Melograno (Punica, L.)
Inglese: pomegranate; Francese: grenade; Spagnolo: granada; Tedesco: granatapfel.
Caratteristiche generali
Il melograno è una pianta della famiglia delle Punicacee, del tipo cespuglioso e che può raggiungere i 7 metri d’altezza. Le foglie sono lanceolate, i fiori grandi e concentrati sulle estremità dei rami, rossi.
Il frutto ha un gusto tipicamente acidulo. L’aspetto è quello di una grossa bacca (balausta), protetta da una spessa buccia, al cui interno troviamo numerosissimi semi carnosi protetti da polpa e particolarmente succosi. I frutti maturi, quando aperti, mostrano il caratteristico colore rosso dell’arillo che circonda i semi.
Varietà esistenti
Due le specie appartenenti al genere Punica:
Punica Granatum, la più nota, alla quale appartengono praticamente tutti gli esemplari coltivati di melograno;
Punica Protopunica, della quale sopravvivono pochi esemplari in un’isoletta dello Yemen;
Diverse, invece, le varietà prodotte dall’uomo, tra le quali, particolarmente grazioso a fini ornamentali è il Punica nana, coltivabile anche in vaso.
Stagione e diffusione
Il melograno è originario di una vasta area che si estende dal Medio Oriente alla zona himalayana. Diffuso da secoli tra i caucaso ed i paesi mediterranei, oggi è coltivato un pò ovunque, anche in Italia, e utilizzato di frequente come pianta ornamentale.
Non ama i terreni molto umidi ma è particolarmente resistente alla calura estiva.
Proprietà
Tra le proprietà del melograno, in evidenza quelle diuretiche ed astringenti, per via della presenza di tannini. E’ inoltre un eccitante del sistema nervoso, ed utile per rafforzare le difese immunitarie.
Numerose anche le proprietà nutritive. I frutti contengono infatti zuccheri, vitamine (A,B,C), antiossidanti.
In cosmesi si utilizzano alcuni coloranti ricavati dalle radici, mentre frutti, fiori e corteccia trovano numerose applicazioni in ambito medicinale.
Principali impieghi in cucina
Frutto apparentemente ostico da consumare, il melograno è piacevole a fine pasto, fresco, ma può rientrare tra gli ingrendienti di una grande varietà di pietanze, specialmente della cucina orientale.
Lo si usa per insaporire pietanze di carne o insalate, ma più frequentemente è base per confetture, marmellate, dessert, sciroppi, grappe e liquori.
In alcuni paesi si utilizza per ricavarne bibite ghiacciate (sherbet) o farne macedonie.
Note e curiosità
Ledggende e simbolismi legati al melograno sono molteplici, e spesso intrecciano valenze associate a vita e rinascita con richiami alla morte o al sacrificio.
Il fiore e il frutto rimandano sovente alla fecondità o alla fertilità, per via dei numerosi semi che compongono il frutto stesso.
Il melograno era noto agli Egizi ed utilizzato, come testimoniano numerose pitture, per le cerimonie funebri. Nella bibbia lo ritroviamo in un episodio del Cantico dei Cantici, mentre la mitologia greca lo considerava cibo dei defunti, abbracciando dunque una valenza prevalentemente “oscura”. Una melagrana era, inoltre, il celebre pomo della discordia.
Il nome melograno deriva da malum punicum, ovvero melo dei fenici, come fu definito da Plinio.
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