Ormai avrete capito il mio interesse per la cucina orientale ed in particolare quella
ebraica. C’è qualcosa che mi unisce a questa cucina fatta di antichi legami familiari, di storie che si tramandano oralmente, di tradizioni forti e durature. La cucina ebraica è un
pourpury di elementi mescolati sapientemente tra loro: religione, regole alimentari e tradizioni.
Inoltre molti piatti della tradizione ebraica sono entrati nella
cucina romana come i
carciofi alla giudia, lo stracotto di manzo, la concia di zucchine, i carciofi con l’indivia, i “pezzetti” fritti (una frittura mista, fatta con gli avanzi). La matrice popolare, gli alimenti poveri sono spessi condivisi da due culture che hanno vissuto a braccetto per tanti anni (il vecchio ghetto di Roma, è nell’area dell’Isola Tiberina – portico d’Ottavia – e i mercati in cui trasteverini ed ebrei si servivano erano spesso gli stessi).
La frittura secondo la tradizione giudaico-romanesca è infatti un modo di dorare i carciofi immergendoli completamente in una padella d’olio bollente, per farli aprire come un fiore e colorare di un rame intenso. La ricetta che Ginger presenta è una variante della cucina ebraica romana, molto gustosa e facile da preparare.
Polpette alla giudia (ingredienti per 4 persone)
- 200gr di carne di manzo tritata
- 200gr di spinaci
- 200gr di passato di pomodoro
- 50gr di pane all’olio raffermo
- 1 tazza di brodo
- 1 uovo
- 1 presina di noce moscata
- sale