Ministrudel con sarde uvetta e pinoli

Molti amici e molte amiche mi chiedono spesso consigli e suggerimenti sugli antipasti: può sembrare strano, ma in effetti preparare qualcosa di originale ma non eccessivamente sofisticato, qualcosa che non sia la solita banalità di crostini e olive in salamoia ma neppure una ricetta astrusa e complicatissima, non è così semplice come sembra. Qui su Ginger&Tomato, in fondo, lavoriamo quotidianamente per questo.

A questi amici, e naturalmente a tutti coloro che hanno tempo e voglia di sperimentare un antipasto diverso dal solito, che richiede, tra gli ingredienti non scritti, una certa dose di finezza del palato, vorrei suggerire oggi i ministrudel con le sarde, l’uvetta ed i pinoli. Lo strudel, come molti sanno, è una specialità austro-ungarica derivata dalla baklava orientale (ma alcuni sostengono che questo dolce sia in realtà originario del Tirolo): un dessert croccante ed al contempo morbidissimo il cui cuore contiene per lo più frutta, come mele, pere, fichi… La sardina, d’altronde, è un tipo di pesce dalla carne compatta ed un po’ grassa. Presi così, strudel e sarde, paiono inconciliabili. Ma se intervengono le mediazioni giuste, come in ogni piatto, ecco che la ricetta acquista un senso, una peculiarità di gusto, e sopratutto sprigiona la sorpresa di un accostamento inatteso e riuscito.

Spinaci che avanzano? Prepariamo degli gnocchi!

popeye

Non so a voi, ma a me è capitato un sacco di volte di sbagliare la quantità di spinaci da acquistare. Mi spiego meglio: vado al mercato, vedo delle belle foglie di spinaci sul banco e mi riempo un sacchettino. A quel punto arrivo a casa, lavo le foglie, le cuocio ed il risultato sono due chiucchiai striminziti di spinaci lessi!

La volta dopo, memore dell’errore fatto in precedenza, invece di un sacchettino uso una bella busta della spesa e la riempo di spinaci. Arrivo a casa nuovamente lavo le foglie e già mi rendo conto che anche questa volta ho sbagliato: un pentolone non basta per cuocerle tutte e una volta lessate ho un sacco di spinaci lessi, abbastanza per andarci avanti tre giorni!

Cosa fare quindi con tutti questi spinaci? Sono ottimi gli sformati ma volevo provare a fare qualcosa di diverso, magari un primo. Ed ecco l’illuminazione: gnocchi!

Una nuova ricetta per il barbecue: gli Spiedini all’Indonesiana

Gli spiedini, che passione! Sono una portata saporitissima e divertente. I bambini ne vanno matti perché li possono mangiare con le dita ed i grandi ne sono entusiasti perché sono semplici da preparare e buoni da mangiare.

Comodissimi per una barbecue all’aperto o per una serata in famiglia, le ricette sono molte e possono essere facilmente variate, è sufficiente alternare diversi alimenti, scegliendoli fra quelli che hanno tempi di cottura rapidi, ed infilzarli uno accanto all’altro lungo uno spiedino.

Noi vi proponiamo una ricetta per un tipo di spiedini un po’ più particolari, gustosissimi, da un tocco etnico e meno difficili da preparare di quanto si possa pensare dando una rapida lettura alla ricetta: gli Spiedini all’Indonesiana.

Kibbi Naya: polpettine di carne di agnello cruda con burghul

Il Cedro, uno dei simboli del Libano.

Anche se i primi focolari sono vecchi di migliaia e migliaia di anni e tutti noi siamo abituati a cucinare quasi tutto perchè ci piace il sapore della carne o del pesce solo quando sono ben cotti, ci sono realtà culinarie in cui carne cruda e pesce crudo hanno un ruolo importante se non addirittura predominante.

Uno dei paesi che ancora oggi prevede ricette a base di carne cruda è il Libano.
La parola Libano si scrive Lubnān in arabo mentre il nome completo è ﺍﻟﺠﻤﻬﻮﺮﻴﺔ ﺍﻟﻠﺒﻨﺎﻨﻴﺔ,, traslitterato Al-Ǧumhūriyya al-Lubnāniyya, ossia “Repubblica libanese”.
Il Libano è uno stato del Vicino Oriente che fa parte dei cosiddetti Paesi Mediterranei, e quindi uno dei capostipiti della cucina più rinomata nel mondo e di cui noi occupiamo i primi posti.

Pesce azzurro, economico ma anche “chic”

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I pesci azzurri sono così chiamati per la colorazione della pelle. E’ una categoria decisamente ampia e non ben definita che comprende tutti quei pesci di mare generalmente di piccole dimensioni che possono essere pescati lontano dalle coste, come lo sgombro, le acciughe, la sarda e molti altri ancora. Quella dei “pesci azzurri” non è però una categoria scientifica, e non comprende tutti i pesci che hanno il dorso azzurrognolo.

Il pesce azzuro, che decisamente abbonda nei nostri mari e quindi sui banchi delle pescherie, è spesso conosciuto e preferito per la sua economicità, ma è allo stesso tempo sottovalutato, sia dal punto di vista nutritivo e salutistico, che da quello del gusto.

Nel passato il pesce azzurro costituiva il pasto dei comuni pescatori e veniva “snobbato” dagli alti ranghi. Anche oggi nonostante il pesce azzurro sia entrato di diritto nella cucina delle famiglie italiane, è raro che sia servito ad una cena elegante o una cerimonia, forse perchè considerato “poco raffinato“. In realtà vedremo come anche con questo pesce povero sia possibile realizzare delle ricette di “alta cucina” e fare belle figura.

Scaloppine al Marsala, un piatto semplice e raffinato

In precedenza, abbiamo già parlato di altre ricette che come ingrediente segreto, che apporta quella nota particolare al piatto, hanno il vino Marsala.

Questo vino siciliano si presta molto bene ad essere usato in piatti a base di carne, per il suo carattere alcolico e secco che stempera il grasso della carne e per il suo aroma tipico che ben si lega a piatti tipicamente robusti.

Oggi vi proponiamo una ricetta molto semplice ed “elegante”,dai sapori tenui e delicati, ottima per un pranzo domenicale o una cena dai toni raffinati: le scaloppine al Marsala.

Una mela al giorno… (Granny Smith, Annurca, Fuji, Renetta, Golden, ecc.)

Le mele sono un’ottima fonte di acqua, fibra e micronutrienti, sono ricche di vitamine e sali minerali. Ideali come conclusione dei pasti o come spuntino o merenda, perché saziano senza però appesantire. Sono facili da conservare e da consumare, hanno un costo moderato e si riescono a trovare tutto l’anno.

Si possono usare in mille modi, come ingrediente per i dolci o per le insalate. Sono buone e gustose e come dice un vecchio proverbio: una mela al giorno leva il medico di torno.

Ma le conosciamo realmente? Sappiamo quanti tipi ne esistono e che caratteristiche hanno? Cerchiamo di individuare alcune delle varietà che vediamo giornalmente sul bancone del nostro fruttivendolo.

Polpo in insalata

Il polpo vive a cento metri di profondità marina, nascosto tra le rocce, da dove tende agguati a piccoli pesci e crostacei, ai quali rompe col piccolo becco il carapace.
E’ uno dei più grandi molluschi cefalopodi: può arrivare a misurare tre metri di lunghezza.
Di colore grigio-rosato, ha otto tentacoli ognuno con due file di ventose e una carne gustosa dalla consistenza compatta.

La qualità di polpo ritenuta la migliore è quella di scoglio, soprattutto se il polpo non è di grandi dimensioni.
La sua carne è adatta anche a chi segue regimi dietetici poichè 100 gr apportano solo 57 calorie.

Il Guacamole, per condire con un pò di brio

Cosa farete per la sera di San Valentino? Nessuna idea, non vi va di uscire ed andare in qualche bel locale alla moda, poca intimità e molta confusione?
No, meglio non uscire, è una serata speciale, ci si può lasciare andare, magari si fa un brindisi in più, così per sciogliere un po’ le inibizioni e poi chissà …

Allora sorprendetevi e sorprendete il vostro partner organizzando una romanticissima cenetta a due, uno di fronte l’altro occhi negli occhi.

La prima cosa da fare è curare tutto nei minimi particolari, la casa, le luci, la musica e la tavola. Cercate di essere ricercati ma non troppo, nel modo di apparecchiare, la semplicità è sempre premiata.

Impariamo a riconoscere il pesce fresco

Il pesce, come tutti sapete, è un alimento prezioso per il nostro organismo, è molto digeribile e nutriente pur contenendo poche calorie: in un regime alimentare equilibrato andrebbe consumato tre volte a settimana. Quando vogliamo acquistare del pesce, l’aspetto più importante da valutare è certamente quello della freschezza. Grazie allo sviluppo delle tecniche di trasporto, oggi è possibile trovare una grande varietà di pesci in perfetto stato di freschezza, qualunque sia la distanza tra la zona di pesca ed il consumatore.

D’altronde, la premessa per la buona riuscita di una ricetta sta sempre nell’acquistare bene le materie prime, nel nostro caso il pesce. Ne possiamo riconoscere la freschezza in base alle seguenti caratteristiche:

  • L’odore. E’ necessaria l’assenza di odore eccetto quello gradevole del mare. Se il pesce emana odore fetido o di ammoniaca significa che è iniziato il processo di decomposizione.
  • L’occhio. L’occhio deve essere vivace, brillante, ben sporgente dalla cavità orbitale. Se è opaco, il pesce è “vecchio”.
  • La carne. La carne deve essere soda ed elastica sotto la pressione del dito. Scartate sempre il pesce che si presenta flaccido e sul quale l’impronta del dito resta marcata!
  • Le branchie. Le branchie devono essere brillanti e vivide, non afflosciate.

Risotto agli asparagi selvatici, appena colti

risotto asparagi selvatici

Qui dalle mie parti, ed in particolare all’Isola d’Elba, è già possibile trovare asparagi di campo, piccoli, fini e molto, molto più saporiti di quelli che si trovano comunemente negli alimentari o nei supermercati. Andiamo alla scoperta quindi di questi asparagi particolari, un po’ più difficili da trovare, ma che valgono la ricerca.

 

L’asparago è conosciuto fin dall’antichità ed i greci lo usavano anche per le sue proprietà terapeutiche, preparandoci tisane e decotti. Le sue origini le ritroviamo probabilmente in Mesopotamia, ma il nome deriva dal latino Asparagus, germoglio.

 

Gli asparagi selvatici rispetto a quelli di serra hanno un sapore più penetrante ed amarognolo e sono perfetti per frittate e risotti. Da noi in Toscana sappiamo che quando le giornate tornano ad allungarsi e si sente aria di primavera i campi si riempono di questi steli. So per esperienza che un occhio non allenato (come il mio) difficilmente riesce a distinguere i piccoli asparagi, abilissimi a mimetizzarsi nel verde dei campi. Fortunatamente ho chi li raccoglie per me!

Un contorno per tutti i piatti, le Zucchine Ripiene

Un problema che mi sono posto molto frequentemente, quando mi dedico alla fase di programmazione di un pranzo o di una cena, riguarda i contorni.

Sia che il piatto forte è a base di carne o di pesce, fa sempre piacere pulirsi il palato con una verdurina o con qualche ortaggio.

Certo, si può sempre fare la solita buona vecchia insalata semplice o un po’ più studiata, ma non tutti la gradiscono, e poi …se invito qualcuno alla mia tavola mi fa piacere servire qualcosa di più originale!

Dalla Lunigiana: testaroli e panigacci

La Lunigiana è una zona storico-geografica che s’estende fra la Toscana e la Liguria, nell’area compresa fra Massa Carrara e La Spezia, adiacente alla Garfagnana. Anticamente questa regione era abitata dagli Apuani, di etnia ligure, che vennero deportati nel 177 a.C. in cinquantamila dalle città, dai villaggi e dalle campagne e sostituiti da romani o romanizzati per ripopolare la capitale Luni, da cui appunto il nome “Lunigiana”, centro portuale voluto dai romani come punto strategico nel Tirreno, sopratutto in funzione commerciale.

Questa vera e propria pulizia etnica fu attuata durante la Seconda guerra punica, quando gli Apuani decisero di schierarsi con Annibale, cui restarono fedeli sino alla fine, rifiutandosi di arrendersi al nascente Impero Romano ed attuando una efficacissima tattica di guerriglia montana che non pochi problemi causò ai nemici.

Ma non è soltanto per la storia militare e politica che la Lunigiana è ricordata ed amata: da questa terra affascinante che comprende anche parte dell’Appennino Tosco-Emiliano provengono molti prodotti tipici di eccezionale qualità, fra i quali meritano una menzione d’onore due pietanze semplici e gustose: i panigacci ed i testaroli.

Da una confezione di uova la ricetta di un piatto unico: la Torta Gustosa

Una sera, inaspettatamente, mi sono ritrovato ad avere ospiti a cena un paio di amici.
Erano venuti a trovarmi nel pomeriggio e così, dopo quattro chiacchiere ed una tazza di tè verde, si è fatta sera.

La compagnia era spensierata e nessuno aveva voglia di rientrare a casa propria, si stava insieme in allegria! Senza pensarci troppo, li invito a restare per la cena.

Arrivato in cucina …il terrore! Cosa preparo? Trovo una scatola di uova, la apro e sul retro del cartone ecco la soluzione a tutti i miei problemi! La ricetta per la serata: la Torta Gustosa, una torta salata a base di uova e peperoni, ottima come piatto unico.