Fine settimana a dir poco impegnativo per sommelier e comunqua appassionati di vino. Come ci ricorda il sito ufficiale AIS (Associazione Italiana Sommelier) e il sito della WSA (WorldWide Sommelier Association) si terranno a Roma, al Cavalieri Hilton il sabato 24 maggio le prove finali da cui uscirà il Miglior Sommelier del Mondo. Andrea Gori non sarà della partita in quanto l’Italia avrà come rappresentante un grandissimo sommelier giovane ma determinato come Luca Gardini, già campione italiano nel 2004 e che è approdato dopo esperienze importanti come quelli all’Enoteca Pinchiorri a Firenze, alla corte di Cracco a Milano.
Luca rappresenta non solo probabilmente il sommelier più preparato dal punto di vista tecnico e nozionistico in Italia ma anche quello che più di ogni altro ogni giorno con le sue sperimentazioni e abbinamenti originali riesce a far fare un passo avanti al mestiere di Sommelier.
Basta ricordare l’abbinamento ostriche e distillato di Birra Theresianer e l’abbinamento “nel piatto” di whisky e mousse dolce.
Gli altri partecipanti al concorso sono Andrew Connor (New Zealand), Manuel Moreira (Portogallo), Yuniko Ushio (Giappone), Leandro Emanuel Orona (Argentina), Roger Viusà (Spagna, già campione Europeo davanti ad Andrea Gori), Milan Krejci (Rep. Ceca), Gabriele Rappo (Inghilterra), Byung-Kyun Yoo (Korea), Isabelle Le Balpe (Francia), Aldo Shom (U.S.A.), Gerardo Tèllez Zamorano (Messico) e Romano Thierry (Andorra).
Ingresso in sala dalle 15:30, inizio finali alle 16 e non mancate la grandissima degustazione di vini al termine della finale. Dopo il salto li elenchiamo tutti, con in neretto i vini da non perdere assolutamente.
Foto della finale del Campionato Italiano 2007 con Cristiano Cini, Nicola Bonera e Nicoletta Gargiulo, la vincitrice
Il prossimo lunedì 5 Maggio (a proposito fate ancora in tempo ad iscrivervi si svolgerà la prossima edizione del Concorso Miglior Sommelier della Toscana. Si tratta di uno dei trofei regionali più prestigiosi d’Italia e quello che ha “scoperto” grandi campioni odierni come il Campione del Mondo Enrico Bernardo, il due volte vicecampione italiano Cristiano Cini di Arezzo e anche il sottoscritto vicecampione Europeo 2008, senza contare che molti dei sommelier che lavorano all’Enoteca Pinchiorri, uno dei templi mondiali della sommelerie si sono cimentati in questo concorso.
Quindi un trampolino di lancio notevole per la propria carriera che occorre considerare se si intende svolgere la professione di Sommelier ad alti livelli.
Questo vigneto impeccabilmente tenuto come un giardino fa parte della Tenuta Podere Fortuna in quel di Barberino nel Mugello, valle a nord di Firenze, zona famosissima in ogni tempo per dare vini sciatti banali e molto acidi. Quindi è stata una grandissima sorpresa, sia per la guida dei vini dell’Espresso che ha addirittura premiato con 17,5/20, sia per noi sommelier abituati a Pinot Neri toscani pesanti e terrosi, assaggiare questo Pinot Nero così elegante e “francese”. E infatti assaggiandolo è un vino fresco, floreale, fruttato, che “suona” decisamente molto francese e borgognone.
E da sempre la Borgogna è difatti il modello tuttora insuperato per questo vitigno. Un pò come il Sangiovese a Montalcino, così il Pinot Nero in Borgogna dà alcune sfumature di profumi e di gusto che in nessun’altra regione del mondo riesce a dare nonostante ci siano ottimi risultati in particolare in Oregon (USA), Nuova Zelanda e Alto Adige. Addirittura in Alto Adige viene organizzato un prestigioso concorso nazionale per il Pinot Nero dove sono stato recentemente chiamato come wine blogger in commissione di valutazione.
Molto spesso avrete visto in TV le esibizioni di Albanese e le sue dissacranti prese in giro del mestiere di noi sommelier. Ovviamente piacciono anche a noi perchè ci permettono di capire quali sono gli aspetti del nostro lavoro che maggiormente colpiscono e affascinano il pubblico e quali invece sono le parti che ci espongono al ridicolo. Di sicuro l’annusare un vino e cominciare a descrire gli aromi più disparati è pratica comune e quella che rimane più impressa anche perchè appare purtroppo spesso molto distante da quanto effettivamente ci pare di annusare nel nostro bicchiere!
In realtà i sommelier partono sicuramente avvantaggiati in quanto una serie ripetuta di assaggi di una tipologia di vino permettono di ricordare alcuni aromi tipici di un certo vitigno o di una certa zona e vengono a volte nominati per abitudine più che per effettiva presenza in quel momento nel bicchiere. Per esempio, la viola nel Chianti Classico, il peperone verde nel Cabernet e la cosiddetta “pipì di gatto” nel Sauvignon Bianco sono alcuni sentori che un sommelier in genere enuncia a prescindere dal fatto che siano davvero così evidenti nel bicchiere che sta degustando.
Altro aspetto che differenzia i Sommelier dalle persone “normali” (nel senso di sane di mente…) è l’allenamento che fanno ogni giorno per associare ad ogni traccia di molecola odorosa nel vino un corrispondente nome. Questa è un’attività in realtà più complessa di quello che sembri in quanto nel nostro cervello, come cerco di spiegare in questo breve podcast, la memoria olfattiva che ci permette di capire che un certo profumo è quello ad esempio di “fragola” (sistema limbico) è archiviata in una zona molto diversa dal lobo che racchiude le funzioni legate al linguaggio.
Parlare di un Porto Vintage del 2000 oggi dovrebbe essere vietato…e questo perchè tra la innumerevoli versioni del Porto è quella che più si presta anzi che richiede un bel pò di invecchiamento per essere gustato al meglio. Ciononostante è sempre interessante assaggiarli anche “giovani” come questo 2000 per capire le sfumature che assumerà con l’evoluzione nel tempo e c’è chi anche lo preferisce giovane, visto che con il tempo assume profumi e sapori “terziari” che non tutti possono trovare piacevoli. Con gli anni infatti questi Porto sviluppano profumi di catrame (goudron), tartufo, terra, humus, funghi, lacca, smalto che pur essendo tipici di vini dal lungo invecchiamento, per i più inesperti possono sembrare difetti.
Il Porto è un antico (1678) vino liquoroso ottenuto aggiungendo ad un vino rosso base alcol puro fino ad una gradazione circa del 20%. Il vino rosso “base” è ottenuto da diverse uve autoctone portoghesi della Alta valle del Fiume Douro di cui la più importante è la Touirga Nacional. Fu ideato quasi per sbaglio da due mercanti vinicoli Inglesi che cercando di aggirare il divieto di importazione del vino francese in Inghilterra durante la guerra dei cento anni assaggiarono il vino prodotto appunto nella Valle del Douro e trovatolo buonissimo decisero di inviarlo in Inghilterra aggiungendoci del brandy locale per proteggerlo durante il viaggio. Ma non sapevano che il vino rosso combinatosi con l’alcool di protezione avrebbe modificato in meglio le caratteristiche del vino fino a trasformarlo in un prodotto nuovo e subito apprezzatissimo.
Infatti, arrivato a Londra il vino mostrò tutto il suo calore e il suo travolgente aroma agli allibiti nobili inglesi che ne cominciarono una importazione massiccia che tuttora continua facendo dell’Inghilterra il primo paese al mondo consumatore di questo vino. Gran parte delle sue vendite dipendono dal fatto che si usa per ogni figlio in una casa inglese di acquistare una cassa di Porto di quell’annata per consumarlo poi nelle occasioni importanti (cresima, fidanzamento, compleanni “tondi”, matrimonio).
Si stanno avvicinando le feste di Pasqua e immancabilmente iniziamo ad essere presi dai preparativi per il pranzo e per il weekend speso con i parenti. Gli stessi dubbi che ci assalgono a Natale e in ogni festa comandata. Sulle nostre tavole i menù più vari, ci si affida alla tradizione nella maggior parte dei casi, si vanno a rivisitare le ricette del proprio paese, c’è che pensa a un menù classico, chi proverà nuove ricette, e chi improvviserà in base al proprio estro e alle proprie finanze.
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