C’è chi, come me, al dolce preferisce generalmente il salato e non ha l’acquolina in bocca quando vede una torta al cioccolato. Però le torte le mangio e le preparo anche io ed una delle mie preferite è quella alla ricotta, dolce ma non troppo. Questo dolce, con base di pastra frolla, si prepara come una vera e propria crostata e si presta a diverse variazioni: vi si possono aggiungere infatti frutta candita mista, uvetta, pinoli o anche prodotti di stagione, come pezzetti di scorza d’arancio, fichi o castagne.
La classica torta di ricotta (o comunque la nota crostata di ricotta) è un celebre dolce della cucina romana, sembra che lo mangiassero già gli antichi romani, anche se alcuni ne attribuiscono la paternità alla cucina ebraica. Origini a parte la torta alla ricotta è diffusa in tutta Italia, soggetta a più o meno variazioni a seconda della regione o del gusto. Vediamo come prepararla.
I ravioli in qualunque modo li prepariamo piacciono a tutti e proprio per questo anche per chi non è proprio un amante del pesce questo potrebbe essere un modo per assaporarlo. Qui ve li presentiamo in una veste un po’ insolita, con baccalà e patate. Preparateli e poi magari, se volete, fateci sapere se vi sono piaciuti!
Ravioli di baccalà e patate (ingredienti per 4 persone)
Sempre attenti alle manifestazioni che avvengono sul territorio, su Ginger oggi ci occupiamo di Assaggiro. Zagarolo, che ospiterà la festa, è una cittadina di oltre 15mila abitanti che si trova nel Lazio, in provincia di Roma, nel cuore dei Colli Prenestini, in una zona molto interessante dal punto di vista naturalistico
Le origini di Zagarolo sono antichissime e, secondo alcuni studiosi, risalgono alla mitica città di Gabii, una delle più potenti dell’antichità, oggi tra le maggiori attività economiche spicca proprio la produzione vitivinicola. Una fiera enogastronomica che avrà luogo proprio qui, ci sembra un’ottima idea, proprio per promuovere e proporre la qualità ed unicità dei prodotti dell’area dei Monti Prenestini, dei Castelli Romani e, più in generale, delle comunità della zona, che in quanto a vivacità e potenziale, non hanno nulla da invidiare alla vicina Capitale.
A partire dalle 18.30 del 1° Giugno di quest’anno, dunque, siamo sicuri che tutti quei produttori che non hanno avuto modo, nonostante l’eccellente qualità ed unicità dei propri prodotti, di farsi conoscere da un pubblico più ampio e di travalicare i confini locali, avranno una occasione importante per estendere il loro raggio di azione.
Lasciamo la parola a Dario e Romina Russo, tra i promotori di questa manifestazione:
L’idea che ha portato ad Assag…Giro nasce in una calda serata del luglio 2007, passeggiando tra le vie di Castel San Pietro Romano in occasione di una manifestazione organizzata dalla proloco locale per attirare turisti e villeggianti. Chiacchierando tra noi e vedendo l’atmosfera che ci circondava, il pensiero comune è stato: perchè non fare una cosa del genere a Zagarolo? Passati pochi mesi abbiamo iniziato a buttare giù su carta l’idea e a sondare il terreno cercando di trovare una collaborazione con il mondo associativo locale.
Si svolge in questi giorni a Ladispoli la 58° Sagra del carciofo romanesco. A circa 50km da Roma, Ladispoli è una graziosissima cittadina balneare e la sagra non rappresenta la sola attrattiva ma un modo per conoscere la nostra città. Sarà anche quest’anno una grande manifestazione enogastronomica a cui parteciperanno molte regioni d’Italia e dove sarà possibile degustare una varietà considerevole di prodotti tipici. Ovviamente il grande protagonista è il carciofo romanesco, un prodotto assai prelibato, ormai riconosciuto per le sue innumerevoli proprietà organolettiche e terapeutiche.
Un’ occasione imperdibile per tutti, una grande festa che darà la possibilità di conoscere e riassaporare tantissimi prodotti, primo fra tutti il carciofo, preparato secondo le tradizioni culinarie romane. Un evento davvero unico che ha avuto il riconoscimento di II Fiera Nazionale dalla Regione Lazio e che vanta un’affluenza notevole di persone. Il tutto sarà arricchito da spettacoli, performance musicali, cabaret e dai meravigliosi giuochi pirotecnici che abbelliranno i cieli e le rive di Ladispoli.
L’appuntamento quindi è per i giorni 18, 19 e 20 aprile, preceduti dalla Bi-Settimana Gastronomica, un’iniziativa arrivata ormai all’11° edizione e che ha riscosso un enorme successo. Si tratta di un periodo di due settimane, iniziato lunedì 7 Aprile fino a domenica 20, che coinvolgerà i migliori ristoranti locali, i quali offriranno ottimi menù turistici a prezzo fisso (20 €) a base esclusivamente di carciofo. Un’ottima occasione per esaltare il palato e per assaporare tante specialità legate a questo magnifico prodotto.
Molto conosciuto dalle mie parti, il pesce persico è un pesce di acqua dolce. E’ molto diffuso nei laghi, lo ritroviamo spesso nel Lazio e in molte zone della Sicilia. E’ un pesce molto pregiato, ha una carne bianca e soda molto saporita. Di solito non raggiunge delle grandi dimensioni al max 60cm di lunghezza ma la media è intorno ai 20/35cm di lunghezza. Può essere facilmente tagliato a filetti e per questo molte ricette vedono come ingrediente principale i filetti di pesce persico. Le molte preparazioni a cui il persico si presta somigliano a quelle della trota o più semplicemente fritti o ripassati nel burro.
Quest’oggi vi suggeriamo una variante per preparare il pesce persico
Continuiamo la nostra esplorazione attraverso la cucina afro-mediterranea presentando stavolta la ricetta di un paese dalla storia antichissima, l’Egitto, ed una delizia dei campi e degli orti: le fave.
Anche le fave avevano un posto d’onore sulle tavole dei nostri progenitori. Venivano consumate fresche- anche a crudo, come testimonia ad esempio l’usanza latina e poi laziale di consumare deliziosi spuntini a base di pecorino stagionato il cui sapore piccante viene temperato dal dolce dei legumi– oppure secche, sia come ingrediente principe di saporite zuppe, sia come comprimari, con altri vegetali, di piatti veramente eccezionali.
Fra queste, v’è una antichissima ricetta egiziana in cui le fave- secche, ricche in proteine ed a basso costo- si trasformano in saporite, profumate polpette che non hanno nulla da invidiare a quelle a base di carne. E’, ancora una volta, un piatto le cui origini si perdono nel tempo, ma che non manca mai sulle tavole dell’Egitto di oggi: è la Ta’ amia, polpette di fave secche al comino e papavero.
Continua il nostro viaggio nelle tradizioni culinarie pasquali. Nei giorni precedenti avevamo promesso altre ricette da sfornare per l’ occasione e noi di Ginger siamo di parola. Io sono di Roma e almeno dalle mie parti è tradizione mangiare la domenica di Pasqua i cannelloni con la ricotta. E’ vero che è un piatto italiano ma è anche vero che ogni luogo ha la sua particolarità nella preparazione e nelle varianti. Io li preparo in questo modo e devo dire che ho riscosso molto successo Cannelloni con ricotta (ingredienti per quattro persone)
Nel 1946 l’ Unione Nazionale Donne scelse come fiore simbolo la mimosa; i motivi furono diversi: per il suo colore giallo brillante, per il suo profumo delicato e nello stesso tempo intenso, per la rapida fioritura nel mese di marzo. Da qui l’ usanza da parte degli uomini di regalare alle donne mazzetti di mimosa e parte sempre da qui la realizzazione del dolce tipico della festa delle donne, la torta mimosa appunto. Stiamo ben attenti però: la mimosa è un fiore molto velenoso e la dizione mimosa proviene dal pan di spagna sbriciolato e posto a mo di fiori di mimosa. Molte le ricette per questo dolce ma Ginger vi consiglia la versione più classica e senza varianti. Torta mimosa (ingredienti per 6/8 persone)
La razza è un pesce molto diffuso nei nostri mari, per questo è abbastanza frequente trovarla dal pescivendolo. E’ privo di spine così da essere utilizzato in diverse preparazioni a base di minestre, brodi, arrosto o fritta. Viene spesso proposta in pescheria ma non si sa mai come cucinarla. Oggi proponiamo una ricetta alternativa alla classica minestra all’ arzilla oppure ai filetti di razza fritti. Razza al burro nero (ingredienti per quattro persone)
SORA MARGHERITA – Trattoria
P.za delle Cinque Scole, 30 – Roma
Telefono 06 6874216, Niente Carte di credito
Chiusura: Aperto solo a pranzo dal Martedì al Sabato (Nel Weekend anche la sera)
Coperti: 35
Ambiente: Familiare
Cucina: Tradizionale, Giudaico-romanesca
Target: Turisti, clientela affezionata
Una piccola perla nel cuore del ghetto, al centro di Roma, così si potrebbe definire la trattoria di Sora Margherita. Una porta appena visibile, senza insegna, come le vecchie osterie di una volta, (quando è chiuso non si vede nemmeno) è un vero miracolo che sia sopravvissuta indenne fino ad oggi. Ambiente caldo e familiare, piccolissimo, con una cucina minuscola ma di qualità, che si contraddistingue per tutto ciò che è casareccio: quasi tutto fatto in casa, dalla pasta al pane. Agnolotti, fettuccine a cacio e pepe, involtini, carciofi alla giudia, la parmigiana estiva, abbacchio a scottadito o alla cacciatora, aliciotti con indivia, baccalà. Fortissima l’ispirazione della più tipica cucina romana con un’importante penetrazione della cucina giudaica (siamo nel quartiere che corrispondeva all’area del ghetto ottocentesco).
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