Cucina macrobiotica, vegetariana e non solo: ricette con le alghe

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Ecco la seconda puntata del nostro viaggio alla scoperta della cucina con le alghe. Vi ricordo che la loro storia e le loro proprietà, e anche altre informazioni, potete trovarle nei primi due capitoli di questo excursus, alla scoperta di questi ingredienti che sono vecchi come il mondo, ma che la cucina moderna e occidentale ha completamente dimenticato.

Passiamo subito ad altre ricette.

Involtini con dulse

Ingredienti: 4 grosse foglie di cavolo cinese, sale, 50gr. di dulse, 100gr. di crauti.

Lavate le foglie di cavolo cinese e scottatele per mezzo minuto in acqua bollente salata. Toglietele dall’acqua e fatele sgocciolare, mettetele a raffreddare stese su un vassoio e poi asciugatele. Lasciate la dulse in ammollo nell’acqua per 5 minuti, quindi tagliatela a listarelle sottili e mescolatela insieme ai crauti, tenendo da parte una piccola quantità di questi ultimi. Stendete bene una foglia di cavolo sul vostro piano da lavoro, mettete lungo ognuna 1/4 di misto di crauti e dulse, avvolgetevi intorno il cavolo, a formare un involtino, e poi tagliatelo a metà per il largo, infine disponete ogni metà su un piatto da portata. Decorate ogni involtino con un po’ di crauti messi da parte e servite.

Cucinare con le alghe: ricette alla scoperta del loro sapore

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Iniziamo il nostro viaggio nel mondo delle alghe, per imparare a conoscere dei sapori e delle consistenze nuove, per provare ad aggiungere dei nuovi ingredienti alla nostra cucina e anche perchè bisogna provare un po’ di tutto, perchè non possiamo sapere quanti sapori esistono nel resto del mondo, gusti che non conosciamo e che potrebbero ispirarci per nuovi e gustosissimi piatti.

Ribadisco che queste sono ricette in cui le alghe la fanno da padrone, non sono solo accompagnamenti o condimenti, sono preparazioni pensate proprio per imparare a conoscere le cotture e il sapore di questi particolari e antichi ingredienti.

Involtini di kombu

Ingredienti: 8 strisce di kombu di circa 20 cm ciascuna, 4 carote, 1 cucchiaio di shoyu.

Lavate rapidamente le alghe sotto l’acqua corrente e lasciatele in ammollo in acqua per 1 ora. Pulite e tagliate le carote in bastoncini di circa 6 cm di spessore, tagliate anche 6 delle strisce di kombu in 3 pezzi di circa 6 cm e con questi avvolgete i bastoncini di carote. Tagliate invece in lungo le altre strisce, facendone delle striscioline molto sottili, con cui legerete i bastoncini avvolti nelle kombu, chiudendo con un nodino. Mettete l’acqua dell’ammollo delle alghe in una pentola, versatevi dentro i bastoncini di carote e portate ad ebollizione, lasciando poi cuocere a fuoco medio e pentola coperta per 40-45 minuti. Aggiungete lo shoyu e lasciate sul fuoco, senza più coprire, in modo che il liquido possa evaporare. Dopo aver tolto dal fuoco portate in tavola.

Cucina vegetariana: alla scoperta delle alghe -parte II-

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Come detto nella precedente puntata, di ieri, sulle alghe, questi alimenti non possono essere considerati un’esclusiva della cucina macrobiotica o vegetariana, anche se soprattutto per i vegetariani risultano un ottimo sostitutivo della carne, visto il loro alto apporto proteico e anche vista la quantità di vitamine e minerali che le alghe contengono. Ciò non toglie, anche se non siamo vegetariani, che possiamo provare a conoscere e sperimentare delle ricette per imparare a utilizzare anche questi alimenti, lontani dalla nostra cultura solo perchè con il tempo abbiamo smesso di utilizzarli, perchè fin dall’antichità erano presenti anche in Europa.

Le ricette che seguiranno nei giorni successivi saranno proprio volte alla scoperta delle alghe. Non saranno preparazioni in cui l’alga ha un ruolo marginale, o di accompagnamento (avvolgere il sushi ad esempio, o utilizzare l’alga kombu per rendere più digeribili i legumi), ma saranno ricette in cui l’alga conferisce al piatto un vero e proprio sapore caratteristico, per imparare a conoscerle e ad apprezzare il loro gusto. Le ricette saranno di antipasti, contorni, primi piatti, per fare un vero e proprio viaggio nel mondo delle alghe, in modo da capire se e in che modo possono entrare a far parte delle nostra cucina.

Ecco adesso gli ultimi 4 tipi di alga che tratteremo.

Le alghe: un ingrediente in più non solo per i vegetariani

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Le alghe sono state consumate fin dall’antichità, dai popoli del Mediterraneo, dell’Europa e dell’America, sono conosciute in tutto il mondo, ma hanno trovato nella cucina tradizionale del Giappone la loro massima utilizzazione. Al giorno d’oggi questi preziosi vegetali sono tenuti in grande considerazione perchè hanno delle proprietà nutritive davvero straordinarie e per noi occidentali può presentarsi la scoperta di un vero e proprio settore alimentare, che non è riservato solo alla macrobiotica, alla cucina vegetariana, o appunto alla tradizione orientale, le alghe possono diventare se non un alimento base o fondamentale della nostra cucina, sicuramente un ingrediente da utilizzare per variare, per provare sapori nuovi e anche per migliorare la nostra salute, viste le molteplici proprietà anche a livello nutritivo.

Le alghe si trovano senza problemi anche in Occidente, e la loro commercializzazione è dovuta proprio alla diffusione della cucina macrobiotica. La loro importanza per la nostra alimentazione è legata principalmente alla ricchezza di sali minerali e vitamine, motivo per cui le alghe possono essere un ottime sostitute della carne o dei latticini, e quindi sono entrate anche nell’alimentazione vegetariana. Oltretutto sembra che le loro proprietà benefiche vadano addirittura oltre, e che siano in grado di portare benefici anche a chi ha diversi problemi di salute.

Cucina estiva ed esotica: sushi di salmone affumicato e avocado

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TEMPO: 15 minuti | COSTO: alto | DIFFICOLTA’: media

VEGETARIANA: NO | PICCANTE: NO | GLUTINE: NO | BAMBINI: SI


Il riso Basmati fa parte della categorizzazione dei risi esotici. Ha un sapore molto particolare, che lo contraddistingue, infatti richiama il legno di sandalo. Cuoce molto velocemente, in circa 12 minuti, e ha bisogno di una minore quantità di acqua rispetto al riso a grani duri. In molte ricette orientali ed esotiche, in cui fa da accompagnamento, ho trovato come consiglio la cottura in forno, in una pirofila, con una quantità d’acqua  (meglio brodo) moderata, che copra il riso ma non di più, in questo modo risulta sempre al dente e saporito.

Altro elemento fondamentale di questa ricetta sono le alghe nori, che se vi siete già cimentate nella preparazione del sushi conoscete bene. Una curiosità: sono le uniche alghe ad essere coltivate. Erano già conosciute ai tempi dei Romani, in Irlanda e in Galles, dove venivano utilizzate con i fiocchi di cereali o nelle insalate. Sono un’importante fonte di fosforo, proteine e vitamina A, e infatti fanno parte in buona misura della cucina orientale e giapponese. Si sposano particolarmente bene con il riso, e come sappiamo sono perfette per avvolgere il sushi. Se non le avete mai acquistate potrete trovarle senza troppi problemi nei negozi di macrobiotica o di alimentazione naturale.

Ricetta giapponese: Riso integrale al tamari

TEMPO: 45 minuti | COSTO: basso | DIFFICOLTA’: media

VEGETARIANA: SI | PICCANTE: NO | GLUTINE: NO | BAMBINI: SI

Ormai è diventato molto di moda utilizzare il riso integrale in diverse preparazioni per risotti. Quest’oggi ritorniamo sulla cucina orientale, in particolare giapponese, con il riso integrale al tamari. Ma cos’è il tamari? Il tamari è una salsa fredda, dal sapore fortissimo, utilizzata in Giappone, per il condimento di riso e verdure. È una variante della salsa di soia, indicata anche se si è celiaci. A Roma è reperibile in ipermercati che vendono anche prodotti di importazione giapponesi oppure da Castroni. Vale lo stesso per la polvere di minestra aromatica (in alternativa potete usare del dado sbriciolato). Il riso integrale ha una proprietà in più rispetto al riso classico e cioè mantiene inalterate le vitamine anche durante la cottura ed inoltre ha valori proteici molto elevati. Inoltre, il riso integrale, contiene due minerali molto importanti, il potassio e magnesio, utili nella prevenzione dell’osteoporosi.


Riso integrale al tamari

Ingredienti per 4 persone:

200gr di riso integrale tondo | 500gr di brodo vegetale | 15gr di tamari | 15gr di polvere di minestra aromatica (dado vegetale in polvere)

Dieta delle banane dal Giappone, ecco la Morning Banana Diet

Morning Banana Diet. Occuparsi di diete in un Blog di cucina può essere singolare se vogliamo. Ma è notizia di queste ore che una banana-mania sia letteralmente esplosa in Usa e in Giappone, dove per l’appunto questa miracolosa Dieta delle banane è stata lanciata.

Andiamo per gradi: Arrivata dal Giappone qualche settimana prima della vittoria del neopresidente Barack Obama, le principali agenzie di informazione internazionali la indicano come causa della incredibile scarsità di banane che si registra in quel paese, la Banana Diet è stata subito accolta con un grande entusiasmo. Sopratutto dai più giovani che, nel clima di rinnovamento che si respira nel paese dall’elezione del nuovo presidente, non esitano a sostituirla alle diete a base di Zantrex rese famose da moltissimi divi come Britney Spears.

Il settimanale Time ha dedicato a questa MORNING BANANA DIET una serie di storie sensazionalistiche. Anche l’emittente televisiva CBS cercando di cavalcare il trend. e ha trasmesso un servizio (che pubblichiamo in questo articolo) con tanto di dimostrazione pubblica con dietista in una piazza centrale di New York. Il quotidiano StarTribune di Minneapolis addirittura l’ha fatta analizzare da un nutrizionista e tabloid come il New York Daily New e il Post l’hanno sbattuta in prima pagina con titoli a sei colonne. Anche il seriosissimo ed ultraliberale Huffington Post se n’è interessato.

Il sukiyaki: un piatto della cucina giapponese

Il Sukiyaki è un piatto della cucina giapponese nello stile nabemono (“alla pentola“). Generalmente viene preparato nei giorni più freddi dell’anno ed è un piatto comune per le feste di capodanno ma è possibile prepararlo anche in altri periodi dell’anno e consumarlo freddo. Come per altri piatti nabemono ogni regione giapponese ha una maniera preferita di cucinare il sukiyaki.

Per esempoio la salsa di soia, zucchero e mirin sono premiscelati nella regione del Kanton, mentre nel Kansai è consuetudine miscelare gli ingredienti al tavolo. Sukiyaki, o semplicemente “suki” è anche il nome di un tipo di pasto consumato in altre regioni dell’Asia. Il nome può essere usato per un piatto remotamente somigliante al sukiyaki giapponese composto da spaghetti di riso, maiale e salsa “sukiyaki” fino a un piatto in cui vengono cucinati vari tipi di carne e vegetali insieme nella stessa pentola. Ma ora bando alle chiacchiere vi presentiamo la ricetta:
Sukiyaki (ingredienti per 4 persone)
  • 300gr di filetto di manzo molto magro
  • 250gr di riso
  • 150gr di spaghetti di riso
  • 8 funghi cinesi secchi
  • 40gr di strutto
  • 2 cipolle
  • 2 porri
  • un pezzetto di cavolo bianco (circa 200gr)
  • 200gr di spinaci a foglie piccole e tenerissime
  • 200gr di germogli di bambù
  • 200gr di fagioli di soia in scatola o salsa di soia
  • 4 cucchiai di vino di riso (o di sherry)
  • un pizzico di zucchero
  • 4 tuorli
  • sale

I bento più belli del web per i lettori di Ginger&Tomato

I bento più belli del web per i lettori di Ginger&Tomato0

Come richiesto da alcuni dei nostri lettori ecco una bella carrellata di bento dal web, per ammirare la cura con cui sono composti, per prendere spunto o anche solo per curiosare tra le foto del web! Alcuni di questi lunch box sono attentamente studiati, gli alimenti sono disposti con spirito artistico, allo scopo di dare un po’ di colore alle grigie giornate in ufficio o convincere i bambini a mangiare il pranzo, con il disegno del loro cartone animato preferito!
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Questo divertente bento (scovato su Flickr.com, autrice Sakurako Kitsa) è stato chiamato Spa Bento, e prevede l’uso di maionese per la maschera, cetrioli sugli occhi e formaggio per il turbante ed il colletto.

Fare la spesa da casa con un click? Comodo e veloce. Raccontateci le vostre esperienze

Fare la spesa da casa con un click? Comodo e veloce

 

Da quando Internet è in ogni casa è sempre più diffusa l’abitudine di comprare tutto in rete: libri, elettrodomestici, vestiti e perchè no, anche alimenti. Da qualche tempo a questa parte infatti l’e-commerce di alimentari è stato oggetto di una crescita irrefrenabile e si sono moltiplicati i siti che offrono la possibilità di fare la spesa comodamente seduti sul proprio divano. La maggior parte di questi negozi virtuali offrono i loro servizi a zone geografiche abbastanza ristrette così che possono permettersi di rifornire i propri clienti anche di alimenti freschi e deteriorabili.

 

Uno dei principali portali che offre questo servizio è Esselunga, uno dei primi a lanciarsi in questo business in Italia. Sul sito della catena di supermercati basta iscriversi e di volta in volta riempire il proprio carrello virtuale. Fare la spesa on line ha una serie di vantaggi oltre all’evidente comodità: si evitano le code alla cassa, si risparmia tempo e soprattutto è molto più semplice risparmiare sui prodotti. Mi spiego meglio: volete comprare dell’acqua minerale? Facendo la spesa on line potrete confrontare tutti i prezzi di tutte le acque e scegliere non solo quella che preferite ma anche quella che vi conviene di più, senza contare che non dovrete fare la fatica di caricarvi da sole in macchina 6 casse d’acqua.

 

Esselunga non consente di pagare in contanti alla consegna, ma del resto oggi tutti hanno una carta prepagata per gare acquisti on line in tutta sicurezza e Pay Pal, o le sue alternative, offrono garanzie. Il costo della consegna qui è 7,90 (6,90 se la spesa supera le 110 euro) e per l’ora basta indicare la fascia di tempo in cui saremo a casa (ad esempio dalle 18 alle 20).

Tempura e fritto misto, due piatti con un’anima in comune

La tempura, uno dei piatti più celebri della cucina nipponica, non vi fa pensare un po’ al nostro fritto misto? Suvvia, siate sinceri, hanno molto in comune! Ebbene, non c’è da stupirsi se sono così simili, la tempura giapponese, infatti, ha origini Europee.

Dovete sapere che il termine tempura nasce dalla fervida immaginazione dei cugini giapponesi, che, intorno al sedicesimo secolo, sentendo parlare i missionari portoghesi di tempora, cioè i giorni di digiuno ecclesiastico, usarono questo nome per indicare il fritto di magro, che mangiavano gli europei in quel periodo.

Le regole della cucina giapponese vogliono che la tempura si serva calda,anzi, caldissima, appena uscita dall’olio bollente, affinché mantenga la sua croccantezza. Un’altra regola da seguire è quella di mangiare a categorie, prima un tipo di verdura, poi il pesce, a seguire i gamberi e così via, evitando di alternare i sapori.

Oshinko: il sushi vegetariano ma non solo per i vegetariani

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Quest’oggi Ginger&Tomato vuole presentarvi un classico della cucina giapponese: oshinko. Con il termine oshinko vengono indicate molto semplicemente delle verdure in salamoia utilizzate nella decorazione del bento, nel sushi o nel takuwan. Quasi mai si mangia da solo in quanto presenta un sapore decisamente forte ma viene utilizzato soprattutto come decorazione. In origine si chiamava daikan, indicando con questo nome l’unico ortaggio con il quale veniva fatto l’oshinko, una specie di grande ravanello, dalla consistenza carnosa e dal sapore piccante che, messo in salamoia, acquista il classico colore giallo che si ritrova nei makimono. Tuttavia fare l’oshinko è davvero semplice e possono essere utilizzate tutte le combinazioni di verdure possibili. La ricetta di seguito è soltanto un esempio
Oshinko (ingredienti per circa 3 o 4 porzioni)
  • 1 cavolo bianco lavato e tagliato a pezzetti
  • 2 cetrioli, tagliati a rondelle
  • 2 carote tagliate a fettine sottili
  • 1 daikon, tagliato sottile
  • 3 peperoncini secchi
  • 100gr di sale grosso

Bento, mangiare divertendosi in ufficio, a scuola o ad un pic-nic

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Le vacanze pasquali sono finite e tutti torniamo in ufficio o all’università, e i nostri figli a scuola. Torniamo quindi a mangiare fuori casa, un panino al bar, un’insalata imbustata da portarsi dietro o un ristorante pagato dall’ufficio che serve piatti che proprio non digeriamo. Ma c’è un’alternativa simpatica e gustosa, per noi e per i vostri figli che alla mensa non mangiano mai niente: il bento.

Bento? Cos’è?” Forse non sapevate che si chiamava così ma lo avete visto tantissime volte nei celebri cartoni animati giapponesi: sono quelle scatole, quei lunch box, in cui le mamme preparano le palline di riso, di sushi, di verdure o di carne, sistemando gli alimenti in modo quasi artistico.

In Giappone sono molto comuni: ne esistono di diverso tipo, per bambini e per adulti, monoporzione o a più piani per le occasioni speciali (se siete invitati e dovete portare qualcosa da mangiare oppure se uscite per un pic-nic). Generalmente all’interno vanno messi il tradizionale riso, una porzione di carne o pesce o tofu, delle verdure, che possono essere sott’oli o cotte al vapore, ed un dolcetto, caramelle o un pezzetto di torta.

Falafel, tabboulé e datteri farciti: guida ai migliori ristoranti di Roma e Milano

Se vi trovate a passare per la splendida Roma o se siete fortunati da abitarci e siete amanti della cucina orientale qui di seguito vi consigliamo una serie di locali degni di nota per gustare le migliori specialità orientali. Potete iniziare con:

  • Kabir Fast Food: rosticceria e take-away indiano in via Mamiani; molta simpatia.
  • Hamasei: storico giapponese in via della Mercede ha aperto da poco anche il sushi-bar. Costoso, ma vale la visita.
  • Zenobia: ristorante arabo, piazza Dante: divertente sedersi a terra e nel weekend danza del ventre.
  • Città in fiore: cinese veloce ed economico in via Cavour 273; preziosa la cortesia di Giada che saluta tutti con un regalino.
  • Tra i negozi: Castroni offre un buon assortimento di ingredienti da tutto il mondo
  • Se volete scoprire l’ebbrezza di curiosare per le varie botteghe di spezie, mercato più fornito è a Piazza Vittorio. Alimenti che provengono da tutto il mondo.