Una taverna greca tra i quartieri torinesi

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LA TAVERNA GRECA

LUOGO: Torino, via Monginevro 29 | DATA: Aperto tutti i giorni, anche a pranzo, effettua servizio Take-Away | PRODOTTI TIPICI: Specialità della cucina greca


La mia prima volta in una Taverna Greca è stata folgorante. Prima di quel giorno avevo mangiato “greco” solo per due motivi: qualcuno era stato spesso in grecia, o semplicemente amava questa cucina, e mi aveva proposto un’originale insalata greca; oppure avevo mangiato dei Gyros in un take away, e qualche buonissima pallina al formaggio, ma niente di più, anche se la curiosità era molta, mi piacevano quei sapori. E infatti, appena ho avuto l’occasione, sono andata a provare la cucina di questa nuova taverna.

Il posto è molto accogliente, non troppo grande e un bel bancone domina la scena dal fondo del locale. Il ristorante è a gestione familiare, ed è stato molto piacevole scoprire immediatamente che il cuoco, la cameriera e anche tutti gli altri componenti sono greci, cosa che per quanto mi riguarda dona immediatamente 10 punti a un ristorante di cucina tipica, visto che siamo in un periodo storico-culinario in cui tutti cucinano tutto e troppo spesso si spacciano per esperti di un qualcosa che solo la cultura della provenienza da una terra ti può dare. Io sono la prima a sperimentare sapori nuovi in cucina, che siano di altre regioni italiane, ma anche orientali, europei o statunitensi, ma non mi spaccerei mai per un’esperta dell’originale cucina inglese, francese o cinese!

Tornando alla nostra deliziosa Taverna. Ci sono molte combinazioni di piatti a disposizione. Si va dai classici Gyros, di carne e vegetariani, che possono magari essere accompagnati con delle insalate, disponibili in molte varianti. Si passa agli spiedini di maiale e di pollo, fino ad arrivare ai piatti veri e propri che sono una portata non solo ottima ma anche abbondante, visto che ogni piatto comprende sempre patate fritte o arrosto, salsa allo yogurt, una piccola porzione di insalata greca e una pita (tipica focaccia greca). In più ci sono anche molti contorni, semplici verdure alla griglia, ma anche una serie di salse e le famose polpettine alla feta che sono davvero squisite! Ci sono i dolci della casa, combinazioni di yogurt e frutta e per quanto riguarda le bevande si può scegliere un vino o una birra di origine greca, e visto che eravamo lì noi abbiamo provato anche quelli!

Come si serve in un pranzo in piedi?/3

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Anzitutto predisponete un menù abbastanza diversificato, con una vasta scelta di piccole cose (stuzzichini, vol-au-vents, tartine. ecc.) facilmente mangiabili in un sol boccone, magari un solo piatto caldo espresso e alcuni piatti freddi da prepararsi con buon anticipo e che non richiedano, possibilmente, l’uso del coltello. Naturalmente ci saranno moltissime cose da bere, due o tre buone qualità di vino, succhi di frutta, bibite gasate, liquori e ghiaccio a profusione.

Allestendo l’ambiente badate che il buffet sia accessibile a tutti, con il tavolo, debitamente allungato, contro una parete, o meglio ancora, se lo spazio lo consente, al centro della sala per permettere di girarci intorno. Se il tavolo è abbastanza grande potete disporvi ai lati piatti, bicchieri e posate: se viceversa è poco capiente, destinate un altro tavolo a bicchieri, bottiglie, shaker, mixer, secchiello per il ghiaccio, nascondendo sotto la tovaglia, che cadrà fino a terra, le bottiglie di riserva. Su un terzo tavolo più piccolo presso il buffet sarà impilato un gran numero di piatti, ci saranno tanti tovaglioli e le posate divise per uso. Su altri piccoli tavolinetti sparsi in giro mettete le ciotoline con patatine, salatini, crackers e olive.

Come servire a tavola in situazioni poco formali!/2

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Quando la cena è più confidenziale e i padroni di casa si devono occupare anche del servizio, occorre che si alzino il meno possibile: innanzitutto predispongono un menù combinato in modo da evitare assenze troppo prolungate in cucina, e quindi allestendo tutto ciò che occorre parte in tavola e parte su piani d’appoggio facilmente raggiungibili da seduti, uno o due carrelli, un tavolinetto. Così in tavola ci saranno già tutte le posate, il cestino del pane, le saliere, la pepaiola, la mostardiera, la caraffa dell’acqua, le bottiglie con i loro sottobottiglia, un sottopiatto grande per appoggiare eventuali piatti caldissimi.

Sul ripiano alto del carrello saranno disposti i piatti di ricambio e le posate da portata, mentre si riserverà la parte bassa per i piatti sporchi. Sugli altri piani di appoggio predisponete un eventuale rechaud (fornello a spirito), un paio di presine nuove fiammanti, altro pane, altre bottiglie di vino, con quello bianco nella «glacette», un tovagliolo, qualche posata in più per ogni evenienza, e il vassoio con le tazze da caffè. Per il servizio non collocate il piatto di portata al centro della tavola in modo da evitare che gli invitati si debbano servire avvicinando il loro piatto.

Come si serve a tavola nelle occasioni importanti? /1

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Cominciamo con il caso di una cena formale, ove la padrona di casa avrà a disposizione una persona attenta e capace, non istruita all’ultimo momento. Un pranzo è veramente importante quando in tavola non ci sono troppi piatti o posate, che verranno messi man mano da chi si occupa del servizio, quando non c’è il cestino del pane ma vi sono piattini individuali, quando non ci sono le caraffe dell’acqua e le bottiglie di vino che verranno versate soltanto dalla persona di servizio, attenta a non lasciare mai i bicchieri vuoti. Anche sui piani d’appoggio presso la tavola non vi devono essere troppe cose, ma solo l’occorrente del momento.

Dopo che tutti si sono accomodati su invito della padrona di casa che assegnerà a ciascuno il suo posto, anche se ci sono i segnaposto, si farà circolare l’eventuale menù. Il servizio si farà in questo ordine: prima la signora di maggior riguardo (e non la padrona di casa, secondo l’uso inglese), poi le altre invitate in ordine di età o di importanza, quindi la padrona di casa. In seguito sono serviti i signori, sempre seguendo quest’ordine e da ultimo il padrone di casa. Le fondine da minestra vanno tolte con il piatto sottostante dalla destra del commensale, senza essere sostituite contemporaneamente da un altro piatto. Però chi serve deve tornare subito con dei piatti caldi che collocherà da sinistra, e man mano che arriva con i piatti di portata li offrirà al commensale da sinistra, presentati sulla mano aperta e ricoperta da un tovagliolo, mentre con la mano destra reggerà l’eventuale salsiera.

Desideri irrefrenabbili: gli Involtini con funghi

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TEMPO: 1 ora| COSTO: medio-alto| DIFFICOLTA’: bassa

VEGETARIANA:NO | PICCANTE:NO | GLUTINE: SI | BAMBINI: SI


Non so se vi è mai capitato, di essere assaliti da un particolare desiderio culinario, talmente irresistibile da non poter fare a meno di doverlo soddisfare! Non so come definirlo, ma si tratta di una smania di un piatto che vi fa venire l’acquolina in bocca e che al solo pensiero vi fa venire un appetito incontenibile. Beh, quando a me prendono certi attacchi cedo volentieri alla tentazione e soddisfo i desideri del mio palato.

Proprio l’altro giorno, sono stato aggredito da uno di questi momenti e fin dalla mattina, dopo l’immancabile primo caffè della giornata, il profumo immaginario degli Involtini con funghi, mi penetrava nelle narici ed il pensiero del tenero gusto della carne faceva andare in estasi le mie papille gustative. Avvinghiato dal pensiero insistente degli Involtini con funghi, ho deciso di prepararli una volta rientrato a casa per cena. Ecco come ho cucinato gli Involtini con funghi.

La trattoria di via Paladini a Milano

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Li abbiamo già conosciuti, con i loro progetti hanno dato sostentamento e insegnato a cucinare a orde di designer durante il questo Salone del Mobile a Milano. Se ancora non vi fosse chiaro sto parlando di esterni, coloro che lottano per la valorizzazione dello spazio pubblico attraverso progetti culturali in molteplici ambiti: cinema, design, arte, musica… e ricerca culinaria!

Dal 1995 esterni lavora a Milano e in altre città in Italia, 15 persone che lavorano alla creazione e allo sviluppo di progetti e eventi, alimentati dallo  scambio culturale, socializzazione, inseguendo una città intesa come luogo di incontro e aggregazione, una partecipazione allargata e responsabilità sociale.

La loro sede operativa è una palazzina multifunzionale di tre piani in zona Città Studi, che oltre agli uffici comprende sala cinema, bar trattoria, bed&breakfast, spaccio, spazio per mostre e esposizioni.

Bello eh? Sembra un sogno questa palazzina. Chiaramente la mia attenzione è stata catturata, con un sorriso beffardo ho aperto la pagina sui loro progetti e ho scoperto che……

“…..Per il 2009 esterni inaugura un nuovo progetto di ricerca culinaria… “

In pratica la palazzina di via Paladini si trasforma ogni martedì sera nella Trattoria di via Paladini. Proponendo menù diversi ogni settimana, con la volontà di riscoprire, valorizzare, rivisitare ricette della tradizione culinaria regionale – quella lombarda, ma anche quella delle altre regioni italiane.

Allora tuffiamoci in questa loro ricerca culinaria, vediamo che propone il menù della serata:

Scopriamo le tapas spagnole con i Gamberetti in pastella

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TEMPO: 30 minuti| COSTO: basso| DIFFICOLTA’: medio-bassa

VEGETARIANA:NO | PICCANTE:NO | GLUTINE: SI | BAMBINI: SI

 


 

Il mondo è bello perchè è vario ed allora oggi ci trasferiamo in Spagna e scopriamo cosa si cela dietro il termine tapas. Per tapas si intendono degli assaggini di diverso tipo, serviti in piccole quantità e conseguentemente di ridotto contenuto economico, poco più di un paio di euro.

Ecco perchè in Spagna si è soliti ir de tapas, cioè spostarsi di locale in locale ordinando di volta in volta una bevanda ed un paio di tapas, giro che può durare fino alla chiusura dei bar. Questo è indicativo della convivialità degli Spagnoli, difatti si tratta di un girovagare in compagnia da un locale all’altro scherzando e divertendosi.

Le tapas sono nate probabilmente in Andalusia nell’ottocento come accompagnamento alle tipiche bevande della zona. Una piccola curiosità: il loro nome è dovuto all’esigenza di coprire il bicchiere con un tappo per evitare l’inconveniente di vederci galleggiare delle mosche.

Tra le tapas più apprezzate ricordiamo la tortillas spagnola, le mandorle fritte, le insalate di peperoni rossi arrostiti, gli spiedini di carne di maiale, i gamberi alla griglia. Oggi ci soffermiamo su una ricetta molto stuzzicante: i gamberetti in pastella da accompagnare ad una birra e da servire con degli spicchi di limone come accompagnamento.

Baker Tweet – il pane è pronto

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Che cosa è Baker Tweet ??

Già ioChatto ci aveva avvertito e segnalato questo poderoso congegno, ma noi di Ginger&Tomato rincariamo la dose.
Avete presente il profumino di pane che si diffonde per la strada la mattina presto, vicino ai fornai e che vi avverte che il pane è stato appena sfornato? Ecco, proprio questo ma wifi, direttamente sul vostro cellulare.

BakerTweet è l’ultima moda tra fornai tecnologici londinesi per dire al mondo che qualcosa di caldo e fresco è appena uscito dal forno. E ‘semplice come la rotazione di una manopola. Quando il pane o i biscotti sono pronti, non si dovrà fare altro che ruotare la manopola posta al centro, selezionare il prodotto appena sfornato e premere il pulsante.

Strani marchingegni al servizio di fornai e clienti indaffarati. Tutte le panetterie seguaci Twitter si sono prodigati per dire ai loro clienti che il loro pane è pronto. O qualunque altra cosa meravigliosa, croccante e profumata è uscita dal loro forno.

Il primo BakerTweet dispositivo è stato installato presso il  Albion Cafe ,  Londra. Per scoprire che cosa e quando stanno cucinando basta seguire @albionsoven on Twitter..

BakerTweet consente alle aziende di utilizzare Twitter per comunicare in tempo reale sulle offerte, i prezzi e le scorte dei loro prodotti. Molto più semplice ed immediato da utilizzare, rispetto ad un computer portatile o un cellulare.

istant cook ovvero cucinare in un istante

donna hay

Il tempo non ha prezzo questo é il leit motiv del libro di Donna Hay “Istant Cook” ovvero “Cucinare in un istante” pubblicato in Italia dall’editore Guido Tommasi. Come la stessa autrice afferma “il tempo é un bene davvero prezioso ed é la ragione per cui anche se tutti noi amiamo un buon pasto preparato in casa, non vogliamo passare ore e ore in cucina cercando di metterne insieme uno”, pertanto la soluzione che la scrittrice gastronomica propone é una raccolta di ricette innovative e di stile tra cui poter scegliere. In questo libro l’autrice ha raccolto ben 177 ricette deliziosamente semplici a base di ingredienti freschi e di stagione, dal pollo arrosto in metà tempo alla pasta perfetta in un lampo. Tutte ricette estremamente facili da eseguire con materie prime semplicemente reperibili e con questi piatti potrete salutare finalmente le ore trascorse ai fornelli.

In un mondo sempre più frenetico in cui ognuno trascorre la maggior parte del proprio tempo o in macchina o al lavoro la giovane australiana ci propone di ricominciare a cucinare per coccolare i nostri amici e la nostra famiglia. E ci propone di farlo attraverso una cucina innovativa ed elegante al tempo stesso, ottimizzando i tempi e scegliendo sempre materie prime di gran qualità.

Appuntamento al buio

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E se improvvisamente venissimo derubati del senso più immediato, che alimenta il nostro immaginario e che  fa salire di un buon 50% l’acquolina in bocca davanti a un bel piatto di lasagne? Una provocazione. Mangiare attiva tutti i sensi: ci entusiasmano i colori, i profumi inebriano, origliamo le croccantezze, gustiamo i sapori e soppesiamo le consistenze. Ma la vista rimane il senso di riferimento più importante per le notre esperienze anche in campo enogastronomico.
Una cena completamente al buio: gli odori si confondono, dov’è la forchetta? Il coltello sarà questo? Ce la farò a prendere il bicchiere e versare il vino?

Abituati in situazioni dove l’immagine è tutto, attivare anche gli altri sensi per esplorare il mondo e scoprire che i sensi non sono solo cinque, concentrandosi sul gusto e sui sapori.

Farsi inghiottire dal buio più nero per una notte, per una cena, per mettere alla prova i propri sensi e scoprire nuove visioni. A Milano è possibile: Dialogo nel Buio è una mostra ospitata nella sede dell’Istituto dei Ciechi di Milano, dove  è possibile prenotare una cena in totale oscurità, accompagnati da guide non vedenti.

Provare a supplire al bisogno primario di mangiare, completamente al buio, senza colori e senza luce. Scoprire ascoltando, toccando ed annusando.

Riusciranno poche ore a risvegliare i sensi del gusto, dell’olfatto, del tatto, dell’udito? Come quando da piccoli si giocava a mosca cieca, riconoscere le cose, riuscire a distinguere oggetti comuni. Ma soprattutto per godere totalemte di sapori e profumi senza  influenzare i nostri gusti dagli stimoli visivi, parlando e chiaccherando con i commensali senza condizionamento dell’apparenza.

Come sopravvivere all’aperitivo – Happy Hours Milanesi

Cerchi un locale trendy dove gustarti un aperitivo con gli amici dopo il lavoro? Happy hours magari a Milano?  In realtà….. cerco di sopravvivere agli aperitivi Milanesi.

Considerando che su Ginger&Tomato abbiamo già affrontato come servire l’aperitivo, perchè non capire come soppravvivere all’aperitivo? Soprattutto a Milano, sembra non demodere questa abitudine. Non è la prima volta che qualcuno tenta di sdoganare l’argomento: c’è chi lo vive come must sociale, evento imperdibile, invece per me è un vero e proprio dramma enogastronomico. Ma partiamo dall’inizio.

Ore 19.00 : se tutto va bene, finalmente la giornata lavorativa è volta al termine. Stanchi, distrutti, chi non cede davanti al miraggio di una serata rilassante con gli amici per distendere i nervi? Avanti con l’aperitivo allora!

Ore 19.30 : ci troviamo al solito locale, bevuta alla mano, prezzo fisso happy hour 5-7 euro. Con un trionfo di free-buffet che si palesa davanti ai primi rantoli di fame.

Ore 19.35 : attacco al buffet. Ordinatamente, con timore e reverenza, pensando alla dieta, al cosa non mi farà male, cosa deve essere buono e sano.

Ore 20.00 : perdita di dei buoni propositi, seconda bevuta, inizio della fine. Attacco al buffet in ordine sparso, confuso e su più fronti,  voglio assagiare tutto quello che luridamente mi viene sottoposto.

Ore 22.00 : rintro a casa e inizio del dramma. Sensi di colpa si affollano, cominciano i avrei dovuto evitare tutta quella maionese e quel fritto,  si avvicina  il mal di stomaco. La cena oramai è rovinata. Si possono intravedere le lunghe ore notturne della digestione e gli incubi che accompagneranno il nostro sonno: rincorsa da un finger food, cadendo in un mare di salsa rosa mi aggrappo a polpettine di pesce al sesamo.

Eccovi proposte di seguito le mie personalissime regole di sopravvivenza, collaudate in anni di interminabili e distruttivi aperitivi.