I vini di montagna occupano meno del 5% della superficie vitata europea e sono prodotti in aree impervie. Stiamo parlando di vini di ottima qualità, che nascono in zone difficili, in cui la coltivazione della vite è definita “eroica” e che le istituzioni come il CERVIM cercano di valorizzare. L’Italia è il paese delle corporazioni, delle associazioni e dei consorzi più o meno solidi che spesso si sfaldano, rinascono o scompaiono, ma che hanno un solo grande interesse in comune, il vino. Uno di questi è il CERVIM sigla corta che racchiude una definizione lunga, centro di ricerca, studi, salvaguardia, coordinamento e valorizzazione per la viticoltura montana. Lunga sì, ma chiara, visto che nella denominazione è già ben evidente il progetto complessivo ed articolato.
Questo ente è uno di quelli che tiene duro, lavora quotidianamente, fa davvero gli interessi dei propri associati, si batte spesso in un silenzio immeritato, per portare avanti i propri intenti. Dal 1987 i suoi fondatori lavorano nella sede di Aymavilles, in Valle D’Aosta, per promuovere i vini e difendere i territori di molte aree considerate difficili, dove la viticoltura ha tutti i buoni motivi per essere definita eroica. Non solo in Italia, ma anche in molti paesi stranieri.
Il CERVIM, che gode del supporto della regione Valle D’Aosta e della qualificata “Organisation Internationale de la Vigne e du Vin”, fa, in sintesi, tutto quello che dovrebbero fare produttori, enti pubblici e autorità che vogliono dar valore ai loro prodotti, all’attività dei viticoltori, al territorio, ovvero a un’economia agricola e sociale ricca di antiche tradizioni che non vanno dimenticate. Suoi interlocutori sono i piccoli vignaioli con una decina di filari, l’Unione Europea, gli enti locali, il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, contadini e scienziati.
La viticoltura di cui si occupa il CERVIM può definirsi marginale, perchè rappresenta meno del 5% della superficie vinicola totale europea, ma ha ugualmente implicazioni importanti sull’economia, la società, l’ambiente e la cultura di molte nazioni e regioni. Al CERVIM, che ha valenza internazionale, aderiscono regioni che hanno al loro interno aree montane in parte coltivate a vite, o comunque territori difficili. Come, per esempio, le Valli Ossolane e tutto l’Alto Piemonte, le zone di Teglio, Chiuro in provincia di Sondrio, Roncà nel Veronese, la zona di Mori in Trentino, tutta la zona intorno all’Etna nel Catanese, la Costa Viola in Calabria o le Cinque Terre in Liguria, Sono associate anche una dozzina di nazioni simili nella difficoltà della lavorazione e della collocazione dei vini prodotti. Basta citare il Douro in Portogallo, la Mosella in Germania, il Vallese in Svizzera, la Galizia in Spagna, Amyndeon in Grecia e Banyuls- Sur-Mer, sulla costa sud della Francia, dove le vigne sono arrampicate sulle scogliere e accarezzate in continuazione dalle acque salate del Mediterraneo.
Ai viticoltori di tutte queste aree, i tecnici del CERVIM danno indicazioni sui modi di coltivare la vite in situazioni estreme e consigli per dar valore al loro prodotto, più caro, per evidenti ragioni oggettive (tempo, fatica, mancanza di attrezzature, ecc.) di un vino coltivato in pianura, in una zona agevole a persone e mezzi. Le viti coltivate in montagna crescono in ambienti incontaminati, sono esempio di biodiversità e da esse nascono vini originali e di qualità organolettica superiore. Una giusta valorizzazione del vino induce anche molti giovani a non abbandonare territori che altrimenti andrebbero in rovina, non solamente sotto l’aspetto morfologico, ma anche sotto quello sociale ed economico.
La viticoltura di montagna ha un valore fondamentale per la conservazione dell’ambiente in zone molto delicate. Per continuare a fare vino in montagna, e a farlo sempre più buono, per mantenere viva la montagna stessa, ci vogliono persone coraggiose ed appassionate e un organismo efficace che li sostenga in tutti i modi, quasi fosse una missione. Anche se pochi ancora se ne accorgono, in Italia diamo molto valore a questi piccoli ed incontaminati paradisi montani.
Fonte: www.cervim.com
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