Gli italiani sono conservatori a tavola? Sì, ma non troppo: almeno un italiano su tre è tentato di provare nuove proposte a tavola lasciandosi al gusto di sperimentare sapori nuovi a tavola. Fermo restando che è la tradizione ancorata volta a vince a tavola.
Lo confermano i dati di una recente un’indagine di Italiani Coop, curata dall’Ufficio Studi Coop che ha realizzato un sondaggio su settemila persone di età compresa fra i 18 e i 65 anni nel lasso di tempo di maggio-giugno 2018. Le risposte, quasi standardizzate, e proposte dalla società, hanno messo in evidenza che un italiano su tre sperimenta nuove cucine e i uno su dieci sceglie che cosa mangiare condizionato da vincoli economici. Tre, le tribù alimentari che sono emerse: i tradizionalisti puri pari al 38%, gli innovatori con un sostanzioso 31% e i low cost con un 9%. Il 22% – degli intervistati non ha saputo però identificarsi in nessuna categoria.
I tradizionalisti vengono considerati tutti coloro che adorano le vecchie ricette di famiglia e i prodotti che già conoscono, gli innovatori preferiscono provare piatti e sapori nuovi (vegani e vegetariani con l’8%. Intorno al 7% chi diminuisce il consumo di carne, così come i biosalutisti, mentre il 9% degli intervistati sceglie prodotti senza lattosio e glutine, biosalutisti al 7%.
I low cost sono i consumatori la cui scelta alimentare viene condizionata da un vincolo di reddito e non data sostanziale scelta.
Le scelte alimentari in ogni caso riflettono il modo di concepire la vita: gli innovatori son i consumatori più attenti alle mode, all’estetica, ai cambiamenti del mondo, alla comunicazione e ai social. I tradizionalisti amano i vecchi mezzi di comunicazione come il televisore, leggono poco, ascoltano la musica pop, non praticano molto sport. I low cost sono gli atipici perché vorrebbero essere innovatori, ma per motivi economici spesso non riescono a esserlo.
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