dopo, a metà ottocento, in un ristorante di Mosca e prevedeva alcune varianti, tra cui caviale, code di gamberi, aragosta o addirittura anatra affumicata a seconda della stagione. L’autore della prima insalata russa si chiamava Lucien Olivier ed infatti in Russia questo piatto è conosciuto come insalata Olivier, ma anche come insalata alla polacca. Gli ingredienti con cui veniva preparata l’insalata Olivier erano vari ma sempre ricercati e quindi spesso costosi. Quando la ricetta iniziò a diffondersi nel resto d’Europa la ricetta venne inevitabilmente modificata, sostituendo agli ingredienti più pregiati altri più economici e comunemente reperibili.

Il nome dello chef che la inventò dovrebbe comunque far trasparire qualcosa sulle sue origini, che erano parigine. In realtà la cucina russa nazionale era ben diversa da quella dei ricchi ristoranti della capitale. Sulle tavole dei comuni cittadini, che perlopiù vivevano di agricoltura, c’erano soprattutto le verdure più resistenti al freddo, come le patate, i cavoli ed i cetrioli.

Matrimonio di Radicchio Rosso di Treviso con mele Golden e pere Kaiser

TEMPO: 30 minuti | COSTO: basso | DIFFICOLTA’: bassa

VEGETARIANA: SI | PICCANTE: NO | GLUTINE: NO | BAMBINI: SI


E’ il dono che l’autunno fa all’inverno, come recita un detto popolare, si parla del radicchio rosso. È il frutto della terra che con i suoi colori, forti ed accesi, ravviva i campi bruni ed incupiti.

I racconti su questo ortaggio sono tanti e ancora oggi può capitare di sentirseli raccontare dagli anziani contadini del trevigiano, ognuno ricco di fascino e fantasia, uno, tra i tanti, narra che, in tempi remoti, degli uccelli abbiano trasportato il seme di questo ortaggio sopra il campanile del paese, e che da allora i frati che lo trovarono seppero conservarlo e coltivarlo con cura. Ma dalla storia si apprende che la coltivazione del radicchio, con l’annesso processo di imbianchimento e forzatura, inizia da metà del XVI secolo, in provincia di Treviso e non in tempi più antichi.

Il caratteristico colore rosso vinoso del radicchio di Treviso, nelle sue due selezioni “Precoce” e “Tardivo”, si ottiene dallo sviluppo delle foglie in assenza di luce, che prive o quasi di pigmenti clorofilliani, evidenziano la colorazione rosso intensa della lamina fogliare e perdendo la consistenza fibrosa, assumono croccantezza ed un sapore gradevolmente amarognolo. Tali risultati si ottengono praticando i processi di imbianchimento legatura rispettivamente per il radicchio rosso tardivo e quello precoce. La duttilità del radicchio fa si che si possa apprezzare sia crudo ad insalata che cotto o arrostito. Croccante e amarognolo, talvolta per smorzarne il forte sapore, è consigliato tenerlo, a bagno nell’acqua per due-tre ore prima di consumarlo.

Oltre che per le sue doti gastronomiche, il radicchio, è noto anche per le sue proprietà mediche, dalle radici secche, infatti, si ottengono sciroppi e decotti, usati da molto tempo in medicina come digestivo e depurativo, mentre le foglie, messe in infuso stimolano le funzioni digestive, depurano il fegato e facilitano la diuresi.