Il mcDonald’s è ormai diventato un fenomeno sociale: migliaia di adolescenti, bambini e in buona parte anche adulti, amano mangiare il classico hamburger nel fast food più famoso al mondo. In ogni grande centro commerciale non manca il punto ristoro McDonald’s, cosicchè anche chi non è un consumatore abituale di Macmenù ed Happy meal, si trova spesso seduto ad un tavolo con davanti un vassoio pieno di patatine, ketchup e maionese. La strategia economica all’americana colpisce tutti, ma proprio tutti, anche noi italiani. Si, perchè anche i più accaniti sostenitori della buona cucina e della dieta mediterranea almeno una volta nella vita si troveranno a consumare il cibo veloce, tra un acquisto e l’altro o semplicemente perchè i bambini insisteranno per avere il loro tanto agognato happy meal con sorpresa.
Ma come nasce il McDonald’s? Correva l’anno 1954 quando Kay Kroc, un venditore di frullatori elettrici, bussò alla porta di un ristorante di San Bernardino, di proprietà dei due fratelli McDonald’s. Il suo intento era capire come mai ci fosse una così alta richiesta dei suoi modelli multimixer, usati per preparare il famigerato milkshake. Kay Kroc rimase così affascinato dalla loro semplice e geniale gestione imprenditoriale da proporsi come loro agente licenziatario. Passato un anno, nel 1955, nell’Illinois a Des Plaines, fu aperto il primo ristorante con l’insegna McDonalds.
Il primo McDonald’s in Europa apre ad Amsterdam nel 1971, mentre nel 1990 arriva in Cina. Oggi i ristoranti McDonald’s in Cina sono oltre 250 e si chiamano Mai Dang Lao, parola che imita la fonetica McDonald’s. Nello stesso anno McDonald’s arriva anche a Mosca, in Piazza Puskin. Dopo quasi mezzo secolo, sono più di 30.000 i ristoranti McDonald’s che servono hamburger in tutto il mondo, di cui circa 13.000 negli Stati Uniti. In Italia sono circa trecento. Impiegano un milione e mezzo di persone e servono più di 48 milioni di clienti ogni giorno. Il 70% dei ristoranti è gestito in franchising e la sede centrale è a Oak Brook (Illinois, USA).
Celebre per gli hamburger, McDonald’s ha poi diversificato la propria offerta con centinaia di altri prodotti per adattarsi alle esigenze dei consumatori di ciascuno dei 119 Paesi in cui oggi è presente. E’ il localismo a contraddistinguere i menù McDonald’s e a garantirne il successo. Israele, per esempio, ci sono tre ristoranti kosher, che non servono cheeseburger e latticini, mentre in India, per rispetto della popolazione Indù, non si serve carne bovina. L’hamburger indiano si chiama Maharaja Mac, a base di agnello, salsa e lattuga. In molti Paesi sono stati introdotti panini speciali: in Uruguay esiste un hamburger con uovo al burro, il McHuevo; il Samurai Pork Burger in Thailandia, con salsiccia; il Chicken Tatsuta in Giappone, con pollo fritto e salsa di soia.
In Italia è stato introdotto il toast e da sempre vengono servite insalate fresche.
In Italia è stato introdotto il toast e da sempre vengono servite insalate fresche.
Anche la bibita associata ai classici Menù (una bevanda a scelta, un panino, patatine fritte) può variare: non fate come me che nel più grande McDonalds di New York, quello che dà su Times Square ( è favoloso, con mille luci abbaglianti e a più livelli, aperto 24 h su 24), chiesi la birra. A quanto pare, la risata dei cassieri riecheggia ancora nelle mie orecchie, l’Italia è uno dei pochi Paesi in cui si da’ la birrà nei Macmenù. In America infatti vige il divieto di dare alcolici ai minori di 21 anni, legge che solo formalmente viene rispettata visto che in molti locali del Bronx, non chiedono nemmeno la carta d’identità per servirti alcolici. Ad ogni modo, con la birra o meno, il tridente giallorosso panino-patatine fritte-bibita colpisce ancora, per una volta al mese o due… ma il campionato, beh almeno quello facciamolo vincere ai nostri sapori mediterranei! Si al fast food dunque, ma senza esagerare. Il cibo è un piacere lento, un rito che parte dalla preparazione fino alla degustazione, cucinare resta un’arte, e gli artisti, si sa, sono pochi e raramente fanno business di massa!