La Vernaccia, vino bianco secco sardo, nasce in provincia di Cagliari, nel comune di Oristano e nelle aree circostanti. L’uva con la quale viene prodotta possiede acini ricchi di succo ma dalla buccia molto fragile, e ciò costringe i vignaioli a raccogliere i grappoli in recipienti di terracotta per evitare un’eccessiva perdita di liquido. Il nome Vernaccia pare derivi dalla locuzione poetica , inverno, quasi a significare che – considerata la sua alcolicità di 15-17 gradi – questo famoso vino va bevuto durante la stagione fredda.
A seconda dell’annata, la Vernaccia di Oristàno può invecchiare senza danno fino ai 10 anni e talvolta anche fino ai 15. Non va mai bevuta giovanissima, perché risulterebbe fiacca e senza profumo; solo verso il terzo anno comincia a risvegliarsi. Il suo bouquet ricorda allora il fiore del mandorlo e il suo retrogusto tende all’amarognolo con gradevoli tonalità. Man mano che avanza in età la Vernaccia si affina, il suo bel colore ambrato diviene più scuro, acquista carattere, può rivaleggiare in nobiltà con uno Jerez o un Porto.
La sua maturazione non necessita di cure particolari: la Vernaccia invecchia nelle botti, o nelle bottiglie in posizione orizzontale, resistendo alle intemperie, al calore, alle scosse e non si tramuta mai in vino maderizzato o, peggio, in aceto. Ci sono diversi modi di bere e di accoppiare la Vernaccia ai cibi. Può venire servita come aperitivo, e in questo caso dovrà essere ben ghiacciata e mantenuta fredda immergendo la bottiglia in un contenitore a metà ricolmo di ghiaccio, com’è uso fare per io Champagne.
A 8-10 gradi di temperatura la Vernaccia si sposa ottimamente con la zuppa di pesce, le ostriche, gli spiedini di gamberi, l’aragosta, gli antipasti a base di pesce, e anche con i formaggi piccanti, in particolare il pecorino sardo e il gorgonzola. Servita a 14-16 gradi la Vernaccia esprime invece tutto il suo carattere di vino da dessert, e va bevuta con i mandarini, i dolci di mandorle, gli amaretti. Di norma la bottiglia di Vernaccia va stappata un quarto d’ora prima di servirla. Se è molto invecchiato, il vino va decantato, cioè travasato con delicatezza in una caraffa fino a isolare nel fondo della bottiglia la parte di liquido nel quale si sono concentrati i sedimenti.
Il bicchiere adatto alla Vernaccia di Oristàno può avere forme diverse, a seconda del momento in cui la si beve: a stelo lungo se è servita come aperitivo, a forma di tulipano e a stelo corto se viene bevuta durante il pasto. Ma quando la si offre in dosi ridotte, come nel caso delle grandi annate di buona alcolicità, bisogna servirla in piccoli bicchieri da dessert, sempre di cristallo chiaro, perché sia visibile l’inconfondibile tinta ambrata.
In provincia di Cagliari si produce anche la Vernaccia Is Arenas, un bianco secco come quello di Oristàno, di tinta più chiara, dal bouquet di mandorlo in fiore, eccellente sulle ostriche, gli spiedini, le griglie di mare. Va sempre bevuta molto fredda. Può sopportare un invecchiamento di 15 e anche di 20 anni. La Vernaccia viene vinificate in Sardegna da molti piccoli produttori, perciò è possibile acquistarla con facilità nelle campagne.
Con la Vernaccia di Oristàno e quella di Is Arenas, va ricordato un altro famoso vino sardo: la Malvasia di Cagliari, nei tipi secco e dolce, adatti ad accoppiarsi rispettivamente con gli antipasti di crostacei e con i biscotti e i dolci secchi. Altri vini da menzionare sono il Nuragus di Cagliari, da tutto pasto; il Vermentino di Gallura, da aperitivo; il Torbato di Alghero, per i frutti di mare; e infine il Passito di Alghero, i cui vitigni di origine spagnola danno vita a un vino giallo dorato, dal profumo aromatico e dal sapore piacevolmente dolce, che si abbina con gli amaretti, la pasticceria, i dolci sardi.