Sappiamo bene che tutto quello che è stravagante può certamente anche raccogliere il gusto e le preferenze di tante persone in ambito culinario. Ebbene, nel corso degli ultimi tempi, si sta parlando con sempre maggiore frequenza della cucina kaiseki.
Cucina Kaiseki, ecco cos’è e come si struttura
Nonostante in molti probabilmente non sanno nemmeno cosa sia, questa parola vuol dire “della pietra calda”. In poche parole si tratta di un termine in voga soprattutto tra i monaci buddisti, che erano abituati a consumare esclusivamente un piatto al giorno, che doveva essere mangiato proprio a metà della giornata, ovvero a mezzogiorno in punta.
Una volta che arrivavano le ore serali e anche la fame cominciava a fare capolino, ecco che i monaci erano soliti porre una pietra calda sullo stomaco. Grazie proprio a questo accorgimento, erano in grado di sopportare e alleviare i gorgoglii che caratterizzavano la notte, trascorsa ovviamente con una grandissima fame.
Al giorno d’oggi, la cucina kaiseki viene considerata una di quelle maggiormente raffinate di tutta la cucina nipponica. Complessivamente, stiamo facendo riferimento ad un tipo di cucina che deve avere armonia in ogni piatto.
In ciascun pasto kaiseki, composto complessivamente da otto portate, possiamo trovare ben cinque sapori, ovvero acido, amaro, dolce, sapido e umami. Quest’ultimo è il sesto gusto, che corrisponde sostanzialmente al pungente. Stesso discorso per i cinque colori e per le cinque modalità di cottura, ovvero grigliato, bollito, al vapore, fritto e crudo.
Si tratta di una cucina che ha come obiettivo primario quello di rendere più armonico yin e yang. L’obiettivo principale è quello di fare in modo che la natura possa trasferirsi anche in tavola e che tutti i piatti siano un concentrato di armonia e di bellezza. Insomma, si tratta di un vero e proprio omaggio a tutti gli ingredienti di stagione.
Ciascun piatto si caratterizza per essere un viaggio nella sensorialità: più che dei piatti, sembra di ammirare delle opere d’arte a tutti gli effetti, che vanno a combinare delle consistenze e delle composizioni, ma anche temperature molto diverse tra loro. Uno dei piatti più interessanti è certamente il sakizuke, ovvero l’amuse bouche, che riesce ad essere perfetta per la stagione invernale. Il secondo piatti, invece, corrisponde al sashimi, che si caratterizza per essere del pesce crudo con wasabi e condimenti tutti da scegliere e da personalizzare. Poi c’è il suimono, ovvero la zuppa, che questa volta è di pesce e la cui cottura prosegue anche al tavolo. Il quarto piatto è il dainomono, alla piastra, infine troviamo agemono, hanmono e gohan.