Fettuccine pistacchi e ricotta, un connubio perfetto

L’usanza della coltivazione e del consumo dei pistacchi arriva dai Paesi Arabi, in questi paesi, infatti, è abitudine molto antica mangiare i semi di pistacchio abbrustoliti. La tradizione vuole che durante le passeggiate, si acquistino dai tipici venditori ambulanti i pistacchi, da consumare lungo il tragitto come passatempo.

Oggi la coltura del pistacchio si è diffusa soprattutto in Tunisia e in Sicilia, dove sono emigrati anche gli usi. In Sicilia durante le processioni delle feste religiose è tipico incontrare per strada le bancarelle che vendono il cosiddetto “scacciu”, cioè la frutta secca e tostata da schiacciare sotto i denti, tra cui, ovviamente, i pistacchi.

Dei pistacchi si fa un grande uso negli aperitivi e come ingrediente per la preparazione dei dolci, soprattutto per il gusto di gelato che si ottiene dalla lavorazione di questi frutti, ma il suo sapore delicato si presta molto bene, anche, alla preparazione di piatti salati. Oggi vi proponiamo un primo molto semplice da preparare e dai sapori delicati, le Fettuccine alla ricotta e pistacchi.

Spaghetti che avanzano: Pizzette di Nidi di pasta, divertiamoci in cucina

Se vi avanzano degli spaghetti, magari, perché all’ultimo momento si sono presentate meno persone del previsto in tavola, evitate di buttarli e ricordatevi sempre che in cucina vige il detto: non si butta via niente!

La pasta avanzata è un ottimo ingrediente per preparare altri piatti, fantasiosi e gustosi che evitano di far sprecare alimenti divenuti, ormai, preziosi, visto il loro costo.

Al tonno, col sugo o al ragù, non importa, la ricetta che vi suggerisco può esser fatta con qualsiasi tipo di spaghetti avanzati, è un idea divertente e molto duttile, visto che può essere sia un antipasto, che un primo, e, perché no, anche un’ottima porzione da finger food! Usiamo gli spaghetti avanzati per preparare delle Pizzette di Nidi di pasta.

Lasagne ai carciofi: leggere, gustose e pronte in poco tempo

I soliti piatti possono sempre stancare. Anche quando parliamo di lasagne, un piatto d’eccellenza della cucina italiana, avere parecchie varianti a disposizione, può aiutarci a risolvere una cena in modo non troppo banale. Abbiamo già visto come sia facile preparare alcune semplici versioni, lelasagne al pesto, per esempio, o le con lasagne al radicchio, o le lasagne al pesce.

Non sempre è necessario prepararle alla maniera tradizionale, soprattutto se poi si vuol proseguire il pasto con altri piatti, e quindi ogni modifica che preveda le verdure invece delle lasagne al classico ragù sono benvenute, quando c’è un’esigenza di maggior leggerezza a tavola.

Tra le varie ricette, alcune più leggere altre più sostanziose, ad esempio un modo per “snellire” le lasagne è quello di usare come condimento i carciofi, ortaggio utilizzato, tra le altre cose, anche per le sue proprietà digestive.

Pasta avanzata? Pasticciamola!

tagliatelle

Vi abbiamo già suggerito un modo per utilizzare la pasta avanzata dal giorno prima: la frittata di pasta. Oggi vi proponiamo invece una soluzione alternativa, perfetta soprattutto per la pasta fresca come le tagliatelle.

La pasta fresca è un alimento “della domenica” o comunque “delle occasioni speciali” e sono proprio queste le volte in cui è più facile abbondare, o meglio esagerare, con le le dosi della pasta. La pasta in eccesso potete lasciarla senza condimento e metterla in frigo con un po’ di olio, pronta per essere utilizzata il giorno dopo. Se invece vi accorgete che la pasta è troppa solo dopo che la avete già irrorata di sugo va bene uguale: la ricetta che vi proponiamo può andare bene per delle tagliatelle ai funghi, al ragù o qualunque sia il condimento che avete usato. Nell’illustrarvi la ricetta però faremo finta di avere delle tagliatelle “in bianco” per rendere la spiegazione più semplice.

Lasagne al pesto: una variante gustosa del classico piatto emiliano

Le lasagne al pesto costituiscono un’alternativa davvero gustosa ed originale alle classiche e sempre appetibili lasagne col ripieno di carne. La lasagna è propriamente una pasta all’uovo tagliata in grossi quadrati, o rettangoli, usati soprattutto per pasticci al forno. E’ un prodotto tipico di Marche ed Emilia Romagna, ma di tutto il centro Italia in generale, dove il piatto più conosciuto che ci si prepara sono le lasagne al forno.
La guida del 2003 del Touring Club Italia, “L’Italia della pasta”, ci informa che se nel nord Italia il termine può indicare anche strisce lunghe e larghe (circa 2 cm) di pasta all’uovo, da consumare quasi sempre asciutte, e più raramente nei minestroni, nel sud Italia il termine lasagne o sagne viene usato alternativamente a lagane per indicare strisce lunghe e larghe ricavate da un impasto di semola di grano duro e acqua. In Puglia e Basilicata si usano le sagne ‘ncannulate cioè attorcigliate girandole intorno ad un supporto cilindrico in forna elicoidale. Nella cucina campana e nella cucina siciliana la besciamella viene spesso sostituita con ricotta fresca e i condimenti vengono appesantiti con l’introduzione di uova sode, polpettine di carne fritte, formaggi semiduri ed ortaggi.

Cannelloni con ricotta per la domenica di Pasqua

Continua il nostro viaggio nelle tradizioni culinarie pasquali. Nei giorni precedenti avevamo promesso altre ricette da sfornare per l’ occasione e noi di Ginger siamo di parola. Io sono di Roma e almeno dalle mie parti è tradizione mangiare la domenica di Pasqua i cannelloni con la ricotta. E’ vero che è un piatto italiano ma è anche vero che ogni luogo ha la sua particolarità nella preparazione e nelle varianti. Io li preparo in questo modo e devo dire che ho riscosso molto successo
Cannelloni con ricotta (ingredienti per quattro persone)
  • 250gr di pasta fresca all’uovo già stesa
  • 200gr di ricotta freschissima
  • 350gr di cavolini di Bruxelles
  • 60gr di mandorle a lamelle
  • 60gr di parmigiano reggiano grattugiato
  • 1 uovo
  • 40gr di burro
  • 150gr di gorgonzola dolce, tagliato a pezzetti
  • 1 bicchiere di panna fresca
  • noce moscata grattugiata
  • sale e pepe bianco

Surimi al naturale

Spesso lo abbiamo usato come condimento per la pasta o freddo come antipasto.
Ma cos’è di preciso il surimi?
Il surimi è un prodotto di origine giapponese e nasce dalla secolare esperienza di questo popolo nella conservazione dei prodotti ittici.
E’ costituito dalla polpa di pesce di Merluzzo da cui vengono ricavati alcuni strati compatti che serviranno a formare quei piccoli cilindri arrotolati dal caratteristico colore arancione sull’esterno e bianco all’interno; i vari strati sono poi tenuti insieme da stabilizzanti, polifosfati e zuccheri.
Ultimo passaggio, il congelamento a -20 gradi.

Frigo vuoto? Nessun problema, si può cucinare con poco

Problema frequente, quello di trovarsi con poca roba nella dispensa. Per chi ha le giornate molto impegnate, è molto difficile trovare il tempo per riuscire ad andare al supermercato e fare un buona scorta di generi alimentari.
Ma non preoccupatevi, ci sono mille ricette per poter preparare un piatto con pochi ingredienti, ma da far venire l’acquolina in bocca.
Ricordiamoci, innanzitutto, che i piatti più buoni sono quelli in cui ci sono pochi ingredienti,e per ognuno se e può distinguere nettamente il sapore.
Un altro punto a nostro favore è il fatto di abitare in un paese, che offre un ventaglio infinito di prodotti alimentari di qualsiasi tipo, di eccellente qualità, che, di perse, sono, degli ottimi piatti che non anno bisogno di esser accompagnati da altro.

Lasagne di mare per variare

lasagne

Le lasagne, fateci caso, nessuno le rifiuta mai. Non troverete qualcuno che vi dice “no grazie, le lasagne non mi piacciono“. Sono uno dei simboli della cucina italiana ed allo stesso tempo un piatto semplice da realizzare e che si presta ad innumerevoli varianti; possono essere sia di terra che di mare, inoltre possono essere preparate in anticipo e mangiate la sera o anche il giorno dopo.

Noi della redazione di Ginger questa volta vi presentiamo una ricetta un pochino più ricercata, dal sapore indimenticabile ed allo stesso tempo delicato:

LASAGNE CON FRUTTI DI MARE, SCAMPI E CREMA DI ZUCCHINE (Ingredienti per 4 persone)
  • 300 gr di lasagne
  • 750 gr di cozze
  • 750 gr di vongole (già spurgate)
  • 200 gr di code di scampi
  • 400 gr di zucchine tagliate a rondelle
  • 2 cucchiai di besciamella

Come preparare un ottimo Pesto alla Genovese

Liguria, terra di mare, sole, scogli e strade ripide… Eh già, chi conosce questa piccola regione con la forma della mezzaluna sa bene che la maggior parte delle strade sono in salita e quasi tutti i suoi graziosissimi paesini si trovano diversi metri sopra al livello del mare.

Cammina e cammina, sali e scendi, ecco che inevitabilmente, assaliti da una gran fame si si mette alla ricerca di un bel piatto di linguine o di trofie al pesto fatte a regola d’arte, come è giustamente uso da quelle parti.

Dubitiamo esista ancora qualcuno, in Italia come all’estero, che non conosca il pesto alla genovese ma per quegli sprovveduti che vogliano ripassare uno dei capisaldi della cucina italiana, ecco una fondamentale “carta d’identità”.

Carbonara di zucchine, la variante light e vegetariana di un classico italiano

Qualche estate fa, mi è capitato, dopo una mattinata di mare di essere invitato a pranzo da amici, per un pranzo veloce, estivo senza troppi convenevoli. Aspettando la classica pasta col tonno e pomodorini, immaginerete la mia enorme sorpresa, sentendo nominare la carbonara.

Mi si rizzano le orecchie e lo stomaco si chiude al solo pensiero, ben inteso, sono un grande amante della carbonara, ma con i trenta e passa gradi estivi mi sembra un po’ troppo. Ascolto meglio e scopro allora, con stupore, che non si tratta della normale carbonare, con il guanciale o la pancetta, ma di una versione light in cui il guanciale è sostituito dalla zucchina.

Una volta servita in tavola, mi approccio incuriosito all’assaggio. Ebbene, la carbonara non si smentisce mai, rimane in ogni sua versione un piatto squisito.

Dalla montagna fiorentina: pappardelle al sugo di lepre

Ecco un grande classico della cucina toscana in cui la lepre è assoluta protagonista. La Lepus Europaeus, che appartiene alla famiglia dei leporidi, ha dimensioni medie e forme slanciate, la testa abbastanza piccola con occhi grandi e orecchie lunghe, gli arti posteriori più lunghi e robusti degli anteriori; il corpo è lungo 45/60 cm e pesa, in età adulta, 2.5/5 Kg. La colorazione del mantello è fulvo-grigiastro con tonalità nerastre; le parti interne degli arti ed il ventre sono biancastri. Vive su terreni più o meno coltivati, boschi di latifoglie e misti.

La sua alimentazione è essenzialmente vegetale: erbe fresche e secche, frutta, bacche, semi, funghi, ghiande. Trascorre il giorno al riparo della vegetazione in un covo poco profondo che si scava con le zampe anteriori e che modella con il corpo; esce al crepuscolo e durante la notte per alimentarsi e, nel periodo dei calori, per accoppiarsi. Partorisce 3/4 volte l’anno, dopo una gestazione di 42/44 giorni, da 1 a 5 leprotti per parto; i leprotti, ricoperti di pelo, nascono con gli occhi aperti e sono in grado di muoversi dopo poche ore dalla nascita; vengono allattati per circa 3 settimane, per lo più nelle ore notturne. La maturità sessuale viene raggiunta a 7/8 mesi di età.

E adesso che sapete tutto su questo roditore, “mettetevi di buzzo buono” come si dice a Firenze, cioè armatevi di pazienza e buona volontà, perchè questa è una ricetta piuttosto elaborata ma che ripagherà ampiamente i vostri sforzi!

La ricetta delle orecchiette alle cime di rapa, dal paese della “pizzica”

Taranta, pizzica, chiese barocche, olio, mare, trulli e negroamaro sono tutte cose che fanno pensare ad un paese molto conosciuto per la sua bellezza sia storica che naturalistica: la Puglia. Terra natale di personaggi del calibro di Lino Banfi e di gruppi come i Sud Sound System e dei Negramaro, magnifico scenario per la serie tv del “il giudice Mastrangelo“, con Diego Abatantuono, quando si parla di Puglia è, però, inevitabile pensare alle orecchiette alle cime di rape.

Le cime di rapa, sono delle specie tardive di broccolletti, ed essenzialmente sono i primi germogli fiorali, che vengono asportati, per far si che la pianta ne possa produrre di nuovi. La maniera più comune in cui vengono cucinate è “strascicate” in padella, e cioè, prima sbollentate e poi saltate in padella con olio ed aglio, ed è proprio con le cime di rapa strascicate che si condiscono le famose orecchiette.

L’orecchietta è indubbiamente il formato di pasta che istantaneamente fa pensare alla Puglia, territorio dai sapori genuini e semplici. Questo tipo di pasta solitamente veniva fatto in casa, l’impasto è fatto con semola di grano duro macinata finemente, modellata poi in cordoni, da cui si ottengono degli gnocchetti, che, con un abile colpo di pollice, vengono modellati in una specie di piccola conchiglia. Tradizionalmente, tali conchiglie erano strascinate su un pezzo di legno ruvido, per far si che avessero la superficie rugosa per meglio assorbire i condimenti.

Paccheri e petti di pollo per un piatto unico veloce e gustoso

paccheri

Per gli amanti della pasta e dei primi piatti, oggi propongo una ricetta speciale, preparata con petti di pollo e paccheri. Un’associazione insolita per un risultato unico, che stupirà i vostri ospiti per l’originalità e la fantasia, senza peccare ovviamente nell’obiettivo principale: il gusto!
Questo piatto è l’ideale come piatto unico proprio perchè contiene sia la pasta che la carne. Se non avete molto tempo a disposizione, potrà trarvi d’impaccio consentendovi di preparare un pranzo o una cena, senza mettervi ai fornelli ore prima.