Lo Zen e l’arte di preparare un raviolo. Impastare non è una semplice azione meccanica ma è un modo per rilassarsi, per trovare il proprio equilibrio. Bisogna sentire l’impasto tra le mani, aspettare che riposi o che lieviti e attendere il momento giusto per la cottura. Quando l’impasto non lievita allora il momento necessita di tutta la serenità interiore che disponiamo. La stessa cosa potrebbe succedere se siamo per la prima volta alle prese con la pasta fatta in casa o con un piatto di una cucina straniera come questa zuppa di ravioli Won Ton alla verza, piatto originario della cucina cinese.
- Preparate la pasta per i ravioli. Impastate la farina con l’acqua calda fino a formare una palla che metterete a riposare in frigo, avvolta da pellicola trasparente, per almeno 30 min.
- Pulite la verza eliminando le parti più dure e le foglie più esterne e tagliatela a striscioline. Pulite i cipollotti e tagliateli ad anelli.
- Fate bollire la verza insieme ai cipollotti nel brodo di pollo per almeno 30 minuti o fino a quando la verza sarà ben cotta. In due diverse padelle anti aderenti cuocete il macinato di maiale e i gamberetti poi tritateli insieme aggiungendo il cucchiaino di spezie, un cucchiaio di aceto di riso, un cucchiaio di salsa di soia e un cucchiaino di zucchero di canna.
- Su un tavolo infarinato stendete l’impasto in un velo sottile. Ritagliate dei dischi di circa 8 cm di diametro con un tagliapasta o aiutandovi con un bicchiere e riempite ogni dischetto con un cucchiaino abbondante di ripieno. Bagnate i bordi di ogni dischetto con pochissima acqua, ripiegate i ravioli a metà formando una mezza luna e poi create un sacchettino portando i due angoli della mezza luna verso il centro. Premete con delicatezza per sigillare i bordi.
- Tuffate i ravioli nel brodo bollente per 5-6 minuti. Aggiungete la restante salsa di soia e l’aceto di riso e portate in tavola.
Non importa se i ravioli Won Ton non avranno una forma perfetta. La forma dei nostri ravioli sarà perfetta per noi perché è il frutto del nostro impegno.
Non importa se ogni angolo della stanza è ricoperto di farina. Al pensiero del pasto imminente la farina si spargerà lieve intorno a noi come la prima neve dell’inverno.
Prendete un bel respiro, tuffate i ravioli nel brodo e provate ad usare le bacchette. E sì, ormai l’avrete capito, non importa se il raviolo, ubbedendo alle più semplici leggi di gravità e non a quelle del vostro volere, si tufferà nuovamente nella ciotola schizzando brodo da tutte le parti. Sbagliando si impara o, al massimo, si usa una forchetta.