DOCG, DOC, IGT: sai che vino bevi?

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DOCG, DOC, IGT, Vino da tavola, per chi non è esperto è davvero facile perdere l’orientamento nel mondo delle sigle e dei disciplinari delle produzioni del vino italiano.

 

DOCG, DOC, IGT & co.Le caratteristiche di un prodotto vitivinicolo devono essere riportate sull’etichetta, così come nei prodotti alimentari, che affronteremo prossimamente. Le sigle descritte di seguito possono aiutare il consumatore finale a scegliere consapevolmente un prodotto piuttosto che un altro.

Ogni singolo disciplinare è chiamato tale perchè racchiude un insieme di “regole” che  tutti i produttori devono rispettare:

 

 

 

  • Nome del prodotto
  • Descrizione del prodotto
  • Indicazione dell’area geografica ed elementi che certificano la provenienza del prodotto dalla tale zona
  • Cenni sui metodi di controllo
  • Specifiche sull’etichettatura

 

Passiamo al lato pratico..

 

DOCDenominazione di Origine Controllata

DOCG, DOC, IGT & co.E’ un marchio che viene riconosciuto ai vini originari di un’area geografica, di piccole o medie dimensioni, limitata e circoscritta. I vini vengono realizzati in una zona precisa, usando le uve del luogo e secondo un protocollo tradizionale che rimane inalterato nel tempo. I vini DOC inoltre devono attenersi anche alle caratteristiche organolettiche e fisico-chimiche previste dal disciplinare. Tali vini sono disciplinati anche dal Reg. CEE 823/87 e dal D.P.R. n. 348/94.
Alcuni vini DOC possono riportare in etichetta alcune indicazioni aggiuntive:
– indicazione “classico“, per i vini prodotti nella zona di più antica tradizione (nell’ambito del territorio delimitato dal disciplinare)
– indicazione “riserva“, per alcuni vini sottoposti ad un invecchiamento più lungo del normale
– indicazione “superiore“, per vini con caratteristiche migliori (grazie al buon andamento climatico dell’annata che ha permesso di raggiungere una concentrazione zuccherina più alta e quindi una maggiore gradazione alcolica)

L’uso delle DOC non è consentito per i vini ottenuti sia totalmente che parzialmente da vitigni che non siano stati classificati fra i raccomandati e gli autorizzati .

Le DOC decadono se non vengono attivate entro tre anni dal loro riconoscimento e quando per 5 anni consecutivi i produttori iscritti all’albo dei vigneti non abbiano presentato denunce o, ancora, quando la denominazione è stata utilizzata per meno del 15%, o quando, per 3 anni consecutivi, in più del 50% dei vigneti non sono rispettati i disciplinari.
In Italia sono ben 334.

Vi consiglio di visitare questo sito: http://www.paesionline.it/guida_vini.asp  in cui si trovano tutte le DOC Regione per Regione.

 

DOCGDenominazione di Origine Controllata e Garantita

I vini DOC, ma solo quelli che hanno raggiunto un certo prestigio e fama, possono trasformarsi in DOCG. Infatti questi prodotti vengono sottoposti a controlli più severi e possono essere venduti in recipienti dalla capienza inferiore ai 5 litri. Tutte le bottiglie devono essere numerate, avere il contrassegno dello Stato e avere un sigillo che si rompa al momento dell’apertura. Rispetto alle DOC devono essere imbottigliate nella zona in cui gli stessi vini sono prodotti. La denominazione DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) viene attribuita ai vini già riconosciuti DOC da almeno cinque anni, che siano ritenuti di particolare pregio, in relazione alle caratteristiche qualitative intrinseche.
Il riconoscimento di DOCG deve prevedere una disciplina viticola ed enologica di norma più restrittiva.

Anche questi vini possono farsi rientrare, per la legislazione UE, nella categoria più ampia dei V.Q.P.R.D.
L’uso delle DOCG non è consentito per i vini ottenuti sia totalmente che parzialmente da vitigni che non siano stati classificati fra i raccomandati e gli autorizzati.

Le DOCG decadono se non vengono attivate entro tre anni dal loro riconoscimento e quando per 5 anni consecutivi i produttori iscritti all’albo dei vigneti non abbiano presentato denunce o, ancora, quando la denominazione è stata utilizzata per meno del 35% della superficie iscritta all’albo per le DOCG o quando, per 3 anni consecutivi, in più del 50% dei vigneti non sono rispettati i disciplinari.

 

Ecco una favolosa cartina che racchiude tutte le DOCG in ordine preciso.

 

cartina docg

 IGTIndicazione Geografica Tipica

La loro regolamentazione è meno rigida rispetto a quella dei vini DOC e DOCG. La denominazione è usata per indicare i migliori vini da tavola ottenuti da aree di produzione più ampie rispetto ai vini DOC e DOCG, ottenuti da uve determinate, provenienti da territori ben definiti che a volte interessano più Regioni.
Tale denominazione dunque è utile al consumatore per conoscere la zona di produzione della bevanda.
La denominazione IGT può anche essere sostituita dalla menzione “vin de pays” per i vini prodotti in Val D’Aosta, di bilinguismo francese, e dalla menzione “Landweine”, purchè si tratti di vini prodotti in Provincia di Bolzano, di bilinguismo tedesco.
Al nome designato si può aggiungere il colore dei vini ed il nome dei vitigni.
L‘IGT non può utilizzare il nome di Regioni o zone utilizzate per le DOCG o le DOC; il vitigno può essere menzionato unicamente quando la zona vitivinicola è di dimensioni significative.
I vini da tavola possono derivare anche da “tagli” fatti miscelando svariati vini di qualunque zona. In tali casi non saranno riconosciuti vini IGT e potranno essere venduti anche con nomi di fantasia o con il marchio del produttore.
E’ vietato, su tutto il territorio italiano, impiegare le uve da tavola per ottenere vini a denominazione di origine o a indicazione geografica tipica.
Le IGT decadono se non vengono attivate entro tre anni dal loro riconoscimento e quando per 5 anni consecutivi i produttori iscritti all’albo dei vigneti non abbiano presentato denunce o quando, per 3 anni consecutivi, in più del 50% dei vigneti non sono rispettati i disciplinari.

 

 Vino da Tavola

DOCG, DOC, IGT & co.Delle tre categorie sopra citate, vino da tavola è quella di minor pregio, costituita dai, già noti negli anni passati, “vini da pasto”.

Si tratta di vini comuni, prodotti con uve bianche o rosse provenienti da vitigni diversi e sottoposti a controlli meno severi di quelli che regolano i “vini di qualità”.

Possono essere venduti anche con nomi di fantasia o con il marchio del produttore. Per distinguere i prodotti migliori anche in questa categoria di vini, sono state introdotte le denominazioni IGT, mentre i vini da tavola senza indicazione geografica possono essere il frutto di di “tagli” fatti miscelando svariati vini di qualunque zona.

 

 

Fonti:

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