Si avvicinano le ore magiche della vigilia di Natale e del veglione di Capodanno. Gioia, intimità, sorrisi, fiducia. Nulla deve mancare in queste occasioni che sono il rito sociale con cui, ancora oggi, si marca il momento di passaggio più importante dell’anno: il solstizio d’inverno che da tempi immemorabili scandisce la fine di un ciclo passato e l’inizio – o il ritorno – del nuovo.
Ovviamente non deve mancare nemmeno la tradizionale bevanda alcolica con cui allegramente ci si unisce nel brindisi, e cioè lo spumante. Ma come nascono le bollicine? La caratterizzazione di questo singolare prodotto è data dall’anidride carbonica disciolta nel liquido e che conferisce ad esso la nota pressione che fa scappare via il tappo e il successivo risalire delle bollicine. Non vi è nulla di misterioso in tutto questo.
Lo spumante si ottiene facendo rifermentare un vino, aggiungendovi altro mosto o degli zuccheri, poi trattenendo i gas prodotti dai lieviti; infatti, nel processo di fermentazione, sono i funghi unicellulari (lieviti) che degradano lo zucchero producendo l’alcool etilico e l’anidride carbonica. Quanto più le bollicine saranno a gran sottile, tanto più sarà delicato il perlage e maggiore il valore dello spumante.