Tornano anche quest’anno le castagne italiane e in grande spolvero: dopo qualche anno difficile, si stima infatti il raccolto dell’autunno 2018 sarà pari a quasi 30 milioni di chili. Si tratta di un aumento dell’80% rispetto a cinque anni fa, quando era stato raggiunto il minimo storico di 18 milioni di chili a causa della strage provocata da un insetto alieno, il temuto cinipide galligeno del castagno che proveniva Cina e che ha infestato la nostra penisola.
La Coldiretti sottolinea i dati importanti della ripresa del settore anche se siamo lontani dai tempi d’oro della produzione di qualche decennio fa: in ogni caso, con l’aumento della produzione nazionale, tendono a scendere considerevolmente anche le importazioni. Attenzione però perché è in ogni caso concreto il rischio di ritrovarsi nel piatto e senza rendersene conto, castagne di provenienza straniere e poco sicura che arrivano dalla Turchia, dalla Spagna, dal Portogallo e dalla Grecia. La consuetudine per lItalia di importate castagne spacciandole poi per prodotti italiani si è consolidata già lo scorso anno nel 2017, quando il nostro Paese ha importato ben 21 milioni di chili di castagne anche in calo netto rispetto ai 38 milioni importati nel 2016, che sono state spacciate per prodotti italiani.
Il consiglio della Coldiretti è di evitare l’acquisto delle castagne – caldarroste magari al centro della città per non rischiare di dover pagare care delle castagne straniere spacciate per italiane.
Meglio affidarsi allora al vecchio e caro fai da te acquistando le castagne e preparandole nei consueti modi.
Sono ottime come caldarroste, preparate dopo averle incise sul lato bombato e lasciate cuocere in una padella di ferro con il fondo forato per circa 30 minuti, lesse e cotte in abbondante acqua salata per circa 40 minuti, cotte in latte e zucchero per qualche ripieno particolare. E naturalmente c’è la possibilità di poter scegliere fra
Le tante varietà, tra cui i quindici prodotti a denominazione di origine legati al castagno che hanno ottenuto il riconoscimento europeo, fra la Toscana, la Campania, l’Emilia Romagna, il Veneto, il Piemonte, il Lazio.
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