Cucina vietnamita: un dolce assaggio allo sciroppo di zenzero

cucina vietnamita
Stretta parente della cucina cinese è la cucina vietnamita, riscoperta attraverso il turismo in luoghi solo da poco tempo sulle cartine dei vacanzieri. Il Vietnam ha anche subito però le influenze francesi e quelle indiane, soprattutto in alcune zone del sud. I due ingredienti principali delle ricette vietnamite sono il riso ed il pesce, vista l’abbondanza di acqua presente nel paese, così come anche il cocco (il latte di cocco viene miscelato per preparare quasi tutti i drink).
Come negli altri paesi dell’area orientale anche in Vietnam sono molto usati i noodles, sia nelle zuppe sia come contorno, e possono essere preparati con riso, ma anche con grano e uova. Una specialità vietnamita è la salsa Nouc Mam, una salsa molto saporita ottenuta facendo fermentare pesce e sale a strati. Dopo 3 mesi il succo che si è formato alla base viene ributtato sul pesce e lasciato nuovamente a fermentare per altri tre mesi. Il succo che ne fuorisce questa volta viene imbottigliato e usato in cucina su praticamente ogni alimento. Raccontato così effettivamente non sembra proprio il massimo, ma rappresenta davvero il sapore principale della cucina vietnamita.
Il sapore della salsa nuoc mam è molto intenso così che ne esiste una versine “light”, il nuoc cham, che si ottiene aggiungendo alla salsa di pesce, peperoncino, pepe, aglio, zucchero, dell’acqua tiepida e del succo di lime.

“Rompi le uova e crea”. Semplici idee per le uova di Pasqua avanzate


Una volta rotte le uova di cioccolato, scartata la sorpresa e mangiata cioccolata a sufficienza non so a voi ma a me rimane sempre il problema di cosa fare dei tanti rimasugli di uova. Certo se siete degli amanti della cioccolata sono sicura che i resti delle uova di Pasqua termineranno in maniera veloce ma se invece siete alla ricerca di come riciclare le uova rotte seguite queste semplici idee e non rimarrete delusi:

Uova all’arancia – Idea veloce per le uova di pasqua avanzate

  • 2 uova di cioccolato di circa 100gr ciascuna
  • 200gr di ricotta cremosa
  • 250gr di colomba
  • 100 g di panna fresca
  • 2 cucchiai di zucchero a velo vanigliato
  • 1/2 cucchiaio di zucchero
  • 1 arancia non trattata i bicchierino di liquore all’arancia
  • 30gr di scorza d’arancia candita a cubetti
  • 50gr di cioccolato fondente
  • 70gr di caramello liquido

Petti di pollo con pancetta e scarola: un’ idea alternativa

petti di pollo

Devo essere sincera a me i petti di pollo non fanno per niente impazzire. E’ vero che sono una fonte preziosa di proteine e tra l’ altro rappresentano una valida alternativa alle carni rosse tuttavia rimane in me lo scarso interesse per questa parte del pollo. Questo fino a quando non ho provato questa ricetta, semplice ma con ingredienti talmente gustosi e saporiti a cui non si può proprio resistere. La scarola infatti si sposa bene con molte carni, ma con il pollo l’ unione è perfetta perché ne contrasta il sapore dolciastro
Petti di pollo con pancetta e scarola ( ingredienti per 4 persone)

Cozze alla marinara, brutte ma buone

In Veneto si chiamano peoci, muscoli in Liguria. Vivono nel mare filtrando le particelle organiche ma sono ormai, ahimè, generalmente di allevamento, anche se non è poi così difficile reperirle fresche: le cozze, nome volgare che indica un mollusco bivalve, il mitilo, vanno effettivamente preferite sporche, poichè quelle pulite e lucide hanno già perso in parte la loro acqua di mare e risultano di solito più vecchie.

Le cozze, saporite, povere di grassi, ricche di ferro, devono essere raschiate, lavate e rilavate, ma non devono rimanere immerse a lungo nell’acqua: per far aprire le cozze basta metterle al fuoco, anche senza nessuna aggiunta- appena le valve si aprono, i molluschi sono cotti. Il liquido di cottura, inoltre, è molto saporito e profumato di mare: la cottura prolungata, d’altronde, ne fa un alimento sicuro.

La preparazione che presento è la più affermata, ed è semplice quanto basta per permettere di assaporarne al meglio tutto il gusto verace e carnoso: le cozze alla marinara. Si possono servire come antipasto o come primo piatto, in abbinamento un vino bianco: c’è chi lo preferisce fermo, chi leggermente frizzante, in ogni caso non deve essere troppo alto di gradazione, nè eccessivamente fruttato.

Chiodi di garofano in cucina, ma senza esagerare!

chiodi di garofano

I chiodi di garofano non sono, come potrebbe sembrare dal nome, una parte dei fiori chiamati garofani, bensì i boccioli di una pianta tropicale. Il loro profumo è molto intenso, così come il suo aroma, al punto che possono essere utilizzati per profumare gli armadi o i pensili in cui teniamo le stoviglie: tengono addirittura lontane le farfalline che si annidano dove teniamo la pasta.

Se non volete che le vostre ricette con i chiodi di garofano abbiano su chi le mangia il solito effetto che hanno sulle farfalline della pasta usatelo con parsimonia! I chiodi di garofano si trovano interi come anche in polvere, ma vi consiglio la prima poichè spesso i chiodi di garofano possono esseren utilizzati conficcandoli negli alimenti.

In cucina possono essere usati per i dolci, per le salse a lunga cottura e per le carni. Un trucco per insaporire alcune carni è conficcare un chiodo di garofano in uno spicchio d’aglio attorno al quale legherete con dello spago una foglia di alloro: una “bombetta” niente male e dai mille usi! Ma ora vediamo come usare i chiodi di garofano nell’arrosto.

Spaghetti che avanzano: Pizzette di Nidi di pasta, divertiamoci in cucina

Se vi avanzano degli spaghetti, magari, perché all’ultimo momento si sono presentate meno persone del previsto in tavola, evitate di buttarli e ricordatevi sempre che in cucina vige il detto: non si butta via niente!

La pasta avanzata è un ottimo ingrediente per preparare altri piatti, fantasiosi e gustosi che evitano di far sprecare alimenti divenuti, ormai, preziosi, visto il loro costo.

Al tonno, col sugo o al ragù, non importa, la ricetta che vi suggerisco può esser fatta con qualsiasi tipo di spaghetti avanzati, è un idea divertente e molto duttile, visto che può essere sia un antipasto, che un primo, e, perché no, anche un’ottima porzione da finger food! Usiamo gli spaghetti avanzati per preparare delle Pizzette di Nidi di pasta.

A tavola con il Gattopardo

Chi è rimasto affascinato dalle atmosfere risorgimentali narrate con dovizia di particolari da Tomasi di Lampedusa dovrebbe fare una capatina da Roberto e Ada, titolari del ristorante “Il Gattopardo“, situato all’interno di una dimora nobiliare dei primi del ‘900, nella provincia siracusana di Noto.

E finalmente é l’ora del te

tea
Ha proprietà antiossidanti, regolarizza il metabolismo e stimola il sistema nervoso. Ecco i mille pregi di una bevanda antica oggi da riscoprire. Il tè è una bevanda antichissima: già 5.000 anni fa i cinesi ne usavano le foglie per aromatizzare il riso bollito. Oggi, nel mondo se ne producono 30 milioni di quintali all’anno, soprattutto in India, Cina e Sri Lanka. I principali consumatori sono gli orientali, che gli dedicano anche veri e propri riti.
I giapponesi, per esempio, lo servono agli ospiti durante la Cha no yu (letteralmente, «acqua calda per il tè»): una cerimonia dal profondo significato spirituale che trae origine dalla filosofia zen, secondo la quale qualsiasi attività quotidiana richiede concentrazione e devozione. Il rituale si svolge in un apposito padiglione, in silenzio e con movenze lente e studiate.
E che dire del rito del tè per gli inglesi, una pausa sacra a metà pomeriggio, scandita dagli immancabili pasticcini (i più celebri sono gli scones, panini dolci accompagnati da marmellata e panna)? E allora, perché non riscopri anche tu il «tea time», il piacere di concederti un momento di pausa sorseggiando una tazza di tè? Le foglie del tè sono un concentrato di virtù salutari. Il tè contiene catechine, polifenoli dalle spiccate proprietà antiossidanti in grado di contrastare la formazione dei radicali liberi, i principali nemici delle cellule», spiega la dottoressa Evelina Flachi, nutrizionista e specialista di scienza dell’alimentazione a Milano e Roma.

Le tortillas messicane: fajitas, tacos, burritos, empanadas e enchiladas

tortillas
Le tortillas, sfoglie di mais o frumento utilizzate per accompagnare altri cibi, possono essere definite a tutto diritto il simbolo della cucina messicana. Esistono molti tipi di tortillas e cambiano nome a seconda di come vengono farcite, piegate e cotte.
  • Burritos: sono preparate con la farina di frumento e sono farcite con pesce, carne o riso. Sono a forma di fagottino, con i bordi che vengono chiusi con gli stuzzicadenti.
  • Empanadas: possono essere di frumento e mais e sono diffuse soprattutto in Sud America. Sono a forma di mezzaluna e possono essere farcite anche con la frutta e servite come dessert
  • Enchiladas: assomigliano ai nostri cannelloni e vengono cotte in forno
  • Fajitas: vengono servite come semplici tortillas, senza alcuna farcitura. Con un po’ di pollo e insalata vicino
  • Tacos: tortillas di mais farcite e piegate a metà

Pizza hawaiana: delizia agrodolce o insulto dei sapori?

piza hawaiana
No, non fatevi ingannare dal nome non stiamo per darvi una ricetta proveniente dalla Hawaii ma il termine “pizza hawaiana” ha origini ben diverse. La pizza hawaian è infatti un’ invenzione tutta americana che deve il suo nome al semplice fatto che tra gli ingredienti compaiono delle fette di ananas sciroppata. L’ ananas è, infatti, posizionata in cima alla pizza, con prosciutto crudo, così da avere un gusto piuttosto dolce, decisamente differente dalla pizza italian style.
La pizza hawaiana è molto comune negli Stati Uniti occidentali. Se l’ America è un paese vario, stravagante e multiculturale lo è anche nei sapori. Questo tipo di pizza è considerata una vera delizia da goumet sia in America che in Inghilterra, un pò meno in Italia; decisamente consigliata per gli amanti del sapore agrodolce ma anche per chi vuole sempre sperimentare dei gusti nuovi ed alternativi a questo riguardo Ginger vi segnala la ricetta originale
Pizza hawaiana ( per circa 4 persone)

Straccetti di pollo alle verdure, un modo fantasioso per cucinare il petto di pollo

Dell’aumento dei prezzi e del caro vita, ne risentono molto le nostre tavole. I prezzi di pane e pasta salgono alle stelle e con loro cambiano i consumi degli italiani nei confronti delle loro abitudini alimentari. Meno pasta e pane sulle nostre tavole e sempre più carne di pollo.

Il pollo ed il tacchino sono, infatti, tra le carni che hanno il prezzo più basso sul mercato, ed ora che ci troviamo costretti a stringere la cinghia, perché le spese a fine mese superano le entrate, le carni bianche sono entrate a far parte, in modo più accentuato, della nostra dieta quotidiana.

Tutto ciò, forse, fa anche bene alla nostra linea, le carni di pollo e tacchino sono, infatti, tra le carni più magre, che contengono poco colesterolo, temibile nemico delle nostre arterie, ed hanno un’equilibrata composizione in acidi grassi. Ricche di minerali e proteine sono sempre state tra quei prodotti che vengono inclusi in quasi tutti i tipi di diete.

Festa dell’Olio a Borgo a Mozzano

Sabato 29 e Domenica 30 Marzo si terrà a Valdottavo, piccola frazione di Borgo a Mozzano in provincia di Lucca, la Festa dell’Olio: l’annuale, imperdibile appuntamento con l’olio locale è curato dall’Associazione Valle Dell’Olio.

Sarà un fine settimana dedicato all’olio extravergine d’oliva locale, con degustazione dei migliori oli, pranzi e cene con piatti tipici della lucchesìa ed incontri sulla coltivazione dell’olivo nella Media valle del Serchio: nei due giorni si potranno anche acquistare le migliori qualità d’Olio extravergine di questa zona tipica, ed assaggiare i prodotti tipici della valle.

A tavola scelgo integrale: farro, avena e orzo

Con i cereali non raffinati, porti in tavola il benessere: farro, orzo & C. prevengono importanti patologie, combattono lo stress e ti regalano una sferzata di vitalità. L ‘umore non è al top? Porta in tavola i cereali integrali. Un team di ricercatori della Cardiff University, in Inghilterra, ha scoperto che i loro chicchi sono un vero e proprio antidoto contro la tristezza: per due settimane, gli scienziati hanno somministrato a 142 volontari abbondanti colazioni a base di cereali integrali. Il risultato? Meno stress, umore più stabile, più energia e maggiore capacità di concentrazione.

Del resto, le proprietà «attiva buonumore» dei cereali integrali sono note da tempo: farro, orzo, avena & C., infatti, sono una fonte naturale di triptofano, un aminoacido che stimola la produzione di serotonina, il neurotrasmettitore responsabile del relax e del benessere. I cereali integrali, però, non regalano solo vitalità e buonumore.

«Numerosi studi scientifici dimostrano che, grazie all’elevato contenuto di fibre, il consumo regolare di questi alimenti è in grado di proteggere l’apparato cardiovascolare, ma anche di ridurre il rischio di tumori e diabete», spiega la dottoressa Pia Waldthaler, dietista a Milano. In particolare, la buccia dei chicchi è un concentrato di sostanze benefiche. «I cereali integrali non subiscono la raffinazione, cioè il processo attraverso il quale i chicchi vengono privati della scorza e del germe, ricchi di nutrienti preziosi per l’organismo», prosegue la dottoressa Waldthaler «Quindi contengono una maggiore quantità di fibre, ma anche di vitamina E, vitamine del gruppo B e minerali, come lo zinco, il magnesio, il fosforo, il rame e il selenio».