Le bruschette sono sempre in voga, anche se, diciamoci la verità, d’estate sono davvero il massimo che si possa desiderare! Innanzi tutto possono rappresentare un pasto completo, ci si può sbizzarrire con la fantasia per dare vita a una quantità di varianti che si potrebbe dire infinita, sono un’ottima soluzione anche come antipasto o stuzzichino, piacciono a tutti e cos’altro vogliamo aggiungere?
In queste due puntate faremo un piccolo ripasso delle classiche bruschette, come quella al pomodoro ad esempio, per poi arrivare a alle varianti più estrose e creative che non faranno altro che darvi delle idee in più per creare altre ricette da mescolare, versare, spalmare e appoggiare sulle vostre fette di pane abbrustolite.
Salsa agli agrumi. Pensate che il limone sia solo un aspro agrume, buono solo per guarnire un bel piatto di carne? Assolutamente No. Il limone ha così tanti “poteri” che nemmeno possiamo immaginare.
Pensate che potremo addirittura considerarlo un farmaco dato le innumerevoli proprietà benefiche che possiede: raffreddore, intossicazione, debilitazione, anemie, nausee, reumatismi… non c’è medicinale migliore che il limone. Ha inoltre un potere astringente consigliato in casi di dissenteria, ma anche diuretico che quindi agevola i processi di dimagrimento e disintossicazione.
Abbandonate i luoghi comuni che il limone, in quanto acido, provochi acidità di stomaco e corroda il naturale smalto dei denti. E’ inoltre ricco di vitamina C, indispensabile per il nostro corpo in quanto dissolvente di tutte le sostanze inquinanti e i grassi contenuti nel sangue. Infatti, in caso di assenza della sopracitata vitamina nel nostro corpo possiamo essere soggetti a debolezza cardiaca, muscolare, anemia e carenza di calcio. Basti pensare che fin dai tempi del mitologico Olimpo, i limoni erano considerati
Come conservare questo prezioso amico della salute nelle nostre case? Sconsigliato è il frigorifero in quanto rende la polpa del frutto secca e senza succo. L’ideale sarebbe possedere una cantina arieggiata e sistemarli in casse di legno asciutte. Si consiglia anche di immergerli periodicamente in soluzione di acqua calda salata. Un ulteriore consiglio è quello di eliminare subito i limoni ammuffiti perché essa potrebbe intaccare quelli sani.
Per chi ancora non è solito consumare questo importante alimento, potrebbe iniziare preparando una sfiziosa salsa agli agrumi.
Desidero proporre questa preparazione dal gusto forte, deciso e ottima come accompagnamento di carni bollite o formaggi dal gusto delicato. Siamo ancora nella stagione in cui le arance sono presenti in abbondanza sul mercato per cui prezzo e qualità dovrebbero essere ottimi ed abbordabili.
Il peso degli ingredienti si riferisce sempre al prodotto netto, quindi senza bucce, semi o quant’altro. Mi sembra una confettura semplice da preparare, ripeto poco costosa, un tantino lunga solo per quanto riguarda la pelatura delle arance che va eseguita levando ad ogni spicchio la sua pellicina.
Tempo di preparazione: almeno 30′ per la preparazione degli ingredienti e 40′ per la cottura.
Avevo conservato i carciofini sott’olio un paio di anni fa, ma il prezzo eccessivo degli stessi mi aveva dissuasa dal farlo ancora.
L’altro giorno, al mercato, però, ho visto che ne vendevano 10 per 3.50 euro e non mi sono sembrati cari. Di solito li compravo a peso e li pagavo, anni luce fa, 2500 lire al kg. Non li ho acquistati quindi subito perchè non volevo trascinarmeli per tutto il mercato.
In seguito però mentre attendevo il mio turno in fila presso un’altra bancherella ho visto che su quella vicina ce n’era una montagnola e che ne vendevano 20 per 2 euro. E quindi…..
Il carciofo da conservare sott’olio, ma la regola vale per tutti , deve essere SODO, scuro e nel nostro caso piccolo, altrimenti va tagliato in quarti.
Il pepe, Piper nigrum, è un arbusto rampicante delle Piperacee, originario dell’ India e della Malesia, coltivato oggi nei paesi tropicali. Si differenzia in «bianco» e «nero», ma si tratta dei frutti della stessa pianta, varia solo l’epoca della raccolta. Le piccole bacche vengono raccolte infatti sia acerbe, sia a maturazione completa.
Nel primo caso, le bacche ancora verdi vengono fatte essiccare al sole e assumono così il tipico aspetto rugoso e nerastro. Nel secondo vengono private della buccia e della polpa con un processo di fermentazione e lavaggio, e il nucleo biancastro e liscio che se ne ottiene è il «pepe bianco». La differenza principale fra i due tipi è nell’aroma, più intenso nel pepe nero, più morbido in quello bianco.
Il pepe, considerato spezia piccante per eccellenza, deve il suo aroma ad un olio essenziale che si volatilizza con la macinatura, ecco perché si dovrebbe usare sempre pepe appena macinato. Inoltre questo è un sistema per ovviare ad eventuali adulterazioni della polvere (si può trovare pepe macinato, prodotto con spezie scadenti).
L’invenzione del formaggio, che i Greci attribuiscono alla ninfa Amaltea (nutrice di Zeus), è stata casuale. Infatti coincide con il momento in cui l’uomo da cacciatore diventa anche agricoltore e pastore: si accorge che il latte (conservato in otri ricavati dallo stomaco di capre o di pecore) si trasforma in poco tempo in un prodotto completamente diverso nel gusto e nell’aspetto. Proprio in questa ottica, l’uomo decide di lavorare il latte (che noi oggi definiamo cagliato), per ottenere un alimento nuovo, vario, saporito e soprattutto facile da conservare e trasportare.
Da allora il formaggio in tutte le sue infinite varianti diventa un cibo base, richiestissimo ovunque. Ogni pastore, secondo la zona di pascolo, impara a conoscere le caratteristiche del proprio latte e lo lavora in modo tale da accentuarle nel prodotto finito. Insieme al grana, al gorgonzola e alla mozzarella, la Fontina è uno dei formaggi più antichi. Notizie di questo prestigioso alimento a pasta semidura risalgono al 1270. È stata trovata in Valle d’Aosta una pergamena in cui compaiono le fasi di lavorazione tipiche della Fontina.
Anche se fa un caldo terribile io non mi lamento, amo il mare, il caldo e il sole e proprio per questo, quando queste giornate ci accompagnano, la voglia di mangiare delizie fresche supera sicuramente quella di metterci davanti a delle pietanze troppo elaborate e soprattutto calde.
Dalle mie parti è consuetudine vedere intere famiglie che vengono al mare, in spiaggia libera, portandosi termos e borse refrigeranti, ma troppo spesso vedo anche i bambini mangiare troppa pizza, panini e merendine che sicuramente appagano il palato ma appesantiscono anche molto la figura.Perché invece non portare delle belle macedonie già preparate, ricche di vitamine, sali minerali e soprattutto zuccheri?
Del melone vi abbiamo già parlato qualche articolo fa mentre invece dell’anguria, o cocomero come lo chiamiamo noi a Roma, che dire? è il frutto principe dell’estate essendo un frutto fresco, dissetante ed aromatico. Quando fa caldo è in grado di assicurare un apporto idrico prezioso, essendo composta per il 95.3% del suo peso da acqua. Inoltre ha solo lo 0.2% di fibre, che la rende accessibile a tutti senza provocare rischi all’intestino, neanche per i più delicati; mentre sono presenti in buone quantità le vitamine: A (betacarotene), C, B1 e B6, ma anche minerali come il potassio e il magnesio, molto utili per sconfiggere la stanchezza dovuta al caldo, e in quantità minori anche calcio, fosforo ed altri oligoelementi essenziali come ferro, zinco e manganese.
Il mondo occidentale è sempre più “extralarge”. Milioni di italiani combattono contro i chili di troppo. E molti scienziati prospettano i rischi di un epidemia di obesità in agguato anche e soprattutto tra i più giovani, addirittura bambini. Cresce così l’ossessione di mettersi a dieta. Va però sottolineato che il fenomeno è legato non solo alla quantità e qualità dell’alimentazione quotidiana, ma anche dalla riduzione del dispendio energetico soggettivo. Una dieta mediatica diventata molto famosa è la dieta a zona.
Che cos’è? Lanciata a metà anni 90 da Barry Sears, la dieta a zona è tra le iperproteiche più seguite e amate, specie dagli sportivi. Si basa sul controllo degli equilibri ormonali dell’organismo con l’eliminazione dei cibi a indice glicemico troppo alto e prevede un’integrazione di acidi grassi omega 3 e omega 6.
Sette oleifici e 25 mila litri di olio sequestrati, 39 persone in manette per associazione a delinquere finalizzata alla produzione e commercializzazione di olio extravergine di oliva sofisticato: questo il bilancio dell’operazione dei NAS di Bari. Il blitz è scattato nel foggiano e nell’intero territorio nazionale, in particolare nelle province di Milano, Napoli, Brindisi, Campobasso, Latina, Salerno, Bari e Varese.
La frode avveniva mediante l’impiego di olio di semi di soia, anche geneticamente modificata, e di girasole, addizionati con betacarotene e clorofilla industriale. Questi prodotti, imbottigliati con etichette di fantasia riferite ad aziende inesistenti e accompagnati da falsi documenti commerciali e di trasporto, venivano successivamente commercializzati sul mercato nazionale ma anche estero.
Lo Stilton è un formaggio inglese erborinato prodotto in due varietà: la più conosciuta è la variante blu (si chiama infatti blu Stilton) e la meno conosciuta è versione bianca. Lo Stilton per chiamarsi tale deve essere prodotto solamente in una delle seguenti regioni Derbyshire, Nottingam e Leicestershire e seguire un rigoroso codice di produzione. Se rispecchia questi rigorosissimi requisiti allora è lo Stilton originale con relativo marchio DOP ( denominazione di origine protetta).
Le origini dello Stilton sono da ricondursi ad un certo Cooper Thornhill il quale scoprì il famoso blu Stilton e lo uni al formaggio. Era il 1730. Ancora oggi per essere chiamato Blu Stilton il formaggio deve rispecchiare le seguenti caratteristiche:
Essere prodotto solamente in una delle tre contee sopra citate e con latte pastorizzato
Essere fatto in contenitori esclusivamente di forma cilindrica e con bordi alti
Si deve formare la tipica crosticina chiamata anche mantello
Essere pressato
Le caratteristiche venature blu devono irradiarsi dal centro
Con il termine Energy Drink si indica una bevanda analcolica in grado di fornire una maggior quantità di energia rispetto alle bevande analcoliche tradizionali. Questa maggiore energia è fornita da varie sostanze energetiche disciolte per consentire di affrontare prestazioni che comportino un forte dispendio d’energia, contenendo, in tal modo, i conseguenti stati d’affaticamento fisico e/o mentale.
Si tratta di bibite, generalmente carbonate, che, oltre all’ACQUA (componente predominante), contengono sostanze stimolanti, antiossidanti e tonificanti, talvolta associate anche a VITAMINE e sali MINERALI, con ZUCCHERI e aromi o succhi. Alle classiche sostanze come guaranà, taurina, caffeina, se ne sono aggiunte tantissime altre dai nomi esotici (spesso già usate in altri settori alimentari o nella cosmetica) o futuristici: the verde, yerba maté, ginkgo biloba, schizandra, açaí, zenzero (ginger). Le bevande energizzanti che sfruttano molti di questi ingredienti stanno invadendo anche altri settori, come quelli delle bibite carbonate, del the freddo e degli smoothies.
Abbiamo recuperato gli ingredienti presi dalle etichette delle lattine, per leggere con attenzione le sostanze contenute. Poi abbiamo semplicemente allegato una descrizione dei nomi più oscuri o di quelli, pur conosciuti, le cui caratteristiche svelano qualche sorpresa. Non pretendiamo di fare chissà quale rivelazione, lasciando volentieri ai lettori la libertà o meno di assumere queste sostanze consapevoli del rischio, vero o presunto, che comportano.
Ogni anno la Gran Bretagna getta 20 milioni di tonnellate di cibo nella spazzatura, praticamente la metà di quanto ne
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