L’albero di fragole di Stéphanie Marin

albero-fragoleE’ tempo di primavera. Ci siamo dilettati per pasquetta con la prima di una lunga serie di grigliate, di picnic con gli amici e zingarate domenicali fuori porta. Maledizione, quando si inizia ad assaporare le gioie del bel tempo e dello star furi è difficile riuscire a rinunciarci. Per tutti quelli che non hanno il tempo o il modo di sfruttare la magia di una bella scampagnata ed il ritorno alla natura, ecco la Tiny Forest di Stéphanie Marin, giovane designer francese che ha trovato un ottimo sostitutivo casalingo per soddisfare il Cappuccetto Rosso che è dentro di noi.

Si tratta di un alberello di legno in miniatura, con rami-spiedini su cui è possibile infilzare qualsivoglia bocconcino: fragoline, patatine fritte, formaggio, focaccine….tutto quello che volete. La magia e lussuria di dare vita ad un insolito mini albero di fragole?
Divino. Alla faccia di Darwin.

Giochiamo a fare il pic nic in salotto, stendiamo il plaid spostiamo le sedie e divani. Ecco pronti i piatti e tovaglioli a quadrettoni rossi. Nel mezzo un tiny forest di formaggio e focaccine, da spelluzzicare con le mani, come quando si va a fare more nei boschi. Se aggiungiamo il vino e la compagnia giusta sembrerà quasi di sentire il rumore delle foglie e la brezza sul prato.

Come sopravvivere all’aperitivo – Happy Hours Milanesi

Cerchi un locale trendy dove gustarti un aperitivo con gli amici dopo il lavoro? Happy hours magari a Milano?  In realtà….. cerco di sopravvivere agli aperitivi Milanesi.

Considerando che su Ginger&Tomato abbiamo già affrontato come servire l’aperitivo, perchè non capire come soppravvivere all’aperitivo? Soprattutto a Milano, sembra non demodere questa abitudine. Non è la prima volta che qualcuno tenta di sdoganare l’argomento: c’è chi lo vive come must sociale, evento imperdibile, invece per me è un vero e proprio dramma enogastronomico. Ma partiamo dall’inizio.

Ore 19.00 : se tutto va bene, finalmente la giornata lavorativa è volta al termine. Stanchi, distrutti, chi non cede davanti al miraggio di una serata rilassante con gli amici per distendere i nervi? Avanti con l’aperitivo allora!

Ore 19.30 : ci troviamo al solito locale, bevuta alla mano, prezzo fisso happy hour 5-7 euro. Con un trionfo di free-buffet che si palesa davanti ai primi rantoli di fame.

Ore 19.35 : attacco al buffet. Ordinatamente, con timore e reverenza, pensando alla dieta, al cosa non mi farà male, cosa deve essere buono e sano.

Ore 20.00 : perdita di dei buoni propositi, seconda bevuta, inizio della fine. Attacco al buffet in ordine sparso, confuso e su più fronti,  voglio assagiare tutto quello che luridamente mi viene sottoposto.

Ore 22.00 : rintro a casa e inizio del dramma. Sensi di colpa si affollano, cominciano i avrei dovuto evitare tutta quella maionese e quel fritto,  si avvicina  il mal di stomaco. La cena oramai è rovinata. Si possono intravedere le lunghe ore notturne della digestione e gli incubi che accompagneranno il nostro sonno: rincorsa da un finger food, cadendo in un mare di salsa rosa mi aggrappo a polpettine di pesce al sesamo.

Eccovi proposte di seguito le mie personalissime regole di sopravvivenza, collaudate in anni di interminabili e distruttivi aperitivi.

Come servire l’aperitivo/3

Quali e quanti bicchieri servono per servire un drink ai nostri amici? Così come ogni vino ha i suoi bicchieri, anche per aperitivi, cocktails e drinks vale lo stesso discorso. Naturalmente un piccolo bar casalingo non potrà avere tutta la gamma di bicchieri specifici, tuttavia ci vorrebbero almeno quelli classici. Che sono: coppette da cocktail, Martini e short drinks in genere; coppe o flútes per spumanti, champagne e bevande preparate con questi vini; tumbler grandi per long drinks, tumbler piccoli per superalcoolici «on the rocks», ballons per Brandy e Cognac.

Gli «altri» bicchieri (quelli cioè che normalmente non figurano nel bar di casa, a meno che non sia un superbar) sono: copite per lo Sherry e il Porto, i bicchieri per i vini aperitivi, quelli da grog o punch, resistenti al calore, i calici giganti per i cosiddetti «mangia-e-bevi». Qualche consiglio pratico:

Ingredienti base per un buon aperitivo: Parte 1

«Liscio, con soda, o con ghiaccio?». Quante volte vi sarà capitato di rivolgere questa domanda agli amici che avete invitato per un drink a casa vostra! Invitare gli amici a bere un aperitivo (ma lo sapevate che era già in voga ai tempi dei persiani?) oppure un cocktail è certamente un modo piacevole per iniziare una serata che potrà poi continuare con una cena e concludersi ancora all’insegna di un allegro «cin cin». Naturalmente ci si può limitare all’aperitivo classico (un bitter, un vino bianco secco o spumante, oppure un vino-aperitivo come Madera, Porto, Sherry) o all’altrettanto classico whisky o brandy liscio oppure «on the rocks», ma se si vuole stupire gli amici ci si può sbizzarrire con la fantasia e cimentarsi in qualche sapiente fusione di sapori e colori.

 Non occorre avere l’esperienza di un professionista dello shaker e nemmeno un’attrezzatura degna di un bar! A volte bastano poche bottiglie «base» – perfino una sola – più qualche modesto ingrediente (ghiaccio, sciroppo di zucchero, succo di frutta, seltz o soda) e qualche arnese del mestiere (lo shaker,il mixing glass, lo strainer) più, ovviamente, delle valide ricette, per divertirsi (coinvolgendo magari anche gli amici) a preparare degli aperitivi che predispongono a gustare meglio il pranzo o dei drinks che rendano più allegra la serata.

Il gazpacho verde: primo piatto o finger food

Il Gazpacho Verde é un’ottima idea per utilizzare le verdure di cui disponiamo in questa stagione: asparagi, zucchine, fagiolini e peperoni verdi. Si può servire come primo piatto in un tiepido Brunch primaverile o anche come finger food in un aperitivo serale. Possiamo anche consumarlo come pasto ipervitaminico e praticamente privo di grassi, se poi ci vorremo aggiungere alcuni ceci come accompagno otterremo addirittura un piatto unico nutriente, gustoso e dietetico al tempo stesso.

Veniamo ora agli ingredienti che vi occorrono per preparare un Gazpacho Verde per 4 persone

250 gr di peperoni verdi | 250 gr di zucchine | 100 gr di fagiolini lessati | 200 gr di asparagi lessati | 3 fette di pancarrè senza crosta | mezza cipolla bianca | aceto di vino bianco | tabasco | aglio | olio extravergine di oliva | sale

La Malvasia di Castelnuovo Don Bosco

La Malvasia di Castelnuovo Don Bosco é un rosso dolce, frizzante, fresco e beverino, profumato da proporre con il dessert per un piacevole fine pasto. Infatti ancora nella metà del 900 a fine pranzo si sorseggiava un buon calice di bianco o rosso ma rigorosamente dolce, poi con il boom economico degli anni 60  “il fine pasto” divenne esclusivamente bianco e preferibilmente Champagne. Questa costante fu dovuta prevalentemente al fatto che l’uso del vino al termine del pasto era limitato al brindisi per eventi speciali e di conseguenza la bottiglia aperta doveva essere importante. Successivamente, per fortuna, gli spumanti secchi e gli Champagne trovarono una più adeguata collocazione come aperitivi o anche “a tutto pasto” e con i dessert tornarono in voga i vini dolci anche i rossi dolci come il Brachetto e la Malvasia di Castelnuovo. 

Cinque Spumanti da acquistare al Supermercato

Spesso siamo invitati a cene e pranzi tra amici e ci chiedono di portare qualcosa da bere, ma su cosa orientarci? io consiglio sempre di presentarsi con delle bollicine, ottime per l’aperitivo ma adatte anche a “tutto pasto“. Inoltre per quanto riguarda gli spumanti devo dire che anche sugli scaffali del supermercato se ne trovano di tutto rispetto, come questi Brut Metodo Classico  che vi riporto di seguito. Ho parlato di supermercato perché é il luogo dove tutti noi andiamo almeno una volta alla settimana, per cui volendo potete anche acquistarne diverse bottiglie in modo da farvi trovare sempre preparati.

Ma veniamo ora alle nostre indicazioni, quelli che seguono sono 5 spumanti i cui prezzi oscillano tra i 10 ed i 15 euro:

Carpenè Malvolti Brut prodotto con uve chardonnay, pinot bianco e pinot nero  vinificato in bianco. Viene prodotto in Trentino ed ha colore giallo paglierino, bollicine continue e profumo tenue e fruttato.

Il caffè all’irlandese, ovvero l’Irish Coffee

Queste fredde sere d’inverno, mi hanno fatto ripensare alla vacanza di qualche anno fa trascorsa in Irlanda. Immerso nei ricordi di Dublino, del St. Patrick ‘s day, della fantastica Guinness, del delizioso Irish stew e le altre bontà della cucina irlandese mi sono riempito di calore. Tra le abitudini locali, con i miei compagni di viaggio avevamo subito fatta nostra quella dell’ Irish Coffee. Questo splendido cocktail a base di caffè e whiskey, che viene preparato con maestria dai barman irlandesi.

Dopo un paio di giorni per ambientarci nella verde Irlanda, avevamo capito che non c’era modo migliore di ristorarsi dopo le lunghe passeggiate della giornata, sotto la dolce pioggia dei cieli d’Irlanda, che rinchiudersi al calore di un pub e sedersi a sorseggiare un caldo e corroborate Irish Coffee.

Qualche tempo dopo, sono venuto a sapere, che la sensazioni di ristoro che ci portava la calda bevanda al caffè, fu proprio il motivo scatenante per cui fu inventato questo cocktail. Dovete sapere, infatti, che la nascita dell’Irish Coffee si deve al barista Sheridan, capo barman del bar dell’aeroporto di Shannon.

Il barbaresco: un vino nobile del Piemonte

Il Barbaresco è uno dei più nobili vini piemontesi e viene definito il Barolo che ha frequentato l’università. Viene prodotto nella zona delle Langhe in provincia di Alba entro un migliaio di ettari nei comuni di Treiso, Neive e, naturalmente, Barbaresco, con le medesime uve nebbiolo con le quali viene vinificato il Barolo. I suoi segreti stanno nel particolare terreno argilloso, nella favorevole esposizione, nella media altitudine collinare di 150-250 metri, nella primavera precoce.

Il nome Barbaresco sembrerebbe più adatto ad un vino rude, «da carrettieri», come si diceva una volta. Ma la sua etimologia pare derivi dal ricordo dell’invasione medioevale dei Saraceni, chiamati anche Barbareschi, che visitavano spesso la zona non solo per saccheggiare ma per gustare i prelibati vini che lì si producevano. Il paese di Barbaresco, che conta oggi 1500 abitanti, possiede una antica torre quadrata sulla quale un tempo si accendevano i fuochi per avvertire dell’avvicinarsi dei predatori di vino. Il disegno di questo torrione spicca oggi nel marchio consorziale d’origine del Barbaresco, azzurro in campo giallo-oro, con la scritta «Castrum Barbarisci».

La ricetta delle Salsicce al sidro

TEMPO: 20 minuti| COSTO: medio| DIFFICOLTA’: bassa

VEGETARIANA:NO | PICCANTE:SI | GLUTINE: NO | BAMBINI: NO


Qualche tempo addietro mi è capitato di assaggiare a casa di amici un piatto molto particolare e dai sapori caratteristici: le Salsicce al sidro. Il sidro è una bevanda poco consumata in Italia, ma in altri paesi europei come Francia e Spagna, luoghi d’origine di questo prodotto, è molto apprezzata.

Il sidro è una bevanda che si ottiene dalla fermentazione alcolica delle mele, caratterizzata da un sapore lievemente acidulo e dolce allo stesso tempo. Il sidro si può utilizzare anche in cucina per insaporire piatti a base di carne o per la preparazione di alcuni dolci. Nelle Salsicce al sidro, il sapore della carne delle salsicce viene impreziosito e stemperato da quello del sidro, che impreziosisce questa portata.

Cocktail di gamberi e Gaspacho, intramontabili aperitivi d’estate

Credo di avere una certa passione per alcuni piatti classici, li trovo estremamente attraenti ed allo stesso tempo posseggono il vantaggio di poterli rendere nuovi, moderni.

Credo sia questa la vera essenza del gusto classico la sua eternità. Ed allora perchè non abbandonare, almeno per una sera, la tentazione del finger food o del sushi, e non riproporre due veri must dell’aperitivo?

Questa volta vi propongo:

  • Cocktail di gamberi
  • Gazpacho

Per il vostro cocktail di mare, ecco i semplici Ingredienti: 700gr di code di gambero, 1 uovo, olio di semi di soia, 1 cucchiaio di ketchup, qualche goccia di tabasco rosso, pepe rosa in grani, il succo di mezzo limone e qualche foglia di lattuga per guarnire.

Preparazione: fate cuocere le code di gambero in una padella con un bicchiere d’acqua coperte, in modo che si stufino, poi aspettate che si freddino in modo da poterle sbucciare più agevolmente e fatele insaporire con il succo del limone. Preparate una maionese utilizzando tutto l’uovo e l’olio di soia, non esagerate con l’olio perchè deve venire un pochino lenta. Poi create la salsa rosa unendo la maionese, il ketchup ed il tabasco, condite così i gamberi e metteteli nei bicchierini monoporzione. Decorate con del pane tostato, il pepe rosa e le foglie di lattuga tagliate a listarelle.

Io consiglio sempre di servire questo piatto molto freddo ma non ghiacciato, il che significa che dovete tirarlo fuori dal frigo circa 10 minuti prima di portarlo in tavola.

Frittelle di zucchine: per una festa o una tranquilla cena a due

Avete voglia di mangiucchiare qualcosa standovene comodamente seduti su un dondolo a prendere un po’ di fresco nel vostro terrazzino, chiacchierando con il vostro partner sulla meta delle vostre vacanze, bevendo un fresco bicchiere di vino?

Bene, ho quello che fa per voi! O magari per chi vuole organizzare una piccola festa e ha bisogno di qualche idea per preparare degli stuzzichini da poter afferrare al volo con una mano!

Preparazione molto veloce, e poi una volta pronti avrete il tempo di andarvi a rinfrescare e sistemare per ricevere i vostri ospiti o il vostro partner, senza aver timori che il piatto da voi preparato possa risentirne nel gusto, visto che si può mangiare anche freddo! Ecco a voi le Frittelle di zucchine.

Torte salate: perfette anche d’estate

Fa caldissimo. Non si respira, ma nonostante di giorno sembra quasi possibile evitare di mangiare, la sera la fame si fa sentire.

Quello che può aiutare, senza appesantire troppo sono delle torte salate. Perfette da gustare anche fredde, sono ideali per un aperitivo, una serata tra amici o anche come piatto unico per una cena veloce.

Ho vissuto per un periodo a Torino, e lì ho scoperto l’arte di cucinare queste deliziose torte salate. Il grande vantaggio è che aldilà delle ricette base per prepararle potete spaziare con la vostra fantasia condendole come meglio credete, con gli ingredienti che preferite.

I piemontesi nelle loro torte salate, che amano chiamare quiche per la stretta vicinanza alla Francia, mettono sempre come ingredienti base il burro, i formaggi e il pepe. Per la pasta di base invece utilizzano indistintamente la sfoglia o la briseè, quest’ultima però se comprata già fatta ha quasi sempre una forte componente zuccherina che la rende perfetta per dolci e crostate.

Una cosa che mi ha sempre colpito molto del periodo torinese è la stupefacente abilità di questa città di essere così elegante, ma anche così fortemente legata alle tradizioni. Due sono i luoghi dove si respira ancora la vecchia Torino, quella più popolare: le balere e le bocciofile. Nelle prime si svolgono serate danzanti a base di liscio, le seconde invece sono dei vecchi club delle bocce, dove oltre a praticare questo sport si poteva, pagando delle quote annuali di associazione, mangiare discretamente a prezzi politici delle ottime pietanze della tradizione culinaria piemontese. Oggi queste bocciofile la sera sono aperte a tutti e offrono ancora a prezzi modici succulenti piatti tradizionali.

La ricetta della torta salata che sto per spiegare mi è stata data proprio dalla proprietaria di una di queste bocciofile, che mi ha raccomandato di dire sempre che non è una quiche ma una torta salata alla piemontese.