Travolti dalla polemica solo qualche giorno fa, i carciofi alla giudia restano uno dei piatti della cucina tradizionale ebraico-romana che si preparano con i carciofi romani, le mammole, teneri e senza spine né peluria, dettaglio che gli rende morbidi e facili da cucinare.
Forse è proprio la differenza dell’ingrediente principale, il carciofo ad aver scatenato le polemiche sui carciofi alla giudia. Il rabbinato di Gerusalemme sostiene che il carciofo non sia kosher perché non adeguatamente pulito con il rischio di contenere eventuali vermi e impurità.
In occasione della Giornata della Memoria, che si celebra oggi per non dimenticare l’orrore dell’Olocausto della Seconda Guerra Mondiale, proponiamo la ricetta della safra, un gustosissimo dolce ebraico.
Molto facile da preparare è un’antica ricetta che veniva preparata dalle donne della ebree della Libia.
In molte occasioni vi abbiamo parlato della cucina ebraica o kosher, termine che letteralmente significa adatto e si riferisce ai cibi consentiti dalla religione ebraica. Vi abbiamo sviscerato i segreti delle ricette tipiche delle festività e quelle con cui le mamme e le nonne ebree deliziano i palati dei loro cari durante lo Shabbat, giorno di riposo per chi è di religione ebraica.
Questi piatti ricalcano appieno le antiche pietanze che si consumavano nel ghetto di Roma, che ancora oggi è una delle parti più suggestive della città. Negli ultimi anni le disposizioni comunali e lo spostamento di gran parte delle scuole ebraiche hanno cambiato la toponomastica della zona, rendendola ancora di più un’attrazione per i cittadini e per i turisti.
Zona che è diventata una vera e propria città nella città, dove ogni giorno molte persone si incontrano prima di andare a lavorare e conversano del più e del meno. Merito anche dei numerosi ristoranti kosher che hanno rifatto il look al quartiere, restituendogli quella tradizione che a cavallo degli Anni 2000 si era smarrita fra i sanpietrini del luogo.
Oggi una ricetta nuova, almeno per me, di origine ebraica, leSufganiot, ovvero delle frittelle lievitate e fritte, che si è soliti preparare e mangiare durante Hanukkah o Festa delle Luci. Hanukkah è una festività ebraica, dura otto giorni ed è l’unica ricorrenza ebraica che viene celebrata a cavallo di due mesi. E’ conosciuta anche come Festa delle luci perchè ad essa è legato il ricordo di un miracolo che avvenne ai Maccabei che si erano ribellati ai sovrani seleucidi i quali volevano imporre delle pratiche contrarie alle loro leggi.
Durante la Pessach, ovvero la pasqua ebraica, che dura 8 giorni, due sono le regole da rispettare: consumare solo pane non lievitato e non preparare alcun piatto che preveda la presenza di lievito. Durante questo periodo infatti nelle case degli ebrei sparisce letteralmente ogni traccia di lievito. La torta di mandorle che vi propongo oggi difatti è perfetta come dolce da servire non solo durante il periodo pasquale, ma in qualsiasi momento vi venga voglia di una buona e leggera torta di mandorle da gustare.
La torta di mandorle, in perfetta sintonia con la Pessach infatti non contiene lievito, ma solo uova, mandorle tritate, farina e zucchero, ed una copertura di crema di albumi e zucchero a velo sormontata da scaglie abbrustolite di mandorle. Si tratta come dicevo di un dolce per nulla pesante, ma semplice sia nel sapore che nella preparazione. La torta di mandorle si prepara partendo dal montare gli albumi a neve ferma e conservarli in frigo.
Tra le kosher cakes che preferisco c’è sicuramente questa torta di mele, fatta con miele e uvetta come vuole la tradizione del capodanno ebraico. Durante la festività ebraica di Rosh Ha-Shanah, il capodanno ebraico appunto, è tradizione mangiare cose dolci come miele e mele, anzi intingere le mele nel miele in segno di augurio per un anno dolce.
Durante la cena della prima sera di festa detta “Seder di Rosh haShanà”, si usa consumare, insieme alla recitazione di piccole preghiere, sia cose dolci, come le mele e il miele, sia altri cibi che diano senso di molteplicità come il melograno, con l’augurio di un anno dolce e prospero; tanti altri sono i piatti serviti durante questa cena e possono cambiare a seconda delle tradizioni e usanze ma di solito si trova sempre la testa di qualche animale come ad esempio il pesce a simboleggiare il capo dell’anno.
Per la preparazione di questa kosher cakes avrete sicuramente bisogno di mele, miele (io vi consiglio miele di acacia), uvetta e mandorle tritate da cospargere sulla superficie e naturalmente i soliti ingredienti per l’impasto come farina, uova, zucchero, burro e lievito. Non vi preoccupate però, la sua preparazione è davvero semplice e il risultato assicurato, basterà solo un pochino di attenzione durante l’impasto degli ingredienti ma se avete la frusta elettrica sarà ancora più facile.
La scorsa settimana la mia amica Micol si è dilettata nella preparazione del pane del Sabato, la challa. Voleva preparare qualcosa di diverso per la cena e non aveva voglia di comprare quelle confezionate e così si è messa all’opera, pensava che non le riuscissero bene ma come potete solo vedere dalle foto il risultato è stato ottimo!
La challa è il pane tradizionale ebraico preparato in occasione dello Shabbat (Sabato), è generalmente a forma di treccia e sulla tavola ne vengono presentati due a rappresentare la doppia porzione di manna che il Signore elargiva agli ebrei nel deserto alla vigilia del sabato e delle feste più importanti. La preparazione della challa avviene senza burro o derivati del latte ma solo con olio, questo per rispettare le regole della kasherut secondo le quali non è possibile associare, e quindi mangiare nello stesso pasto, alimenti a base di carne con alimenti a base di latte.
Che ne dite di una di queste ultime sere d’estate per una cena all’aperto in compagnia degli amici? bene se ne avete voglia allora vi consiglio caldamente di preparare i Falafel. Ma cosa sono questa pietanza dal nome buffo? si tratta di un piatto di origine araba ma diffuso anche nella cucina israeliana e che consiste nella preparazione di polpette fritte a base di ceci e fave, spezie e coriandolo. Credetemi una vera delizia. Potete servire questo piatto accompagnandolo con la salsa tahini, oppure con verdure fresche come pomodori e cetrioli o ancora con una fresca salsa a base di yogurt. Vi consiglio poi di completare il vostro pasto etnico con del buon cous-cous accompagnato da verdure miste e da un buon bicchiere di birra ghiacciata. Insomma una cena perfetta da gustare in compagnia!
Abbiamo già parlato sulle pagine di Ginger dell’alimentazione Kosher (o Kasher), tipica della tradizione ebraica. Navigando in giro per il web ci siamo imbattuti in un prodotto davvero interessante: si tratta di Tuttokosher.com che è un nuovo sito Internet in cui è possibile acquistare i prodotti kosher online.
Kosher in ebraico significa “adatto” e si riferisce a tutti i cibi consentiti dall’ebraismo.
Con l’osservanza della Kasherùt, un elemento centrale della vita ebraica, nutrirsi diviene non solo un mezzo di sopravvivenza biologica ma soprattutto un’espressione culturale e religiosa che coinvolge il corpo e la mente.
Gli alimenti della tradizione ebraica non sono rivolti ai soli ebrei. L’uso del pane azzimo, per esempio, è diffuso ovunque per le grandi proprietà nutritive e dietetiche di questo alimento. Nei supermercati però spesso l’azzima (o matzah, in ebraico) è confinata nei scaffali dl cibo biologico e i costi sono altissimi. Su Tuttokosher.com abbiamo scoperto con piacere che c’è una promozione che propone un pacco da un chilo di pane azzimo a 1,50 euro. Questa iniziativa è nata in occasione della pasqua ebraica (Pesach). In tale festività si ricorda la fine della schiavitù degli Ebrei in Egitto, che sancisce un passaggio fondamentale perla loro storia: la vera ed effettiva nascita del popolo d’Israele. Una primizia secondo la Torah (Antico Testamento e testo di riferimento per la Legge ebraica). Una primizia ricordata anche dal harosset, una marmellata di primizie appunto (fatta principalmenete di mandorle, miele e altra frutta), che ricorda l’argilla con cui gli Ebrei costruivano le piramidi durante il giogo egiziano.
Hanukkah (o Chanukkah, in ebraico חנוכה) è una festa ebraica che si celebra il 25 del mese di Kislev – secondo il calendario israelita – una data che pressappoco corrisponde al Natale cristiano. Per questo molte persone la vedono come una specie di Natale ebraico (soprattutto negli Stati Uniti), ma la radice è molto più antica. La ricorrenza ricorda la vittoria militare degli ebrei Maccabei sulla dominazione Greco-Siriana.
Hanukkah è una commemorazione che si concentra sulla celebrazione dell’identità ebraica e la sopravvivenza della libertà di culto religioso. Il termine “Chanukkah”, è una parola ebraica che significa “dedica” o “consacrazione” ed è riferita al miracolo che ha coinvolto il Tempio di Gerusalemme dopo la sua profanazione per mano delle armate di Antioco IV. Il “miracolo dell’ampolla d’olio” che avrebbe dovuto bruciare per una sola notte e che invece durò otto lunghi giorni, senza che il rituale del lume acceso all’interno della grande sinagoga fosse interrotto.
Dal punto di vista culinario Hanukkah non è molto diversa dalle altre festività ebraiche, la centralità della tavola e del cibo kosher – e dell’enfasi che in queste occasioni hanno i cibi grassi e fritti – è piuttosto marcata. Dopo aver acceso il candelabro rituale le famiglie ebree di tutto il mondo consumano una grande varietà di cibi differenti a seconda della cultura di riferimento.
Qui su Ginger abbiamo già trattato lo scorso anno uno dei piatti più celebri della tradizione israeliana, le sufganiot, oggi affrontiamo la più diffusa pietanza americana: i latkes, frittelle di patate. Una preparazione elementare e facilissima della cucina ashkenazita.
I popoli di fede islamica una volta l’anno celebrano la festività del “RAMADAN”, che impone un ritmo alla giornata molto particolare. Vi propongo una ricetta tipica mediorientale, che chi lo pratica potrà gustare solamente dopo il tramonto. Si tratta di un piatto del Levante, il Baba ghanoush è un antipasto/stuzzichino composto principalmente da una purea di melanzane. Siria e Libano sono i paesi dove è maggiormente diffuso.
Esiste anche un piatto simile chiamato mutabbal. In Israele, la versione corrente è fatta con melanzane grigliate passate con tahina spezie. Qualche volta la tahini è sostituita dalla maionese e prende il nome di “סלט חצילים” (letteralmente insalata di melanzane).
Nell’India del nord, in particolare nella provincia del Punjab province, Baingan Bartha è ancora un piatto simile, che viene servito con i tipici pani del posto come Paratha, Roti, Kulcha, ecc.
Si, Montreal è decisamente la patria dei migliori bagels del mondo.
Cosa sono i Bagels? Parliamo di un panino a ciambella ricoperto di semini di sesamo o di papavero, cotto in un forno a legna, una specie di grosso ‘pretzel’ morbido dentro e croccante fuori. Sono serviti abitualmente divisi a metà e spalmati di ‘cream cheese’ (formaggio bianco e cremoso, tipo Philadelphia), ricoperto da qualche fetta di Lox (salmone selvatico affumicato canadese), una fettina di pomodoro ed un paio di anelli di cipolla rossa. Questo pane è originario dal Nord Est dell’Europa, ed è una specialità della comunità ebraica “ashkenazi” (cioè di proveniente dall’europa dell’est).
Se venite a Montreal, (lo so, non è proprio dietro l’angolo per chi vive in Italia…) non mancate di fare un brunch kosher tutto yiddish da Beauty’s, degustando oltre al Bagel & Lox, i suoi famosi Blinis al formaggio bianco e mirtilli, o il suo Smoked Brisket (deliziosa carne di manzo affumicata) servito con le uova al tegamino, accompagnati dal Chopped Liver (patè di fegatini di pollo) con crostini di pane di segale.
Ma preparatevi a fare la coda per entrare in questo ristorantino degli anni ’50 senza pretese, una coda lunghissima ogni domenica per gli habitués incalliti, pronti ad aspettare ore pur di entrarvi!
Preparatevi a prendere un numero ed aspettare il vostro turno per avere una o due dozzine di queste ciambelline, sfornate ed insaccate ancora calde davanti ai vostri occhi. Pensate, questi “forni per i Bagel” sono operativi ed aperti al pubblico 24 ore su 24, 365 giorni all’anno.
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