Gelso (Genere Morus)
Francese: mûrier; Inglese: mulberry; Spagnolo: moreas; Tedesco: maulbeere.
Caratteristiche generali
Il gelso è il frutto dell’omonima pianta della famiglia delle Moraceae.
Le due specie più diffuse, la alba e la nigra, si presentano con un portamento di tipo arboreo e altezza sino a 12 metri, hanno foglie caduche e a margine dentato, e sviluppano frutti commestibili nel primo caso di colore bianco, nel secondo tendenti al nero-violaceo dopo essere stati verdognoli e rossi durante la maturazione.
Somigliano nell’aspetto alle more, e contengono una buona quantità di succo.
Stagione e diffusione
Originario dell’Asia, il gelso è stato importato in Italia ed è oggi diffuso come pianta coltivata, fino ai 1000 m d’altezza.
Negli ultimi anni nel nostro paese la coltivazione del gelso ha subito un notevole decremento fino alla quasi totale estinzione, ragion per cui è possibile ritrovare molte piante allo stato selvatico.
Proprietà
La presenza di pectine rende i frutti blandamente lassativi. Da segnalare anche il contenuto di Vitamina A, B e C, fosforo e calcio.
Raccolta
La maturazione dei frutti avviene ad agosto.
Principali impieghi in cucina
Il frutto del gelso nero è ottimo consumato fresco, quando ben maturo, meglio se leggermente spruzzato di zucchero. La varietà bianca è comunque commestibile, ma meno dolce.
Il gelso è inoltre utilizzato per preparare sciroppi e marmellate.
In Sicilia con i frutti del gelso si prepara una gustosa e caratteristica granita.
Note e curiosità
Galeno descrisse ampiamente le proprietà medicinali del gelso nero, tra le quali menzionava l’utilizzo come purgante dei frutti maturi.
Gelso deriva dal nome romano “morus celsa”, moro alto, in contrapposizione ai meno slanciati cespugli di rovi.
Un’antica leggenda di origine Babilonese, poi finita nella mitologia Greca e Romana, collega il colore del gelso alla morte degli amanti Piramo e Tisbe.
Un tempo era diffusa in Italia la figura del gelsaio, venditore ambulante di frutti di gelso.
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