Secondo Charles Stähler, co-direttore della Vegetarian Resource Group, una percentuale sostanziale della popolazione appoggia verso il vegetarianesimo, ma è disposto a mangiare carne, pesce o formaggio occasionalmente e in piccole quantità. E il termine flexitariano, coniato nei primi anni’90, è proprio questo: uno stile alimentare, non una dieta, che prevede un uso massiccio di frutta e verdure e sporadicamente una bella bistecca oppure un pesce arrosto che male non fa.
Quindi mangiare flexitariano significa essere flessibili in ciò che si mangia. Secondo una ricerca su Internet, la prima volta che si parlò di flexitarianesimo fu 17 ottobre 1992 da parte di Helga Morath per descrivere un menu eclettico salutista servito in Texas. E termine migliore non poteva essere usato: si stima infatti che le persone che fanno un uso regolare e quotidiano di carne, pesce e formaggio sia decisamente inferiore rispetto a coloro i quali hanno prediletto un menù più ricco di frutta e verdura ma che 1 volta alla settimana (ma anche meno) mangiano proteine animali.
Il vegetarianesimo negli ultimi 20 anni ha avuto un enorme sviluppo soprattutto nei paesi occidentali, tuttavia poche sono le persone che hanno aderito ad un’alimentazione integrale e piena in stile vegano. Molte invece (tra cui proprio la sottoscritta che vi parla) hanno preferito essere flessibili cioè associare ad un menù prevalentemente vegetariano qualche porzione di carne, pesce o formaggio.
Mangiare flexitariano è anche ben visto dai dietologi: infatti, introdurre sporadicamente delle proteine animali nella nostra dieta, irrobustisce il nostro sistema immunitario ed in più ci aiuta a rimanere magri. Inoltre molti vegetariani flessibili preferiscono variare occasionalmente la loro alimentazione attraverso l’introduzione di carne magra, latte scremato oppure del pesce lesso o arrosto, mantenendo sempre sotto controllo le calorie ma variando gusti e ricette. Non dimentichiamoci che mangiare non è solo un bisogno ama anche un piacere, pertanto è bene non tenere un alimentazione noiosa e ripetitiva seppur sana.