Le allergie alimentari? Sono un fenomeno sempre più diffuso, soprattutto tra i piccoli: secondo i dati diffusi all’ultima Giornata nazionale delle allergie alimentari, oggi ne soffre il 2% dei nostri connazionali adulti e il 6-8% dei bambini. Ma quali sono gli alimenti a rischio, e perché? E la tavola dell’estate richiede attenzioni particolari?
Allergia o intolleranza? Spiega il professor Passaleva : “le allergie sono causate da una risposta anomala del sistema immunitario. Quando mangia un alimento a rischio, il soggetto allergico produce in quantità eccessiva alcuni anticorpi, i cosiddetti IgE. Ed è proprio questa “iperproduzione” a innescare il rilascio di sostanze chimiche, come l’istamina, che causano i sintomi allergici: dall’orticaria, ai problemi intestinali, fino a manifestazioni più serie“.
Attenzione, però, a non scambiare per allergia un’intolleranza alimentare. “I sintomi sono simili, ma in quest’ultimo caso il difetto riguarda, per esempio, la mancata produzione di enzimi responsabili della digestione». In pratica, quando l’organismo non è in grado di sintetizzare gli enzimi necessari per metabolizzare un alimento, quest’ultimo si trasforma in un «nemico», capace di provocare diarrea, vomito e dolori all’addome.”
Un classico esempio? L’intolleranza al lattosio: per essere digerito, il latte deve essere scomposto nei suoi componenti, glucosio e lattosio. Ma se manca l’enzima responsabile di questo processo, ecco che sorgono problemi intestinali. D’estate, si sa, il rischio di intolleranze cresce. I cibi potenzialmente allergenici infatti, soprattutto tra frutta e verdura, aumentano per via della stagionalità.
«Innanzitutto è bene fare attenzione ad alcuni tipi di frutta, come le pesche, che possono non essere tollerate soprattutto da chi è già allergico al polline», continua il professor Passaleva. «Ci sono inoltre alcuni alimenti, per esempio i crostacei e i molluschi, ma anche la cioccolata, che contengono sostanze dette istamino-liberatori, in grado di innescare reazioni simili a quelle allergiche negli individui predisposti».
Prima di rinunciare a un’insalata di pomodori, però, meglio accertarsi di essere davvero allergici o intolleranti. «Per farlo, occorre sottoporsi a un test che identifica, per esclusione, i cibi dannosi», spiega il professor Passaleva. «Oggi simili test vengono proposti anche in farmacia, ma spesso non hanno una seria base scientifica: meglio rivolgersi al medico curante per farsi consigliare un centro specializzato».
Una volta diagnosticata l’allergia a un alimento, la cosa migliore è non portarlo più in tavola. E leggere bene le etichette quando si fa la spesa. Ci si può anche sottoporre a vaccini, per tenere sotto controllo i sintomi.