Si avvicinano le ore magiche della vigilia di Natale e del veglione di Capodanno. Gioia, intimità, sorrisi, fiducia. Nulla deve mancare in queste occasioni che sono il rito sociale con cui, ancora oggi, si marca il momento di passaggio più importante dell’anno: il solstizio d’inverno che da tempi immemorabili scandisce la fine di un ciclo passato e l’inizio – o il ritorno – del nuovo.
Ovviamente non deve mancare nemmeno la tradizionale bevanda alcolica con cui allegramente ci si unisce nel brindisi, e cioè lo spumante. Ma come nascono le bollicine? La caratterizzazione di questo singolare prodotto è data dall’anidride carbonica disciolta nel liquido e che conferisce ad esso la nota pressione che fa scappare via il tappo e il successivo risalire delle bollicine. Non vi è nulla di misterioso in tutto questo.
Lo spumante si ottiene facendo rifermentare un vino, aggiungendovi altro mosto o degli zuccheri, poi trattenendo i gas prodotti dai lieviti; infatti, nel processo di fermentazione, sono i funghi unicellulari (lieviti) che degradano lo zucchero producendo l’alcool etilico e l’anidride carbonica. Quanto più le bollicine saranno a gran sottile, tanto più sarà delicato il perlage e maggiore il valore dello spumante.
Impariamo a leggere le etichette. Nello scegliere il prodotto, teniamo a mente alcune cose, tutte scritte sull’etichetta. In primo luogo, il significato dei termini ‘extra brut’, ‘brut, ecc., fino a ‘dolce’: sono indicatori della quantità di zuccheri residuali, cioè non fermentati, espressa in grammi per litro. Un ‘extra brut’ contiene tra 0 e 6 mg/1, un dolce almeno 50. Il che significa che il ‘dolce’ dovrebbe anche avere più calorie.
Poi leggiamo il grado alcolico (come ogni vino, espresso in percentuale di alcool etilico sul volume totale; generalmente stiamo fra il 10,5 ed il 13%) ed il metodo di produzione. Il metodo `classico‘ è di tradizione francese e prevede che la fermentazione avvenga nella bottiglia; il metodo Charmat prevede la fermentazione in autoclave; la gassificazione artificiale prevede, invece, la diretta iniezione di anidride carbonica, quindi niente rifermentazione. Inutile ricordare che il metodo classico è il più pregiato e il più costoso.
Consigli per gli acquisti: Che spumante comprare? “De gustibus non disputandum est’; ovviamente, ma tradizione vuole che i ‘brut’ siano per i brindisi e, perché no, anche per accompagnare il pasto. I dolci, invece, come pandoro e panettone, si accoppiano … con i dolci; e qui va stigmatizzata una consuetudine un po’ troppo diffusa di bere il ‘brut’ in compagnia del dolce finale. Per finire, tutti sanno che lo spumante è bianco. Ma si vanno diffondendo ottimi prodotti rosati, lievemente più corposi, molto interessanti.
Un gioco in compagnia: e se ci si vuole divertire in compagnia, consigliamo un gioco. Comprate 4 – 5 prodotti diversi, versateli preventivamente e riservatamente in blocchi distinti di bicchieri e fate fare l’assaggio ai vostri ospiti chiedendo quale piace di più. Sicuri che il successo spetterà a quello con il prezzo più alto?